LA SACRA BIBBIA – Versione CEI 1974
ANTICO TESTAMENTO
I LIBRI PROFETICI
GEREMIA
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Capitolo 1
Titolo
[1]Parole di Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti
che dimoravano in Anatòt, nel territorio di Beniamino. [2]A lui fu
rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda,
l'anno decimoterzo del suo regno, [3]e quindi anche al tempo di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell'anno undecimo di Sedecìa
figlio di Giosìa, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme
avvenuta nel quinto mese.
I.
ORACOLI CONTRO GIUDA E GERUSALEMME
1. AL TEMPO DI
GIOSIA
Vocazione di Geremia
[4]Mi fu rivolta la parola del Signore:
[5]«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
[6]Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare,
perché sono giovane».
[7]Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane,
ma và da coloro a cui ti manderò
e annunzia ciò che io ti ordinerò.
[8]Non temerli,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
[9]Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca
e il Signore mi disse:
«Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
[10]Ecco, oggi ti costituisco
sopra i popoli e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».
[11]Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa
vedi, Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». [12]Il Signore
soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla».
[13]Quindi mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa
vedi?». Risposi: «Vedo una caldaia sul fuoco inclinata verso settentrione».
[14]Il Signore mi disse:
«Dal settentrione si rovescerà la sventura
su tutti gli abitanti del paese.
[15]Poiché, ecco, io sto per chiamare
tutti i regni del settentrione.
Oracolo del Signore.
Essi verranno e ognuno porrà il trono
davanti alle porte di Gerusalemme,
contro tutte le sue mura
e contro tutte le città di Giuda.
[16]Allora pronunzierò i miei giudizi contro di loro,
per tutto il male che hanno commesso abbandonandomi,
per sacrificare ad altri dèi
e prostrarsi davanti al lavoro delle proprie mani.
[17]Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farò temere davanti a loro.
[18]Ed ecco oggi io faccio di te
come una fortezza,
come un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
[19]Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».
Oracolo del Signore.
Capitolo 2
Le predicazioni più antiche. L'apostasia di Israele
[1]Mi fu rivolta questa parola del signore:
[2]«Va' e grida agli orecchi di Gerusalemme:
Così dice il Signore:
Mi ricordo di te, dell'affetto della tua giovinezza,
dell'amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto,in una terra non seminata.
[3]Israele era cosa sacra al Signore
la primizia del suo raccolto;
quanti ne mangiavano dovevano pagarla,
la sventura si abbatteva su di loro.
Oracolo del Signore.
[4]Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe,
voi, famiglie tutte della casa di Israele!
[5]Così dice il Signore:
Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri,
per allontanarsi da me?
Essi seguirono ciò ch'è vano,
diventarono loro stessi vanità
[6]e non si domandarono: Dov'è il Signore
che ci fece uscire dal paese d'Egitto,
ci guidò nel deserto,
per una terra di steppe e di frane,
per una terra arida e tenebrosa,
per una terra che nessuno attraversa
e dove nessuno dimora?
[7]Io vi ho condotti in una terra da giardino,
perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.
Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra
e avete reso il mio possesso un abominio.
[8]Neppure i sacerdoti si domandarono:
Dov'è il Signore?
I detentori della legge non mi hanno conosciuto,
i pastori mi si sono ribellati,
i profeti hanno predetto nel nome di Baal
e hanno seguito esseri inutili.
[9]Per questo intenterò ancora un processo contro di voi,
- oracolo del Signore -
e farò causa ai vostri nipoti.
[10]Recatevi nelle isole del Kittìm e osservate,
mandate pure a Kedàr e considerate bene;
vedete se là è mai accaduta una cosa simile.
[11]Ha mai un popolo cambiato dèi?
Eppure quelli non sono dèi!
Ma il mio popolo ha cambiato colui che è la sua gloria
con un essere inutile e vano.
[12]Stupitene, o cieli;
inorridite come non mai.
Oracolo del Signore.
[13]Perché il mio popolo ha commesso due iniquità:
essi hanno abbandonato me,
sorgente di acqua viva,
per scavarsi cisterne, cisterne screpolate,
che non tengono l'acqua.
[14]Israele è forse uno schiavo,
o un servo nato in casa?
Perché allora è diventato una preda?
[15]Contro di lui ruggiscono i leoni,
fanno udire i loro urli.
La sua terra è ridotta a deserto,
le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita.
[16]Perfino i figli di Menfi e di Tafni
ti hanno raso la testa.
[17]Tutto ciò, forse, non ti accade
perché hai abbandonato il Signore tuo Dio?
[18]E ora perchè corri verso l'Egitto
a bere le acque del Nilo?
Perché corri verso l'Assiria
a bere le acque dell'Eufrate?
[19]La tua stessa malvagità ti castiga
e le tue ribellioni ti puniscono.
Riconosci e vedi quanto è cosa cattiva e amara
l'avere abbandonato il Signore tuo Dio
e il non avere più timore di me.
Oracolo del Signore degli eserciti.
[20]Poiché già da tempo hai infranto il tuo giogo,
hai spezzato i tuoi legami
e hai detto: Non ti servirò!
Infatti sopra ogni colle elevato
e sotto ogni albero verde ti sei prostituita.
[21]Io ti avevo piantato come vigna scelta,
tutta di vitigni genuini;
ora, come mai ti sei mutata
in tralci degeneri di vigna bastarda?
[22]Anche se ti lavassi con la soda
e usassi molta potassa,
davanti a me resterebbe la macchia della tua iniquità.
Oracolo del Signore.
[23]Perché osi dire: Non mi sono contaminata,
non ho seguito i Baal?
Considera i tuoi passi là nella valle
riconosci quello che hai fatto,
giovane cammella leggera e vagabonda,
[24]asina selvatica abituata al deserto:
nell'ardore del suo desiderio aspira l'aria;
chi può frenare la sua brama?
Quanti la cercano non devono stancarsi:
la troveranno sempre nel suo mese.
[25]Bada che il tuo piede non resti scalzo
e che la tua gola non si inaridisca!
Ma tu rispondi: No. E' inutile,
perché io amo gli stranieri,
voglio seguirli.
[26]Come si vergogna un ladro preso in flagrante
così restano svergognati quelli della casa di Israele,
essi, i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti.
[27]Dicono a un pezzo di legno: Tu sei mio padre,
e a una pietra: Tu mi hai generato.
A me essi voltan le spalle e non la fronte;
ma al tempo della sventura invocano:
Alzati,salvaci!
[28]E dove sono gli dei che ti sei costruiti?
Si alzino, se posson salvarti
nel tempo della tua sventura;
poiché numerosi come le tue città
sono, o Giuda, i tuoi dei!
[29]Perché vi lamentate con me?
Tutti voi mi siete stati infedeli.
Oracolo del Signore.
[30]Invano ho colpito i vostri figli,
voi non avete imparato la lezione.
La vostra stessa spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore.
[31]O generazione!
Proprio voi badate alla parola del Signore!
Sono forse divenuto un deserto per Israele
o una terra di tenebre densissime?
Perché il mio popolo dice: Ci siamo emancipati,
più non faremo ritorno a te?
[32]Si dimentica forse una vergine dei suoi ornamenti,
una sposa della sua cintura?
Eppure il mio popolo mi ha dimenticato
per giorni innumerevoli.
[33]Come sai ben scegliere la tua via
in cerca di amore!
Per questo hai insegnato i tuoi costumi
anche alle donne peggiori.
[34]Perfino sugli orli delle tue vesti si trova
il sangue di poveri innocenti,
da te non sorpresi nell'atto di scassinare,
ma presso ogni quercia.
[35]Eppure protesti: Io sono innocente,
la sua ira è gia lontana da me.
Eccomi pronto a entrare in giudizio con te,
perché hai detto: Non ho peccato!
[36]Perché ti sei ridotta così vile
nel cambiare la strada?
Anche dall'Egitto sarai delusa
come fosti delusa dall'Assiria.
[37]Anche di là tornerai con le mani sul capo,
perché il Signore ha rigettato coloro nei quali confidavi;
da loro non avrai alcun vantaggio.
Capitolo 3
La conversione
[1]Se un uomo ripudia la moglie
ed essa, allontanatasi da lui,
si sposa con un altro uomo,
tornerà il primo ancora da lei?
Forse una simile donna non è tutta contaminata?
Tu ti sei disonorata con molti amanti
e osi tornare da me? Oracolo del Signore.
[2]Alza gli occhi sui colli e osserva:
dove non ti sei disonorata?
Tu sedevi sulle vie aspettandoli,
come fa l'Arabo nel deserto.
Così anche la terra hai contaminato
con impudicizia e perversità.
[3]Per questo sono state fermate le piogge
e gli scrosci di primavera non sono venuti.
Sfrontatezza di prostituta è la tua,
ma tu non vuoi arrossire.
[4]E ora forse non gridi verso di me: Padre mio,
amico della mia giovinezza tu sei!
[5]Serberà egli rancore per sempre?
Conserverà in eterno la sua ira?
Così parli, ma intanto ti ostini
a commettere il male che puoi».
L'Israele del nord invitato alla conversione
[6]Il Signore mi disse al tempo del re Giosia: «Hai visto
ciò che ha fatto Israele, la ribelle? Si è recata su ogni luogo elevato e sotto
ogni albero verde per prostituirsi. [7]E io pensavo: Dopo che avrà fatto
tutto questo tornerà a me, ma essa non è ritornata. La perfida Giuda sua
sorella ha visto ciò, [8]ha visto che ho ripudiato la ribelle Israele
proprio per tutti i suoi adultèri, consegnandole il documento del divorzio, ma
la perfida Giuda sua sorella non ha avuto alcun timore. Anzi anch'essa è andata
a prostituirsi; [9]e con il clamore delle sue prostituzioni ha contaminato
il paese; ha commesso adulterio davanti alla pietra e al legno. [10]Ciò
nonostante, la perfida Giuda sua sorella non è ritornata a me con tutto il
cuore, ma soltanto con menzogna». Parola del Signore. [11]Allora il
Signore mi disse: «Israele ribelle si è dimostrata più giusta della perfida
Giuda. [12]Và e grida tali cose verso il settentrione dicendo:
Ritorna, Israele ribelle, dice il Signore.
Non ti mostrerò la faccia sdegnata,
perché io sono pietoso, dice il Signore.
Non conserverò l'ira per sempre.
[13]Su, riconosci la tua colpa,
perché sei stata infedele al Signore tuo Dio;
hai profuso l'amore agli stranieri
sotto ogni albero verde
e non hai ascoltato la mia voce. Oracolo del Signore.
Il popolo messianico a Sion
[14]Ritornate, figli traviati - dice il Signore - perché
io sono il vostro padrone. Io vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna
famiglia e vi condurrò a Sion. [15]Vi darò pastori secondo il mio cuore,
i quali vi guideranno con scienza e intelligenza. [16]Quando poi vi
sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni - dice il
Signore - non si parlerà più dell'arca dell'alleanza del Signore; nessuno ci
penserà né se ne ricorderà; essa non sarà rimpianta né rifatta. [17]In
quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore; tutti i popoli vi si
raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più la caparbietà del loro
cuore malvagio. [18]In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa
di Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione settentrionale nel
paese che io avevo dato in eredità ai loro padri.
Seguito del poema sulla conversione
[19]Io pensavo:
Come vorrei considerarti tra i miei figli
e darti una terra invidiabile,
un'eredità che sia l'ornamento più prezioso dei popoli!
Io pensavo: Voi mi direte: Padre mio,
e non tralascerete di seguirmi.
[20]Ma come una donna è infedele al suo amante,
così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me».
Oracolo del Signore.
[21]Sui colli si ode una voce,
pianto e gemiti degli Israeliti,
perché hanno reso tortuose le loro vie,
si sono dimenticati del Signore loro Dio.
[22]«Ritornate, figli traviati,
io risanerò le vostre ribellioni».
«Ecco, noi veniamo a te
perché tu sei il Signore nostro Dio.
[23]In realtà, menzogna sono le colline,
come anche il clamore sui monti;
davvero nel Signore nostro Dio
è la salvezza di Israele.
[24]L'infamia ha divorato fino dalla nostra giovinezza
il frutto delle fatiche dei nostri padri,
i loro greggi e i loro armenti,
i loro figli e le loro figlie.
[25]Avvolgiamoci nella nostra vergogna,
la nostra confusione ci ricopra,
perché abbiamo peccato contro il Signore nostro Dio,
noi e i nostri padri,
dalla nostra giovinezza fino ad oggi;
non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio».
Capitolo 4
[1]«Se vuoi ritornare, o Israele - dice il Signore -
a me dovrai ritornare.
Se rigetterai i tuoi abomini,
non dovrai più vagare lontano da me.
[2]Il tuo giuramento sarà: Per la vita del Signore,
con verità, rettitudine e giustizia.
Allora i popoli si diranno benedetti da te
e di te si vanteranno».
[3]Dice il Signore
agli uomini di Giuda e a Gerusalemme:
«Dissodatevi un terreno incolto
e non seminate fra le spine.
[4]Circoncidetevi per il Signore,
circoncidete il vostro cuore,
uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme,
perché la mia ira non divampi come fuoco
e non bruci senza che alcuno la possa spegnere,
a causa delle vostre azioni perverse.
L'invasione dal nord
[5]Annunziatelo in Giuda,
fatelo udire a Gerusalemme;
suonate la tromba nel paese,
gridate a piena voce e dite:
Radunatevi ed entriamo nelle città fortificate.
[6]Alzate un segnale verso Sion;
fuggite, non indugiate,
perchè io mando da settentrione una sventura
e una grande rovina.
[7]Il leone è balzato dalla boscaglia,
il distruttore di nazioni
si è mosso dalla sua dimora
per ridurre la tua terra a una desolazione:
le tue città saranno distrutte,
non vi rimarranno abitanti.
[8]Per questo vestitevi di sacco,
lamentatevi e alzate grida,
perché non si è allontanata
l'ira ardente del Signore da noi.
[9]E in quel giorno, dice il Signore,
verrà meno il coraggio del re
e il coraggio dei capi;
i sacerdoti saranno costernati
e i profeti saranno stupiti.
[10]Essi diranno: Ah, Signore Dio
hai dunque del tutto ingannato
questo popolo e Gerusalemme,
quando dicevi: Voi avrete pace,
mentre una spada giunge fino alla gola».
[11]In quel tempo si dirà
a questo popolo e a Gerusalemme:
«Il vento ardente delle dune soffia dal deserto
verso la figlia del mio popolo,
non per vagliare, né per mondare il grano.
[12]Un vento minaccioso si alza per mio ordine.
Ora, anch'io voglio pronunziare
contro di essi la condanna».
[13]Ecco, egli sale come nubi
e come un turbine sono i suoi carri,
i suoi cavalli sono più veloci delle aquile.
Guai a noi che siamo perduti!
[14]Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme,
perché possa uscirne salva.
Fino a quando albergheranno in te
pensieri d'iniquità?
[15]Ecco, una voce reca la notizia da Dan,
si annunzia la sventura dalle montagne di Efraim.
[16]Annunziatelo alle genti, fatelo sapere a Gerusalemme.
Gli assedianti vengono da una terra lontana,
mandano urla contro le città di Giuda,
[17]Come custodi d'un campo l'hanno circondata,
perché si è ribellata contro di me. Oracolo del Signore.
[18]La tua condotta e le tue azioni
ti hanno causato tutto ciò.
Questo il guadagno della tua malvagità; com'è amaro!
Ora ti penetra fino al cuore.
[19]Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato.
Le pareti del mio cuore!
Il cuore mi batte forte;
non riesco a tacere,
perché ho udito uno squillo di tromba,
un fragore di guerra.
[20]Si annunzia rovina sopra rovina:
tutto il paese è devastato.
A un tratto sono distrutte le mie tende,
in un attimo i miei padiglioni.
[21]Fino a quando dovrò vedere segnali
e udire squilli di tromba?
[22]«Stolto è il mio popolo:
non mi conoscono,
sono figli insipienti,
senza intelligenza;
sono esperti nel fare il male,
ma non sanno compiere il bene».
[23]Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto,
i cieli, e non v'era luce.
[24]Guardai i monti ed ecco tremavano
e tutti i colli ondeggiavano.
[25]Guardai ed ecco non c'era nessuno
e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
[26]Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto
e tutte le sue città erano state distrutte
dal Signore e dalla sua ira ardente.
[27]Poiché dice il Signore:
«Devastato sarà tutto il paese;
io compirò uno sterminio.
[28]Pertanto la terra sarà in lutto
e i cieli lassù si oscureranno,
perché io l'ho detto e non me ne pento,
l'ho stabilito e non ritratterò».
[29]Per lo strepito di cavalieri e di arcieri
ogni città è in fuga,
vanno nella folta boscaglia
e salgono sulle rupi.
Ogni città è abbandonata,
non c'è rimasto un sol uomo.
[30]E tu, devastata, che farai?
Anche se ti vestissi di scarlatto,
ti adornassi di fregi d'oro
e ti facessi gli occhi grandi con il bistro,
invano ti faresti bella.
I tuoi amanti ti disprezzano;
essi vogliono la tua vita.
[31]Sento un grido come di donna nei dolori,
un urlo come di donna al primo parto,
è il grido della figlia di Sion,
che spasima e tende le mani:
«Guai a me! Sono affranta,
affranta per tutti gli uccisi».
Capitolo 5
Le ragioni dell'invasione
[1]Percorrete le vie di Gerusalemme,
osservate bene e informatevi,
cercate nelle sue piazze
se trovate un uomo,
uno solo che agisca giustamente
e cerchi di mantenersi fedele,
e io le perdonerò, dice il Signore.
[2]Anche quando esclamano: «Per la vita del Signore!»,
certo giurano il falso.
[3]Signore, i tuoi occhi non cercano forse la fedeltà?
Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore;
li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione.
Hanno indurito la faccia più di una rupe,
non vogliono convertirsi.
[4]Io pensavo: «Certo, sono di bassa condizione,
agiscono da stolti,
perchè non conoscono la via del Signore,
il diritto del loro Dio.
[5]Mi rivolgerò ai grandi e parlerò loro.
Certo, essi conoscono la via del Signore,
il diritto del loro Dio».
Ahimè, anche questi hanno rotto il giogo,
hanno spezzato i legami!
[6]Per questo li azzanna il leone della foresta,
il lupo delle steppe ne fa scempio,
il leopardo sta in agguato vicino alle loro città
quanti ne escono saranno sbranati;
perchè si sono moltiplicati i loro peccati,
sono aumentate le loro ribellioni.
[7]Perchè ti dovrei perdonare?
I tuoi figli mi hanno abbandonato,
hanno giurato per chi non è Dio.
Io li ho saziati ed essi hanno commesso adulterio,
si affollano nelle case di prostituzione.
[8]Sono come stalloni ben pasciuti e focosi;
ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.
[9]Non dovrei forse punirli per questo?
Oracolo del Signore.
E di un popolo come questo
non dovrei vendicarmi?
[10]Salite sui suoi filari e distruggeteli,
compite uno sterminio;
strappatene i tralci,
perchè non sono del Signore.
[11]Poichè, certo, mi si sono ribellate
la casa di Israele e la casa di Giuda».
Oracolo del Signore.
[12]Hanno rinnegato il Signore,
hanno proclamato: «Non è lui!
Non verrà sopra di noi la sventura,
non vedremo né spada né fame.
[13]I profeti sono come il vento,
la sua parola non è in essi».
[14]Perciò dice il Signore,
Dio degli eserciti:
«Questo sarà fatto loro,
poichè hanno pronunziato questo discorso:
Ecco io farò delle mie parole
come un fuoco sulla tua bocca.
Questo popolo sarà la legna che esso divorerà.
[15]Ecco manderò contro di voi
una nazione da lontano, o casa di Israele.
Oracolo del Signore.
E' una nazione valorosa,
è una nazione antica!
Una nazione di cui non conosci la lingua
e non comprendi che cosa dice.
[16]La sua faretra è come un sepolcro aperto.
Essi sono tutti prodi.
[17]Divorerà le tue messi e il tuo pane;
divorerà i tuoi figli e le tue figlie;
divorerà i greggi e gli armenti;
divorerà le tue vigne e i tuoi fichi;
distruggerà le città fortificate
nelle quali riponevi la fiducia.
La pedagogia del castigo
[18]Ma anche in quei giorni, dice il Signore,
non farò di voi uno sterminio».
[19]Allora, se diranno: «Perché il Signore nostro Dio ci
fa tutte queste cose?», tu risponderai: «Come voi avete abbandonato il Signore
e avete servito divinità straniere nel vostro paese, così servirete gli
stranieri in un paese non vostro».
In occasione di una carestia (?)
[20]Annunziatelo nella casa di Giacobbe,
fatelo udire in Giuda dicendo:
[21]«Questo dunque ascoltate,
o popolo stolto e privo di senno,
che ha occhi ma non vede,
che ha orecchi ma non ode.
[22]Voi non mi temerete? Oracolo del Signore.
Non tremerete dinanzi a me,
che ho posto la sabbia per confine al mare,
come barriera perenne che esso non varcherà?
Le sue onde si agitano ma non prevalgono,
rumoreggiano ma non l'oltrepassano».
[23]Ma questo popolo ha un cuore
indocile e ribelle;
si voltano indietro e se ne vanno,
[24]e non dicono in cuor loro:
«Temiamo il Signore nostro Dio
che elargisce la pioggia d'autunno
e quella di primavera a suo tempo,
ha fissato le settimane per la messe
e ce le mantiene costanti».
[25]Le vostre iniquità hanno sconvolto queste cose
e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere;
Ripresa del tema
[26]poiché tra il mio popolo vi sono malvagi
che spiano come cacciatori in agguato,
pongono trappole
per prendere uomini.
[27]Come una gabbia piena di uccelli,
così le loro case sono piene di inganni;
perciò diventano grandi e ricchi.
[28]Sono grassi e pingui,
oltrepassano i limiti del male;
non difendono la giustizia,
non si curano della causa dell'orfano,
non fanno giustizia ai poveri.
[29]Non dovrei forse punire queste colpe?
Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo
non dovrei vendicarmi?
[30]Cose spaventose e orribili
avvengono nel paese.
[31]I profeti predicono in nome della menzogna
e i sacerdoti governano al loro cenno;
eppure il mio popolo è contento di questo.
Che farete quando verrà la fine?
Capitolo 6
Ancora l'invasione
[1]Mettetevi in salvo, figli di Beniamino,
fuori di Gerusalemme.
In Tekòa date fiato alle trombe;
innalzate segnali su Bet-Chèrem,
perchè dal settentrione si affaccia una sventura
e una grande rovina.
[2]E' forse simile a un tenero prato la figlia di Sion?
[3]Verso di essa muovono i pastori
con i loro greggi;
le fissano le tende tutto intorno,
ognuno di loro pascola la sua parte.
[4]«Ingaggiate la santa battaglia contro di essa;
su, assaliamola in pieno giorno.
Noi sventurati! Già il giorno declina,
già si allungano le ombre della sera.
[5]Su, allora, assaliamola di notte,
distruggiamo i suoi palazzi».
[6]Perchè così dice il Signore degli eserciti:
«Tagliate i suoi alberi,
costruite un terrapieno davanti a Gerusalemme.
Essa è la città della menzogna,
in essa tutto è oppressione.
[7]Come una sorgente fa scorrere l'acqua,
così essa fa scorrere la sua iniquità.
Violenza e oppressione risuonano in essa,
dinanzi a me stanno sempre dolori e piaghe.
[8]Lasciati correggere, o Gerusalemme,
perchè io non mi allontani da te
e non ti riduca a un deserto,
a una regione disabitata».
[9]Così dice il Signore degli eserciti:
«Racimolate, racimolate come una vigna
il resto di Israele;
stendi ancora la tua mano come un vendemmiatore
verso i tuoi tralci».
[10]A chi parlerò
e chi scongiurerò perchè mi ascoltino?
Ecco, il loro orecchio non è circonciso,
sono incapaci di prestare attenzione.
Ecco, la parola del Signore è per loro
oggetto di scherno; non la gustano.
[11]Io perciò sono pieno dell'ira del Signore,
non posso più contenerla.
«Riversala sui bambini nella strada,
e anche sull'adunanza dei giovani,
perchè saranno presi insieme uomini e donne,
l'anziano e il decrepito.
[12]Le loro case passeranno a stranieri,
anche i loro campi e le donne,
perchè io stenderò la mano
sugli abitanti di questo paese».
Oracolo del Signore.
[13]Perchè dal piccolo al grande
tutti commettono frode;
dal profeta al sacerdote
tutti praticano la menzogna.
[14]Essi curano la ferita del mio popolo,
ma solo alla leggera, dicendo:
«Bene, bene!» ma bene non va.
[15]Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli,
ma non si vergognano affatto,
non sanno neppure arrossire.
«er questo cadranno con le altre vittime,
nell'ora del castigo saranno prostrati», dice il Signore.
[16]Così il Signore:
«Fermatevi nelle strade e guardate,
informatevi circa i sentieri del passato,
dove sta la strada buona e prendetela,
così troverete pace per le anime vostre».
Ma essi risposero: «Non la prenderemo!».
[17]Io ho posto sentinelle presso di voi:
«Fate attenzione allo squillo di tromba».
Essi hanno risposto: «Non ci baderemo!».
[18]Per questo ascoltate, o popoli,
e sappi, o assemblea, ciò che avverrà di loro.
[19]Ascolta, o terra!
«Ecco, io mando contro questo popolo la sventura,
il frutto dei loro pensieri,
perchè non hanno prestato attenzione alle mie parole
e hanno rigettato la mia legge.
[20]Perchè mi offrite incenso portato da Saba
e la preziosa cannella che giunge da un paese lontano?
I vostri olocausti non mi sono graditi
e non mi piacciono i vostri sacrifici».
[21]Perciò, dice il Signore:
«Ecco, io porrò per questo popolo
pietre di inciampo,
in esse inciamperanno insieme padri e figli;
vicini e amici periranno».
[22]Così dice il Signore:
«Ecco un popolo viene da un paese del settentrione,
una grande nazione si muove dall'etremità della terra.
[23]Impugnano archi e lance;
sono crudeli, senza pietà.
Il loro clamore è come quello di un mare agitato;
essi montano cavalli:
sono pronti come un solo guerriero alla battaglia
contro di te, figlia di Sion».
[24]«Abbiamo udito la loro fama,
ci sono cadute le braccia;
l'angoscia si è impadronita di noi,
come spasimo di partoriente».
[25]Non uscite nei campi
e non camminate per le strade,
perchè la spada nemica
e il terrore sono tutt'intorno.
[26]Figlia del mio popolo, vèstiti di sacco
e ròtolati nella polvere.
Fa' lutto come per un figlio unico,
lamèntati amaramente,
perchè piomberà improvviso
il distruttore su di noi!
[27]Io ti ho posto come saggiatore fra il mio popolo,
perché tu conoscessi e saggiassi la loro condotta.
[28]Essi sono tutti ribelli,
spargono calunnie,
tutti sono corrotti.
[29]Il mantice soffia con forza,
il piombo è consumato dal fuoco;
invano si vuol raffinarlo a ogni costo,
le scorie non si separano.
[30]Scoria di argento si chiamano,
perché il Signore li ha rigettati.
Capitolo 7
2. ORACOLI
PRONUNZIATI SOPRATTUTTO
AL TEMPO DI
IOIAKIM
Il vero culto
a) L'attacco contro il tempio
[1]Questa è la parola che fu rivolta dal Signore a
Geremia: [2]«Fermati alla porta del tempio del Signore e là pronunzia
questo discorso dicendo: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda
che attraversate queste porte per prostrarvi al Signore. [3]Così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Migliorate la vostra condotta e le
vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo. [4]Pertanto non
confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono: Tempio del Signore,
tempio del Signore, tempio del Signore è questo! [5]Poiché, se veramente
emenderete la vostra condotta e le vostre azioni, se realmente pronunzierete
giuste sentenze fra un uomo e il suo avversario; [6]se non opprimerete
lo straniero, l'orfano e la vedova, se non spargerete il sangue innocente in
questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia altri dei, [7]io vi
farò abitare in questo luogo, nel paese che diedi ai vostri padri da lungo
tempo e per sempre. [8]Ma voi confidate in parole false e ciò non vi
gioverà: [9]rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso,
bruciare incenso a Baal, seguire altri dei che non conoscevate. [10]Poi
venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che prende il nome
da me, e dite: Siamo salvi! per poi compiere tutti questi abomini. [11]Forse
è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me?
Anch'io, ecco, vedo tutto questo. Parola del Signore. [12]Andate,
dunque, nella mia dimora che era in Silo, dove avevo da principio posto il mio
nome; considerate che cosa io ne ho fatto a causa della malvagità di Israele,
mio popolo. [13]Ora, poiché avete compiuto tutte queste azioni - parola
del Signore - e, quando vi ho parlato con premura e sempre, non mi avete
ascoltato e, quando vi ho chiamato, non mi avete risposto, [14]io
tratterò questo tempio che porta il mio nome e nel quale confidate e questo
luogo che ho concesso a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo. [15]Vi
scaccerò davanti a me come ho scacciato tutti i vostri fratelli, tutta la
discendenza di Efraim.
b) Gli dei stranieri
[16]Tu poi, non pregare per questo popolo, non innalzare
per esso suppliche e preghiere né insistere presso di me, perché non ti
ascolterò. [17]Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e nelle
strade di Gerusalemme? [18]I figli raccolgono la legna, i padri
accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla
Regina del cielo; poi si compiono libazioni ad altri dei per offendermi. [19]Ma
forse costoro offendono me - oracolo del Signore - o non piuttosto se stessi a
loro vergogna?». [20]Pertanto, dice il Signore Dio: «Ecco il mio furore,
la mia ira si riversa su questo luogo, sugli uomini e sul bestiame, sugli
alberi dei campi e sui frutti della terra e brucerà senza estinguersi».
c) Il culto senza fedeltà
[21]Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
«Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne! [22]In
verità io non parlai né diedi comandi sull'olocausto e sul sacrificio ai vostri
padri, quando li feci uscire dal paese d'Egitto. [23]Ma questo comandai
loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio
popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate
felici. [24]Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi
procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi
la faccia mi han voltato le spalle, [25]da quando i loro padri uscirono
dal paese d'Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i
profeti, con premura e sempre; [26]eppure essi non li ascoltarono e non
prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro
padri. [27]Tu dirai loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno;
li chiamerai, ma non ti risponderanno. [28]Allora dirai loro: Questo è
il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio né accetta la correzione.
La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca.
d) Di nuovo il culto illegittimo; minaccia di esilio
[29]Taglia la tua chioma e gettala via
e intona sulle alture un canto lugubre,
perché il Signore ha rigettato e abbandonato
la generazione che è oggetto della sua ira.
[30]Perché i figli di Giuda hanno commesso ciò che è male
ai miei occhi, oracolo del Signore. Hanno posto i loro abomini nel tempio che
prende il nome da me, per contaminarlo. [31]Hanno costruito l'altare di
Tofet, nella valle di Ben-Hinnòn, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie,
cosa che io non ho mai comandato e che non mi è mai venuta in mente. [32]Perciò
verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali non si chiamerà più Tofet né
valle di Ben-Hinnòn, ma valle della Strage. Allora si seppellirà in Tofet,
perché non ci sarà altro luogo. [33]I cadaveri di questo popolo saranno
pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà. [34]Io
farò cessare nelle città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme le grida di gioia
e la voce dell'allegria, la voce dello sposo e della sposa, poiché il paese
sarà ridotto un deserto».
Capitolo 8
[1]«In quel tempo - oracolo del Signore - si estrarranno
dai loro sepolcri le ossa dei re di Giuda, le ossa dei suoi capi, dei
sacerdoti, dei profeti e degli abitanti di Gerusalemme. [2]Esse saranno
sparse in onore del sole, della luna e di tutta la milizia del cielo che essi
amarono, servirono, seguirono, consultarono e adorarono. Non saranno più
raccolte né sepolte, ma rimarranno come letame sulla terra. [3]Allora la
morte sarà preferibile alla vita per tutti quelli che resteranno di questa
razza malvagia in ogni luogo, dove li avrò dispersi». Oracolo del Signore degli
eserciti.
Minacce, lamenti, istruzioni. Traviamento di Israele
[4]Tu dirai loro: «Così dice il Signore:
Forse chi cade non si rialza
e chi perde la strada non torna indietro?
[5]Perché allora questo popolo
si ribella con continua ribellione?
Persistono nella malafede,
rifiutano di convertirsi.
[6]Ho fatto attenzione e ho ascoltato;
essi non parlano come dovrebbero.
Nessuno si pente della sua malizia,
dicendo: Che ho fatto?
Ognuno segue senza voltarsi la sua corsa
come un cavallo che si lanci nella battaglia.
[7]Anche la cicogna nel cielo
conosce i suoi tempi;
la tortora, la rondinella e la gru
osservano la data del loro ritorno;
il mio popolo, invece, non conosce
il comando del Signore.
La legge nelle mani dei sacerdoti
[8]Come potete dire: Noi siamo saggi,
la legge del Signore è con noi?
A menzogna l'ha ridotta
la penna menzognera degli scribi!
[9]I saggi saranno confusi,
sconcertati e presi come in un laccio.
Essi hanno rigettato la parola del Signore,
quale sapienza possono avere?
Ripresa di un frammento con minacce
[10]Per questo darò le loro donne ad altri,
i loro campi ai conquistatori,
perché, dal piccolo al grande,
tutti commettono frode;
dal profeta al sacerdote,
tutti praticano la menzogna.
[11]Essi curano la ferita del mio popolo
ma solo alla leggera, dicendo: Bene, bene!
ma bene non va.
[12]Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli,
ma non si vergognano affatto,
non sanno neppure arrossire.
Per questo cadranno con le altre vittime,
nell'ora del castigo saranno prostrati» dice il Signore.
Minacce alla vigna - Giuda
[13]«Li mieto e li anniento,
dice il Signore,
non c'è più uva nella vigna
né frutti sui fichi;
anche le foglie son avvizzite.
Ho procurato per loro degli invasori».
[14]«Perché ce ne stiamo seduti?
Riunitevi, entriamo nelle fortezze
e moriamo in esse,
poiché il Signore nostro Dio ci fa perire.
Egli ci fa bere acque avvelenate,
perché abbiamo peccato contro di lui.
[15]Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene;
l'ora della salvezza, ed ecco il terrore».
[16]Da Dan si sente
lo sbuffare dei suoi cavalli;
al rumore dei nitriti dei suoi destrieri
trema tutta la terra.
Vengono e divorano il paese e quanto in esso si trova,
la città e i suoi abitanti.
[17]«Ecco, io sto per mandarvi
serpenti velenosi
contro i quali non esiste incantesimo,
ed essi vi morderanno»
dice il Signore.
Lamento del profeta per una carestia
[18]Cercai di rasserenarmi, superando il mio dolore,
ma il mio cuore vien meno.
[19]Ecco odo le grida della figlia del mio popolo
da una terra lunga e larga:
«Forse il Signore non si trova in Sion,
il suo re non vi abita più?».
Perché mi hanno provocato all'ira con i loro idoli
e con queste nullità straniere?
[20]E' passata la stagione della messe, è finita l'estate
e noi non siamo stati soccorsi.
[21]Per la ferita della figlia del mio popolo sono
affranto,
sono costernato, l'orrore mi ha preso.
[22]Non v'è forse balsamo in Gàlaad?
Non c'è più nessun medico?
Perché non si cicatrizza
la ferita della figlia del mio popolo?
[23]Chi farà del mio capo una fonte di acqua,
dei miei occhi una sorgente di lacrime,
perché pianga giorno e notte
gli uccisi della figlia del mio popolo?
Capitolo 9
Corruzione morale di Giuda
[1]Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti?
Io lascerei il mio popolo e mi allontanerei da lui,
perché sono tutti adùlteri, una massa di traditori.
[2]Tendono la loro lingua come un arco;
la menzogna e non la verità
domina nel paese.
Passano da un delitto all'altro
e non conoscono il Signore.
[3]Ognuno si guardi dal suo amico,
non fidatevi neppure del fratello,
poiché ogni fratello inganna il fratello,
e ogni amico va spargendo calunnie.
[4]Ognuno si beffa del suo prossimo,
nessuno dice la verità.
Hanno abituato la lingua a dire menzogne,
operano l'iniquità, incapaci di convertirsi.
[5]Angheria sopra angheria, inganno su inganno;
rifiutano di conoscere il Signore.
[6]Perciò dice il Signore degli eserciti:
«Ecco li raffinerò al crogiuolo e li saggerò;
come dovrei comportarmi con il mio popolo?
[7]Una saetta micidiale è la loro lingua,
inganno le parole della loro bocca.
Ognuno parla di pace con il prossimo,
mentre nell'intimo gli ordisce un tranello
[8]Non dovrei forse punirli per tali cose?
Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?».
Lamenti a Sion
[9]Sui monti alzerò gemiti e lamenti,
un pianto di lutto sui pascoli della steppa,
perché sono riarsi, nessuno più vi passa,
né più si ode il grido del bestiame.
Dagli uccelli dell'aria alle bestie
tutti sono fuggiti, scomparsi.
[10]«Ridurrò Gerusalemme un cumulo di rovine,
rifugio di sciacalli;
le città di Giuda ridurrò alla desolazione,
senza abitanti».
[11]Chi è tanto saggio da comprendere questo?
A chi la bocca del Signore ha parlato perché lo annunzi?
Perché il paese è devastato,
desolato come un deserto senza passanti?
[12]Ha detto il Signore: «E' perché hanno abbandonato la
legge che avevo loro posto innanzi e non hanno ascoltato la mia voce e non
l'hanno seguita, [13]ma han seguito la caparbietà del loro cuore e i
Baal, che i loro padri avevano fatto loro conoscere». [14]Pertanto così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Ecco, darò loro in cibo
assenzio, farò loro bere acque avvelenate; [15]li disperderò in mezzo a
popoli che né loro né i loro padri hanno conosciuto e manderò dietro a loro la
spada finché non li abbia sterminati».
Così dice il Signore degli eserciti:
[16]Attenti, chiamate le lamentatrici, che vengano!
Fate venire le più brave!
Accorrano
[17]e facciano presto, per intonare su di noi un lamento.
Sgorghino lacrime dai nostri occhi,
il pianto scorra dalle nostre ciglia,
[18]perché una voce di lamento si ode da Sion:
«Come siamo rovinati,
come profondamente confusi,
poiché dobbiamo abbandonare il paese,
lasciare le nostre abitazioni».
[19]Udite, dunque, o donne, la parola del Signore;
i vostri orecchi accolgano la parola della sua bocca.
Insegnate alle vostre figlie il lamento,
l'una all'altra un canto di lutto:
[20]«La morte è entrata per le nostre finestre,
si è introdotta nei nostri palazzi,
abbattendo i fanciulli nella via
e i giovani nelle piazze.
[21]I cadaveri degli uomini giacciono - dice il Signore -
come letame sui campi,
come covoni dietro il mietitore
e nessuno li raccoglie».
La vera saggezza
[22]Così dice il Signore:
«Non si vanti il saggio della sua saggezza
e non si vanti il forte della sua forza,
non si vanti il ricco delle sue ricchezze.
[23]Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo,
di avere senno e di conoscere me,
perché io sono il Signore che agisce con misericordia,
con diritto e con giustizia sulla terra;
di queste cose mi compiaccio».
Parola del Signore.
La circoncisione, falsa garanzia
[24]«Ecco,
giorni verranno - oracolo del Signore - nei quali punirò tutti i circoncisi che
rimangono non circoncisi: [25]l'Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i
Moabiti e tutti coloro che si tagliano i capelli alle estremità delle tempie, i
quali abitano nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa di
Israele sono incirconcisi nel cuore». |
Capitolo 10
Idoli e vero Dio
[1]Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge,
casa di Israele.
[2]Così dice il Signore:
«Non imitate la condotta delle genti
e non abbiate paura dei segni del cielo,
perché le genti hanno paura di essi.
[3]Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla,
non è che un legno tagliato nel bosco,
opera delle mani di chi lavora con l'ascia.
[4]E' ornato di argento e di oro,
è fissato con chiodi e con martelli,
perché non si muova.
[5]Gli idoli sono come uno spauracchio
in un campo di cocòmeri,
non sanno parlare,
bisogna portarli, perché non camminano.
Non temeteli, perché non fanno alcun male,
come non è loro potere fare il bene».
[6]Non sono come te, Signore;
tu sei grande
e grande la potenza del tuo nome.
[7]Chi non ti temerà, re delle nazioni?
Questo ti conviene,
poiché fra tutti i saggi delle nazioni
e in tutti i loro regni
nessuno è simile a te.
[8]Sono allo stesso tempo stolti e testardi;
vana la loro dottrina, come un legno.
[9]Argento battuto e laminato portato da Tarsìs
e oro di Ofir,
lavoro di artista e di mano di orafo,
di porpora e di scarlatto è la loro veste:
tutti lavori di abili artisti.
[10]Il Signore, invece, è il vero Dio,
egli è Dio vivente e re eterno;
al suo sdegno trema la terra,
i popoli non resistono al suo furore.
[11]Direte loro:
«Gli dei che non hanno fatto il cielo e la terra scompariranno dalla terra e
sotto il cielo».
[12]Egli ha formato la terra con potenza,
ha fissato il mondo con sapienza,
con intelligenza ha disteso i cieli.
[13]Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel
cielo.
Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce lampi per la pioggia
e manda fuori il vento dalle sue riserve.
[14]Rimane inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orafo per i suoi idoli,
poiché è menzogna ciò che ha fuso
e non ha soffio vitale.
[15]Essi sono vanità, opere ridicole;
al tempo del loro castigo periranno.
[16]Non è tale l'eredità di Giacobbe,
perché egli ha formato ogni cosa.
Israele è la tribù della sua eredità,
Signore degli eserciti è il suo nome.
Panico nel paese
[17]Raccogli il tuo fardello fuori dal paese,
tu che sei cinta d'assedio,
[18]poiché dice il Signore:
«Ecco, questa volta, caccerò lontano
gli abitanti del paese;
li ridurrò alle strette, perché mi ritrovino».
[19]Guai a me a causa della mia ferita;
la mia piaga è incurabile.
Eppure io avevo pensato:
«E' solo un dolore che io posso sopportare».
[20]La mia tenda è sfasciata
tutte le mie corde sono rotte.
I miei figli si sono allontanati da me e più non sono.
Nessuno pianta ancora la mia tenda
e stende i miei teli.
[21]I pastori sono diventati insensati,
non hanno ricercato più il Signore;
per questo non hanno avuto successo,
anzi è disperso tutto il loro gregge.
[22]Si ode un rumore che avanza
e un grande frastuono giunge da settentrione,
per ridurre le città di Giuda un deserto,
un rifugio di sciacalli.
[23]«Lo so, Signore, che l'uomo non è padrone della sua via,
non è in potere di chi cammina il dirigere i suoi passi.
[24]Correggimi, Signore, ma con giusta misura,
non secondo la tua ira, per non farmi vacillare».
[25]Riversa la tua collera sui popoli
che non ti conoscono
e sulle stirpi
che non invocano il tuo nome,
poiché hanno divorato Giacobbe
l'hanno divorato e consumato,
e hanno distrutto la sua dimora.
Capitolo 11
Geremia e le parole dell'alleanza
[1]Questa la
parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]«Ascolta le
parole di questa alleanza e tu riferiscile agli uomini di Giuda e agli
abitanti di Gerusalemme. [3]Dirai loro: Dice il Signore Dio di
Israele: Maledetto l'uomo che non ascolta le parole di questa alleanza, [4]che
io imposi ai vostri padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto, dal
crogiuolo di ferro, dicendo: Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi ho
comandato; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio, [5]così
che io possa mantenere il giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una
terra dove scorrono latte e miele, come oggi possedete». Io risposi: «Così
sia, Signore!». [6]E il Signore mi disse: «Proclama tutte queste
parole nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, dicendo: Ascoltate
le parole di questa alleanza e mettetele in pratica! [7]Poiché io ho
più volte scongiurato i vostri padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto
e fino ad oggi, ammonendoli premurosamente ogni giorno: Ascoltate la mia
voce! [8]Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; ognuno seguì
la caparbietà del suo cuore malvagio. Perciò ho attuato nei loro riguardi
tutte le parole di questa alleanza che avevo ordinato loro di osservare e non
osservarono». [9]Il Signore mi disse: «Si è formata una congiura fra
gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme; [10]sono ritornati
alle iniquità dei loro primi padri che avevano rifiutato di ascoltare le mie
parole, anch'essi hanno seguito altri dei per servirli. La casa di Israele e
la casa di Giuda hanno violato l'alleanza che io avevo concluso con i loro
padri. [11]Perciò dice il Signore: Ecco manderò su di loro una
sventura alla quale non potranno sfuggire. Allora leveranno grida di aiuto
verso di me, ma io non li ascolterò; [12]allora le città di Giuda e
gli abitanti di Gerusalemme alzeranno grida di aiuto agli dei ai quali hanno
offerto incenso, ma quelli certamente non li salveranno nel tempo della loro
sciagura. [13]Perché numerosi come le tue città sono i tuoi dei, o
Giuda; numerosi come le strade di Gerusalemme gli altari che avete eretto
all'idolo, altari per bruciare incenso a Baal. [14]Tu poi, non
intercedere per questo popolo, non innalzare per esso suppliche e preghiere,
perché non ascolterò quando mi invocheranno nel tempo della loro sventura».
Rimprovero ai frequentatori del tempio
[15]Che ha da fare il mio diletto nella mia casa,
con la sua perversa condotta?
Voti e carne di sacrifici allontanano forse
da te la tua sventura,
e così potrai ancora schiamazzare di gioia?
[16]Ulivo verde, maestoso,
era il nome che il Signore ti aveva imposto.
Con grande strepito ha dato fuoco alle sue foglie,
i suoi rami si sono bruciati.
[17]Il Signore
degli eserciti che ti ha piantato preannunzia la sventura contro di te, a
causa della malvagità che hanno commesso a loro danno la casa di Israele e la
casa di Giuda irritandomi con il bruciare incenso a Baal.
Geremia perseguitato ad Anatot
[18]Il Signore me lo ha manifestato e io l'ho saputo;
allora ha aperto i miei occhi sui loro intrighi.
[19]Ero come un
agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano
contro di me, dicendo: «Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo
dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato».
[20]Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice,
che scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa.
[21]Perciò dice
il Signore riguardo agli uomini di Anatòt che attentano alla mia vita
dicendo: «Non profetare nel nome del Signore, se no morirai per mano nostra»;
[22]così dunque dice il Signore degli eserciti: «Ecco, li punirò. I
loro giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di
fame. [23]Non rimarrà di loro alcun superstite, perché manderò la
sventura contro gli uomini di Anatòt nell'anno del loro castigo».
Capitolo 12
La felicità dei cattivi
[1]Tu sei troppo giusto, Signore,
perché io possa discutere con te;
ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia.
Perché le cose degli empi prosperano?
Perché tutti i traditori sono tranquilli?
[2]Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici,
crescono e producono frutto;
tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dai loro cuori.
[3]Ma tu, Signore, mi conosci, mi vedi,
tu provi che il mio cuore è con te.
Strappali via come pecore per il macello,
riservali per il giorno dell'uccisione.
[4]Fino a quando sarà in lutto la terra
e seccherà tutta l'erba dei campi?
Per la malvagità dei suoi abitanti
le fiere e gli uccelli periscono,
poiché essi dicono: «Dio non vede i nostri passi».
[5]«Se, correndo con i pedoni, ti stanchi,
come potrai gareggiare con i cavalli?
Se non ti senti al sicuro in una regione pacifica,
che farai nella boscaglia del Giordano?
[6]Perfino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre,
perfino loro sono sleali con te;
anch'essi ti gridano dietro a piena voce;
non fidarti di loro quando ti dicono buone parole.
Lamenti del Signore sulla sua eredità invasa
[7]Io ho abbandonato la mia casa,
ho ripudiato la mia eredità;
ho consegnato ciò che ho di più caro
nelle mani dei suoi nemici.
[8]La mia eredità è divenuta per me
come un leone nella foresta;
ha ruggito contro di me,
perciò ho cominciato a odiarla.
[9]La mia eredità è forse per me come un uccello
screziato?
Gli uccelli rapaci l'assalgono da ogni parte.
Venite, radunatevi, voi tutte bestie selvatiche,
venite a divorare.
[10]Molti pastori hanno devastato la mia vigna,
hanno calpestato il mio campo.
Hanno fatto del mio campo prediletto
un deserto desolato,
[11]lo hanno ridotto una landa deserta,
in uno stato deplorevole;
sta desolato dinanzi a me.
E' devastato tutto il paese,
e nessuno se ne dà pensiero.
[12]Su tutte le alture del deserto giungono devastatori,
poiché il Signore ha una spada che divora,
da un estremo all'altro della terra;
non c'è scampo per nessuno.
[13]Essi hanno seminato grano e mietuto spine,
si sono stancati senz'alcun vantaggio;
restano confusi per il loro raccolto
a causa dell'ira ardente del Signore».
Giudizio e salvezza dei popoli vicini
[14]Così dice il
Signore: «Sradicherò dalla loro terra tutti i miei vicini malvagi, che han
messo le mani sull'eredità da me data in possesso al mio popolo Israele, come
anche strapperò la casa di Giuda di mezzo a loro. [15]Allora, dopo
averli strappati, avrò di nuovo compassione di loro e farò tornare ognuno al
suo possesso e ognuno al suo paese. [16]Se impareranno accuratamente
le usanze del mio popolo sì da giurare nel mio nome: Per la vita del Signore,
come hanno insegnato al mio popolo a giurare per Baal, allora potranno
stabilirsi in mezzo al mio popolo. [17]Se invece non ascoltano,
estirperò tutto questo popolo ed esso perirà». Oracolo del Signore.
Capitolo 13
La cintura inutilizzabile
[1]Il Signore mi
parlò così: «Và a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza
immergerla nell'acqua». [2]Io comprai la cintura secondo il comando
del Signore e me la misi ai fianchi. [3]Poi la parola del Signore mi
fu rivolta una seconda volta: [4]«Prendi la cintura che hai comprato e
che porti ai fianchi e và subito verso l'Eufrate e nascondila nella fessura
di una pietra». [5]Io andai e la nascosi presso l'Eufrate, come mi
aveva comandato il Signore. [6]Ora, dopo molto tempo, il Signore mi
disse: «Alzati, và all'Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo
comandato di nascondervi». [7]Io andai verso l'Eufrate, cercai e presi
la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta; ed ecco, la cintura era
marcita, non era più buona a nulla. [8]Allora mi fu rivolta questa
parola del Signore: [9]«Dice il Signore: In questo modo ridurrò in
marciume la grande gloria di Giuda e di Gerusalemme. [10]Questo popolo
malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la
caparbietà del suo cuore e segue altri dei per servirli e per adorarli,
diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. [11]Poiché,
come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che
aderisse a me tutta la casa di Israele e tutta la casa di Giuda - parola del
Signore - perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non
mi ascoltarono.
I boccali di vino fracassati
[12]Ora, tu
riferirai a questo popolo: Così dice il Signore Dio di Israele: Ogni boccale
va riempito di vino. Se essi ti diranno: Forse non sappiamo che ogni boccale
va riempito di vino? [13]tu risponderai loro : Così parla il Signore:
Ecco io renderò tutti ubriachi gli abitanti di questo paese, i re che siedono
sul trono di Davide, i sacerdoti, i profeti e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. [14]Poi fracasserò, gli uni contro gli altri, i padri e i
figli insieme - dice il Signore-; non avrò pietà, non li risparmierò né userò
misericordia nel distruggerli».
Prospettive di esilio
[15]Ascoltate e porgete l'orecchio,
non montate in superbia, perché il Signore parla.
[16]Date gloria al Signore vostro Dio,
prima che venga l'oscurità
e prima che inciampino i vostri piedi
sui monti, al cadere della notte.
Voi aspettate la luce, ma egli la ridurrà in tenebre
e la muterà in densa oscurità!
[17]Se voi non ascolterete,
io piangerò in segreto
dinanzi alla vostra superbia;
il mio occhio si scioglierà in lacrime,
perché sarà deportato il gregge del Signore.
Minacce a Ioiachin
[18]Dite al re e alla regina madre:
«Sedete giù in basso,
poiché vi è caduta dalla testa
la vostra preziosa corona».
[19]Le città del mezzogiorno sono bloccate,
nessuno le libera.
Tutto Giuda è stato deportato
con una deportazione totale.
Ammonizione a Gerusalemme che non si converte
[20]Alza gli occhi e osserva
coloro che vengono dal settentrione;
dov'è il gregge che ti è stato consegnato,
le tue pecore magnifiche?
[21]Che dirai quando saranno posti sopra di te come capi
coloro che tu stessa hai abituato
a essere tuoi amici?
Non ti prenderanno forse i dolori
come una partoriente?
[22]Se dirai in cuor tuo:
«Perché mi capita tutto ciò?».
Per l'enormità delle tue iniquità
sono stati strappati i lembi della tua veste,
il tuo corpo ha subìto violenza.
[23]Cambia forse un Etiope la sua pelle
o un leopardo la sua picchiettatura?
Allo stesso modo, potrete fare il bene
anche voi abituati a fare il male?
[24]Perciò vi disperderò come paglia
portata via dal vento del deserto.
[25]Questa è la tua sorte,
la parte che ti è destinata da me
- oracolo del Signore -
perché mi hai dimenticato
e hai confidato nella menzogna.
[26]Anch'io solleverò le tue vesti fino al volto,
così si vedrà la tua vergogna,
[27]i tuoi adultèri e i tuoi richiami d'amore,
l'ignominia della tua prostituzione!
Sulle colline e per i piani ho visto i tuoi orrori.
Guai a te, Gerusalemme, perché non ti purifichi!
Per quanto tempo ancora?
Capitolo 14
La grande siccità
[1]Parola che il Signore rivolse a Geremia in occasione
della siccità:
[2]Giuda è in lutto,
le sue città languiscono,
sono a terra nello squallore;
il gemito di Gerusalemme sale al cielo.
[3]I ricchi mandano i loro servi in cerca d'acqua;
essi si recano ai pozzi,
ma non ve la trovano
e tornano con i recipienti vuoti.
Sono delusi e confusi e si coprono il capo.
[4]Per il terreno screpolato,
perché non cade pioggia nel paese,
gli agricoltori sono delusi e confusi
e si coprono il capo.
[5]La cerva partorisce nei campi e abbandona il parto,
perché non c'è erba.
[6]Gli ònagri si fermano sui luoghi elevati
e aspirano l'aria come sciacalli;
i loro occhi languiscono,
perché non si trovano erbaggi.
[7]«Se le nostre iniquità testimoniano contro di noi,
Signore, agisci per il tuo nome!
Certo, sono molte le nostre infedeltà,
abbiamo peccato contro di te.
[8]O speranza di Israele,
suo salvatore al tempo della sventura,
perché vuoi essere come un forestiero nel paese
e come un viandante che si ferma solo una notte?
[9]Perché vuoi essere come un uomo sbigottito,
come un forte incapace di aiutare?
Eppure tu sei in mezzo a noi, Signore,
e noi siamo chiamati con il tuo nome,
non abbandonarci!».
[10]Così dice il
Signore di questo popolo: «Piace loro andare vagando, non fermano i loro
passi». Per questo il Signore non li gradisce. Ora egli ricorda la loro
iniquità e punisce i loro peccati. [11]Il Signore mi ha detto: «Non
intercedere a favore di questo popolo, per il suo benessere. [12]Anche
se digiuneranno, non ascolterò la loro supplica; se offriranno olocausti e
sacrifici, non li gradirò; ma li distruggerò con la spada, la fame e la
peste». [13]Allora ho soggiunto: «Ahimè, Signore Dio, dicono i
profeti: Non vedrete la spada, non soffrirete la fame, ma vi concederò una
pace perfetta in questo luogo». [14]Il Signore mi ha detto: «I profeti
hanno predetto menzogne in mio nome; io non li ho inviati, non ho dato ordini
né ho loro parlato. Vi annunziano visioni false, oracoli vani e suggestioni
della loro mente». [15]Perciò così dice il Signore: «I profeti che
predicono in mio nome, senza che io li abbia inviati, e affermano: Spada e
fame non ci saranno in questo paese, questi profeti finiranno di spada e di
fame. [16]Gli uomini ai quali essi predicono saranno gettati per le
strade di Gerusalemme in seguito alla fame e alla spada e nessuno seppellirà
loro, le loro donne, i loro figli e le loro figlie. Io rovescerò su di essi
la loro malvagità».
[17]Tu riferirai questa parola:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
[18]Se esco in aperta campagna,
ecco i trafitti di spada;
se percorro la città,
ecco gli orrori della fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare.
[19]Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpito, e non c'è rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene,
l'ora della salvezza ed ecco il terrore!
[20]Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità,
l'iniquità dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te.
[21]Ma per il tuo nome non abbandonarci,
non render spregevole il trono della tua gloria.
Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi.
[22]Forse fra i vani idoli delle nazioni c'è chi fa
piovere?
O forse i cieli mandan rovesci da sé?
Non sei piuttosto tu, Signore nostro Dio?
In te abbiamo fiducia,
perché tu hai fatto tutte queste cose».
Capitolo 15
[1]Il Signore mi
disse: «Anche se Mosè e Samuele si presentassero davanti a me, io non mi
piegherei verso questo popolo. Allontanali da me, se ne vadano!» [2]Se
ti domanderanno: «Dove andremo?» dirai loro: Così dice il Signore:
Chi è destinato alla peste, alla peste,
Chi alla spada, alla spada,
chi alla fame, alla fame,
chi alla schiavitù, alla schiavitù.
[3]Io manderò
contro di loro quattro specie di mali - parola del Signore -: la spada per
ucciderli, i cani per sbranarli, gli uccelli dell'aria e le bestie selvatiche
per divorarli e distruggerli. [4]Li renderò oggetto di spavento per
tutti i regni della terra a causa di Manàsse figlio di Ezechia, re di Giuda,
per ciò che egli ha fatto in Gerusalemme.
La sventura della guerra
[5]Chi avrà pietà di te, Gerusalemme,
chi ti compiangerà?
Chi si volterà
per domandarti come stai?
[6]Tu mi hai respinto,
dice il Signore,
mi hai voltato le spalle
e io ho steso la mano su di te per annientarti;
sono stanco di avere pietà.
[7]Io li ho dispersi al vento con la pala
nelle città della contrada.
Ho reso senza figli e ho fatto perire il mio popolo,
perché non abbandonarono le loro abitudini.
[8]Le loro vedove sono diventate
più numerose della sabbia del mare.
Ho mandato sulle madri e sui giovani
un devastatore in pieno giorno;
d'un tratto ho fatto piombare su di loro
turbamento e spavento.
[9]E' abbattuta la madre di sette figli,
esala il suo respiro;
il suo sole tramonta quando è ancor giorno,
è coperta di vergogna e confusa.
Io consegnerò i loro superstiti alla spada,
in preda ai loro nemici». Oracolo del Signore.
Rinnovo della vocazione
[10]Me infelice, madre mia, che mi hai partorito
oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese!
Non ho preso prestiti, non ho prestato a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.
[11]Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio,
non mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico,
nel tempo della sventura e nel tempo dell'angoscia?
[12]Potrà forse il ferro spezzare
il ferro del settentrione e il bronzo?
[13]«I tuoi averi e i tuoi tesori
li abbandonerò al saccheggio,
non come pagamento, per tutti i peccati
che hai commessi in tutti i tuoi territori.
[14]Ti renderò schiavo dei tuoi nemici
in una terra che non conosci,
perché si è acceso il fuoco della mia ira,
che arderà contro di voi».
[15]Tu lo sai, Signore,
ricordati di me e aiutami,
vendicati per me dei miei persecutori.
Nella tua clemenza non lasciarmi perire,
sappi che io sopporto insulti per te.
[16]Quando le tue parole mi vennero incontro,
le divorai con avidità;
la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,
perché io portavo il tuo nome,
Signore, Dio degli eserciti.
[17]Non mi sono seduto per divertirmi
nelle brigate di buontemponi,
ma spinto dalla tua mano sedevo solitario,
poiché mi avevi riempito di sdegno.
[18]Perché il mio dolore è senza fine
e la mia piaga incurabile non vuol guarire?
Tu sei diventato per me un torrente infido,
dalle acque incostanti.
[19]Ha risposto allora il Signore:
«Se tu ritornerai a me, io ti riprenderò
e starai alla mia presenza;
se saprai distinguere ciò che è prezioso
da ciò che è vile,
sarai come la mia bocca.
Essi torneranno a te,
mentre tu non dovrai tornare a loro,
[20]ed io, per questo popolo, ti renderò
come un muro durissimo di bronzo;
combatteranno contro di te
ma non potranno prevalere,
perché io sarò con te
per salvarti e per liberarti.
Oracolo del Signore.
[21]Ti libererò dalle mani dei malvagi
e ti riscatterò dalle mani dei violenti».
Capitolo 16
La vita del profeta come segno
[1]Mi fu rivolta
questa parola del Signore: [2]«Non prendere moglie, non aver figli né
figlie in questo luogo, [3]perché dice il Signore riguardo ai figli e
alle figlie che nascono in questo luogo e riguardo alle madri che li
partoriscono e ai padri che li generano in questo paese: [4]Moriranno
di malattie strazianti, non saranno rimpianti né sepolti, ma saranno come
letame sulla terra. Periranno di spada e di fame; i loro cadaveri saranno
pasto degli uccelli dell'aria e delle bestie della terra». [5]Poiché
così dice il Signore: «Non entrare in una casa dove si fa un banchetto
funebre, non piangere con loro né commiserarli, perché io ho ritirato da
questo popolo la mia pace - dice il Signore - la mia benevolenza e la mia
compassione. [6]Moriranno in questo paese grandi e piccoli; non
saranno sepolti né si farà lamento per essi; nessuno si farà incisioni né si
taglierà i capelli. [7]Non si spezzerà il pane all'afflitto per
consolarlo del morto e non gli si darà da bere il calice della consolazione
per suo padre e per sua madre. [8]Non entrare nemmeno in una casa dove
si banchetta per sederti a mangiare e a bere con loro, [9]poiché così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, sotto i vostri occhi e
nei vostri giorni farò cessare da questo luogo le voci di gioia e di
allegria, la voce dello sposo e della sposa. [10]Quando annunzierai a
questo popolo tutte queste cose, ti diranno: Perché il Signore ha decretato
contro di noi questa sventura così grande? Quali iniquità e quali peccati
abbiamo commesso contro il Signore nostro Dio? [11]Tu allora
risponderai loro: Perché i vostri padri mi abbandonarono - parola del Signore
- seguirono altri dei, li servirono e li adorarono, mentre abbandonarono me e
non osservarono la mia legge. [12]Voi però avete agito peggio dei
vostri padri; ognuno di voi, infatti, segue la caparbietà del suo cuore
malvagio rifiutandosi di ascoltarmi. [13]Perciò vi scaccerò da questo
paese verso un paese che né voi né i vostri padri avete conosciuto e là
servirete divinità straniere giorno e notte, poiché io non vi userò più
misericordia.
Il ritorno dei dispersi in Israele
[14]Pertanto,
ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali non si dirà più: Per
la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto; [15]ma
piuttosto si dirà: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti
dal paese del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi. E io
li ricondurrò nel loro paese che avevo concesso ai loro padri.
Annunzio dell'invasione
[16]Ecco, io
invierò numerosi pescatori - dice il Signore - che li pescheranno; quindi
invierò numerosi cacciatori che daranno loro la caccia su ogni monte, su ogni
colle e nelle fessure delle rocce; [17]poiché i miei occhi osservano
le loro vie che non possono restar nascoste dinanzi a me, né si può occultare
la loro iniquità davanti ai miei occhi. [18]Innanzi tutto ripagherò
due volte la loro iniquità e il loro peccato, perché hanno profanato il mio
paese con i cadaveri dei loro idoli e hanno riempito la mia eredità con i
loro abomini».
La conversione delle nazioni
[19]Signore, mia forza e mia difesa,
mio rifugio nel giorno della tribolazione,
a te verranno i popoli
dalle estremità della terra e diranno:
«I nostri padri ereditarono soltanto menzogna,
vanità che non giovano a nulla».
[20]Può forse l'uomo fabbricarsi dei?
Ma questi non sono dei!
[21]Perciò, ecco io mostrerò loro,
rivolgerò loro questa volta
la mia mano e la mia forza.
Essi sapranno che il mio nome è Signore.
Capitolo 17
Colpe cultuali in Giuda
[1]Il peccato di Giuda è scritto
con uno stilo di ferro,
con una punta di diamante
è inciso sulla tavola del loro cuore
e sugli angoli dei loro altari,
[2]come per ricordare ai loro figli
i loro altari e i loro pali sacri presso gli alberi verdi,
sui colli elevati,
[3]sui monti e in aperta campagna.
«I tuoi averi e tutti i tuoi tesori
li abbandonerò al saccheggio,
a motivo di tutti i peccati
che hai commessi in tutti i tuoi territori.
[4]Tu dovrai ritirare la mano dall'eredità
che ti avevo data;
ti farò schiavo dei tuoi nemici
in un paese che non conosci,
perché avete acceso il fuoco della mia ira,
che arderà sempre».
Così dice il Signore:
Sentenze di saggezza
[5]«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e il cui cuore si allontana dal Signore.
[6]Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il bene non lo vede;
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
[7]Benedetto l'uomo che confida nel Signore
e il Signore è sua fiducia.
[8]Egli è come un albero piantato lungo l'acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi;
nell'anno della siccità non intristisce,
non smette di produrre i suoi frutti.
[9]Più fallace di ogni altra cosa
è il cuore e difficilmente guaribile;
chi lo può conoscere?
[10]Io, il Signore, scruto la mente
e saggio i cuori,
per rendere a ciascuno secondo la sua condotta,
secondo il frutto delle sue azioni.
[11]Come una pernice che cova uova da lei non deposte
è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia.
A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle
e alla sua fine apparirà uno stolto».
Fiducia nel tempio e nel Signore
[12]Trono di gloria, eccelso fin dal principio,
è il luogo del nostro santuario!
[13]O speranza di Israele, Signore,
quanti ti abbandonano resteranno confusi;
quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere,
perché hanno abbandonato
la fonte di acqua viva, il Signore.
Una preghiera di vendetta
[14]Guariscimi, Signore, e io sarò guarito,
salvami e io sarò salvato,
poiché tu sei il mio vanto.
[15]Ecco, essi mi dicono:
«Dov'è la parola del Signore?
Si compia finalmente!».
[16]Io non ho insistito presso di te nella sventura
né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai.
Ciò che è uscito dalla mia bocca è innanzi a te.
[17]Non essere per me causa di spavento,
tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura.
[18]Siano confusi i miei avversari ma non io,
si spaventino essi, ma non io.
Manda contro di loro il giorno della sventura,
distruggili, distruggili per sempre.
L'osservanza del sabato
[19]Il Signore mi
disse: «Và a metterti alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano
ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme. [20]Dirai
loro: Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e voi tutti Giudei e
abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte. [21]Così dice
il Signore: Per amore della vostra vita guardatevi dal trasportare un peso in
giorno di sabato e dall'introdurlo per le porte di Gerusalemme. [22]Non
portate alcun peso fuori dalle vostre case in giorno di sabato e non fate
alcun lavoro, ma santificate il giorno di sabato, come io ho comandato ai
vostri padri. [23]Ma essi non vollero ascoltare né prestare orecchio,
anzi indurirono la loro cervice per non ascoltarmi e per non accogliere la
lezione. [24]Ora, se mi ascolterete sul serio - dice il Signore - se
non introdurrete nessun peso entro le porte di questa città in giorno di
sabato e santificherete il giorno di sabato non eseguendo in esso alcun
lavoro, [25]entreranno per le porte di questa città i re, che
siederanno sul trono di Davide, su carri e su cavalli, essi e i loro
ufficiali, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. Questa città
sarà abitata per sempre. [26]Verranno dalle città di Giuda e dai
dintorni di Gerusalemme, dalla terra di Beniamino e dalla Sefèla, dai monti e
dal meridione presentando olocausti, sacrifici, offerte e incenso e sacrifici
di lode nel tempio del Signore. [27]Ma se non ascolterete il mio
comando di santificare il giorno di sabato, di non trasportare pesi e di non
introdurli entro le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un
fuoco alle sue porte; esso divorerà i palazzi di Gerusalemme e mai si
estinguerà».
Capitolo 18
Geremia presso il vasaio
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]«Prendi e scendi nella
bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». [3]Io sono sceso
nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. [4]Ora,
se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in
mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi
pareva giusto. [5]Allora mi fu rivolta la parola del Signore: [6]«Forse
non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del
Signore. Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle
mie mani, casa di Israele. [7]Talvolta nei riguardi di un popolo o di
un regno io decido di sradicare, di abbattere e di distruggere; [8]ma
se questo popolo, contro il quale avevo parlato, si converte dalla sua
malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di fargli. [9]Altra
volta nei riguardi di un popolo o di un regno io decido di edificare e di
piantare; [10]ma se esso compie ciò che è male ai miei occhi non
ascoltando la mia voce, io mi pentirò del bene che avevo promesso di fargli. [11]Ora
annunzia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Dice
il Signore: Ecco preparo contro di voi una calamità e medito contro di voi un
progetto. Su, abbandonate la vostra condotta perversa, migliorate le vostre
abitudini e le vostre azioni». [12]Ma essi diranno: «E' inutile, noi
vogliamo seguire i nostri progetti; ognuno di noi agirà secondo la caparbietà
del suo cuore malvagio».
Israele dimentica il Signore
[13]Perciò così dice il Signore:
«Informatevi tra le nazioni:
chi ha mai udito cose simili?
Enormi, orribili cose ha commesso
la vergine di Israele.
[14]Scompare forse dalle alte rocce
la neve del Libano?
Forse si inaridiscono
le acque delle montagne
che scorrono gelide?
[15]Eppure il mio popolo mi ha dimenticato;
essi offrono incenso a un idolo vano.
Così hanno inciampato nelle loro strade,
nei sentieri di una volta,
per camminare su viottoli,
per una via non appianata.
[16]Il loro paese è una desolazione,
un oggetto di scherno perenne.
Chiunque passa ne rimarrà stupito
e scuoterà il capo.
[17]Come fa il vento d'oriente io li disperderò
davanti al loro nemico.
Mostrerò loro le spalle e non il volto
nel giorno della loro rovina».
In occasione di un attentato contro Geremia
[18]Ora essi
dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà
meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi, né l'oracolo ai profeti. Venite,
colpiamolo per la sua lingua e non badiamo a tutte le sue parole».
[19]Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce dei miei avversari.
[20]Si rende forse male per bene?
Poiché essi hanno scavato una fossa alla mia vita.
Ricordati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.
[21]Abbandona perciò i loro figli alla fame,
gettali in potere della spada;
le loro donne restino senza figli e vedove,
i loro uomini siano colpiti dalla morte
e i loro giovani uccisi dalla spada in battaglia.
[22]Si odano grida dalle loro case,
quando improvvisa tu farai piombare su di loro
una torma di briganti,
poiché hanno scavato una fossa per catturarmi
e hanno teso lacci ai miei piedi.
[23]Ma tu conosci, Signore,
ogni loro progetto di morte contro di me;
non lasciare impunita la loro iniquità
e non cancellare il loro peccato dalla tua presenza.
Inciampino alla tua presenza;
al momento del tuo sdegno agisci contro di essi!
Capitolo 19
La brocca spezzata e l'alterco con Pascur
[1]Così disse il
Signore a Geremia: «Và a comprarti una brocca di terracotta; prendi alcuni
anziani del popolo e alcuni sacerdoti con te [2]ed esci nella valle di
Ben-Hinnòn, che è all'ingresso della Porta dei cocci. Là proclamerai le
parole che io ti dirò. [3]Riferirai: Ascoltate la parola del Signore,
o re di Giuda e abitanti di Gerusalemme. Così dice il Signore degli eserciti,
Dio di Israele: Ecco io manderò su questo luogo una sventura tale che
risuonerà negli orecchi di chiunque la udrà, [4]poiché mi hanno
abbandonato e hanno destinato ad altro questo luogo per sacrificarvi ad altri
dei, che né essi né i loro padri né i re di Giuda conoscevano. Essi hanno
riempito questo luogo di sangue innocente; [5]hanno edificato alture a
Baal per bruciare nel fuoco i loro figli come olocausti a Baal. Questo io non
ho comandato, non ne ho mai parlato, non mi è mai venuto in mente. [6]Perciò,
ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali questo luogo non si
chiamerà più Tofet e valle di Ben-Hinnòn, ma piuttosto valle della Strage. [7]Io
renderò vani i piani di Giuda e di Gerusalemme in questo luogo. Li farò
cadere di spada davanti ai loro nemici e per mezzo di coloro che attentano
alla loro vita e darò i loro cadaveri in pasto agli uccelli dell'aria e alle
bestie selvatiche. [8]Ridurrò questa città a una desolazione e a
oggetto di scherno; quanti le passeranno vicino resteranno stupiti e
fischieranno davanti a tutte le sue ferite. [9]Farò loro mangiare la
carne dei figli e la carne delle figlie; si divoreranno tra di loro durante
l'assedio e l'angoscia in cui li stringeranno i nemici e quanti attentano
alla loro vita. [10]Tu poi, spezzerai la brocca sotto gli occhi degli
uomini che saranno venuti con te [11]e riferirai loro: Così dice il
Signore degli eserciti: Spezzerò questo popolo e questa città, così come si
spezza un vaso di terracotta, che non si può più accomodare. Allora si
seppellirà perfino in Tofet, perché non ci sarà più spazio per seppellire. [12]Così
farò - dice il Signore - riguardo a questo luogo e ai suoi abitanti, rendendo
questa città come Tofet. [13]Le case di Gerusalemme e le case dei re
di Giuda saranno impure come il luogo di Tofet; cioè tutte le case, sui tetti
delle quali essi bruciavano incenso a tutta la milizia del cielo e facevano
libazioni ad altri dei». [14]Quando Geremia tornò da Tofet dove il
Signore lo aveva mandato a profetizzare, si fermò nell'atrio del tempio del
Signore e disse a tutto il popolo: [15]«Dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Ecco io manderò su questa città e su tutte le sue
borgate tutto il male che le ho preannunziato, perché essi si sono
intestarditi, rifiutandosi di ascoltare le mie parole».
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Capitolo 20
[1]Pascùr figlio
di Immèr, sacerdote e sovrintendente-capo del tempio, udì Geremia predire
tutte queste cose. [2]Pascùr fece fustigare il profeta Geremia e
quindi lo mise in ceppi nella prigione che si trovava presso la porta
superiore di Beniamino, nel tempio del Signore. [3]Quando poi il
giorno dopo Pascùr fece liberare dai ceppi Geremia, questi gli disse: «Il
Signore non ti chiama più Pascùr, ma Terrore all'intorno».
[4]Perché così
dice il Signore: «Ecco io darò in preda al terrore te e tutti i tuoi cari;
essi cadranno per la spada dei loro nemici e i tuoi occhi lo vedranno.
Metterò tutto Giuda nelle mani del re di Babilonia, il quale li deporterà a
Babilonia e li colpirà di spada. [5]Consegnerò tutte le ricchezze di
questa città e tutti i suoi prodotti, tutti gli oggetti preziosi e tutti i
tesori dei re di Giuda in mano ai suoi nemici, i quali li saccheggeranno e li
prenderanno e li trasporteranno a Babilonia. [6]Tu, Pascùr, e tutti
gli abitanti della tua casa andrete in schiavitù; andrai a Babilonia, là
morirai e là sarai sepolto, tu e tutti i tuoi cari, ai quali hai predetto
menzogne».
Estratti diversi dalle "Confessioni"
[7]Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato
sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.
[8]Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
[9]Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più in suo nome!».
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente,
chiuso nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.
[10]Sentivo le insinuazioni di molti:
«Terrore all'intorno!
Denunciatelo e lo denunceremo».
Tutti i miei amici spiavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
[11]Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori
cadranno e non potranno prevalere;
saranno molto confusi perché non riusciranno,
la loro vergogna sarà eterna e incancellabile.
[12]Signore degli eserciti, che provi il giusto
e scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di essi;
poiché a te ho affidato la mia causa!
[13]Cantate inni al Signore, lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori.
[14]Maledetto il giorno in cui nacqui;
il giorno in cui mia madre mi diede alla luce
non sia mai benedetto.
[15]Maledetto l'uomo che portò la notizia
a mio padre, dicendo:
«Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia.
[16]Quell'uomo sia come le città
che il Signore ha demolito senza compassione.
Ascolti grida al mattino
e rumori di guerra a mezzogiorno,
[17]perché non mi fece morire nel grembo materno;
mia madre sarebbe stata la mia tomba
e il suo grembo gravido per sempre.
[18]Perché mai sono uscito dal seno materno
per vedere tormenti e dolore
e per finire i miei giorni nella vergogna?
Capitolo 21
3. ORACOLI
PRONUNZIATI DOPO IOIAKIM
La risposta agli inviati di Sedecia
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia dal Signore quando il re Sedecìa gli mandò il sacerdote
Pascùr figlio di Malchìa, e Sofonìa figlio di Maasìa, per dirgli: [2]«Intercedi
per noi presso il Signore perché Nabucodònosor re di Babilonia ci muove
guerra; forse il Signore compirà a nostro vantaggio qualcuno dei suoi tanti prodigi,
così che egli si allontani da noi». [3]Geremia rispose loro: «Riferite
a Sedecìa: [4]Così dice il Signore, Dio di Israele: Ecco io farò
rientrare le armi di guerra, che sono nelle vostre mani, con le quali
combattete il re di Babilonia e i Caldei che vi assediano fuori delle mura e
le radunerò in mezzo a questa città. [5]Io stesso combatterò contro di
voi con mano tesa e con braccio potente, con ira, furore e grande sdegno. [6]Percuoterò
gli abitanti di questa città, uomini e bestie; essi moriranno di una grave
peste. [7]Dopo ciò - dice il Signore - io consegnerò Sedecìa, re di
Giuda, i suoi ministri e il popolo, che saranno scampati in questa città
dalla peste, dalla spada e dalla fame, in potere di Nabucodònosor, re di
Babilonia, in potere dei loro nemici e in potere di coloro che attentano alla
loro vita. Egli li passerà a fil di spada; non avrà pietà di loro, non li
perdonerà né risparmierà. [8]Riferirai a questo popolo: Dice il
Signore: Ecco, io vi metto davanti la via della vita e la via della morte. [9]Chi
rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste; chi uscirà e si
consegnerà ai Caldei che vi cingono d'assedio, vivrà e gli sarà lasciata la
vita come suo bottino. [10]Poiché io ho volto la faccia contro questa
città a suo danno e non a suo bene. Oracolo del Signore. Essa sarà messa
nelle mani del re di Babilonia, il quale la brucerà con il fuoco».
Appello generale alla casa reale
[11]Alla casa del re di Giuda dirai:
«Ascoltate la parola del Signore!
[12]Casa di Davide, così dice il Signore:
Amministrate la giustizia ogni mattina
e liberate l'oppresso dalla mano dell'oppressore,
se no la mia ira divamperà come fuoco,
si accenderà e nessuno potrà spegnerla,
a causa della malvagità delle vostre azioni.
[13]Eccomi a te, o abitatrice della valle,
roccia nella pianura, dice il Signore.
Voi che dite: Chi scenderà contro di noi?
Chi entrerà nelle nostre dimore?
[14]Io vi punirò come meritano le vostre opere
- dice il Signore -
e accenderò il fuoco nel suo bosco,
che divorerà tutti i suoi dintorni».
Capitolo 22
[1]Così dice il
Signore: «Scendi nella casa del re di Giuda e là proclama questo messaggio. [2]Tu
dirai: Ascolta la parola del Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di
Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo, che entrano per queste porte. [3]Dice
il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l'oppresso dalle
mani dell'oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero,
l'orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo. [4]Se
osserverete lealmente quest'ordine, entreranno ancora per le porte di questa
casa i re che siederanno sul trono di Davide, montati su carri e cavalli,
essi, i loro ministri e il loro popolo. [5]Ma se non ascolterete
queste parole, io lo giuro per me stesso - parola del Signore - questa casa
diventerà una rovina.
[6]Poiché così dice il Signore
riguardo alla casa del re di Giuda:
Come Gàlaad eri per me,
come le vette del Libano;
ma io ti ridurrò a deserto, a città disabitata.
[7]Io preparerò contro di te i distruttori,
ognuno con le armi.
Essi abbatteranno i migliori dei tuoi cedri,
li getteranno nel fuoco.
[8]Molte genti
passeranno su questa città e si diranno l'un l'altro: Perché il Signore ha
trattato così questa grande città? [9]E risponderanno: Perché essi
hanno abbandonato l'alleanza del Signore, loro Dio, hanno adorato altri dei e
li hanno serviti».
Oracoli contro diversi re: contro Ioacaz
[10]Non piangete sul morto e non fate lamenti per lui,
ma piangete amaramente su chi parte,
perché non tornerà più,
non rivedrà il paese natio.
[11]Poiché dice
il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al
posto di Giosia suo padre: «Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno,
[12]ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà
più questo paese».
Contro Ioiakim
[13]Guai a chi costruisce la casa senza giustizia
e il piano di sopra senza equità,
che fa lavorare il suo prossimo per nulla,
senza dargli la paga,
[14]e dice: «Mi costruirò una casa grande
con spazioso piano di sopra»
e vi apre finestre
e la riveste di tavolati di cedro
e la dipinge di rosso.
[15]Forse tu agisci da re
perché ostenti passione per il cedro?
Forse tuo padre non mangiava e beveva?
Ma egli praticava il diritto e la giustizia
e tutto andava bene.
[16]Egli tutelava la causa del povero e del misero
e tutto andava bene;
questo non significa infatti conoscermi?
Oracolo del Signore.
[17]I tuoi occhi e il tuo cuore,
invece, non badano che al tuo interesse,
a spargere sangue innocente,
a commettere violenza e angherie.
[18]Per questo così dice il Signore su Ioiakìm figlio di
Giosia, re di Giuda:
«Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!
Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, signore! Ahi, maestà!
[19]Sarà sepolto come si seppellisce un asino,
lo trascineranno e lo getteranno
al di là delle porte di Gerusalemme».
Contro Ioiachin
[20]Sali sul Libano e grida
e sul Basàn alza la voce;
grida dagli Abarìm,
perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.
[21]Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità,
ma tu dicesti: «Io non voglio ascoltare».
Tale è stata la tua condotta fin dalla giovinezza:
non hai ascoltato la mia voce.
[22]Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento
e i tuoi amanti andranno schiavi.
Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa,
a causa di tutte le tue iniquità.
[23]Tu che dimori sul Libano,
che ti sei fatta il nido tra i cedri,
come gemerai quando ti coglieranno le doglie,
dolori come di partoriente!
[24]«Per la mia
vita - oracolo del Signore - anche se Conìa figlio di Ioiakìm, re di Giuda,
fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei. [25]Ti
metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle mani di coloro che tu
temi, nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia e nelle mani dei Caldei. [26]Sbalzerò
te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là
morirete. [27]Ma nel paese in cui brameranno tornare, là non
torneranno. [28]E' forse questo Conìa un vaso spregevole, rotto,
oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono dunque scacciati,
egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non conoscono?». [29]Terra,
terra, terra! Ascolta la parola del Signore! [30]Dice il Signore:
«Registrate quest'uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo
nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul
trono di Davide né di regnare ancora su Giuda».
Capitolo 23
Oracoli messianici. Il re dell'avvenire
[1]«Guai ai
pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del
Signore. [2]Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori
che devono pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete
scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della
malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. [3]Radunerò io
stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate
scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si
moltiplicheranno. [4]Costituirò sopra di esse pastori che le faranno
pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne
mancherà neppure una». Oracolo del Signore.
[5]«Ecco, verranno giorni - dice il Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
[6]Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con cui lo chiameranno:
Signore-nostra-giustizia.
[7]Pertanto,
ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali non si dirà più: Per la
vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto, [8]ma
piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la
discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le
regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra».
Libretto contro i falsi profeti
[9]Contro i profeti.
Mi si spezza il cuore nel petto,
tremano tutte le mie membra,
sono come un ubriaco
e come chi è inebetito dal vino,
a causa del Signore e a causa delle sue sante parole.
[10]«Poiché il paese è pieno di adùlteri;
a causa della maledizione tutto il paese è in lutto,
si sono inariditi i pascoli della steppa.
Il loro fine è il male
e la loro forza è l'ingiustizia.
[11]Perfino il profeta, perfino il sacerdote sono empi,
perfino nella mia casa ho trovato la loro malvagità.
Oracolo del Signore.
[12]Perciò la loro strada sarà per essi
come sentiero sdrucciolevole,
saranno sospinti nelle tenebre e cadranno in esse,
poiché io manderò su di essi la sventura,
nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore.
[13]Tra i profeti di Samaria
io ho visto cose stolte.
Essi profetavano in nome di Baal
e traviavano il mio popolo Israele.
[14]Ma tra i profeti di Gerusalemme
ho visto cose nefande:
commettono adultèri e praticano la menzogna,
danno mano ai malfattori,
sì che nessuno si converte dalla sua malvagità;
per me sono tutti come Sòdoma
e i suoi abitanti come Gomorra».
[15]Perciò dice il Signore degli eserciti contro i
profeti:
«Ecco farò loro ingoiare assenzio
e bere acque avvelenate,
perché dai profeti di Gerusalemme
l'empietà si è sparsa su tutto il paese».
[16]Così dice il Signore degli eserciti: «Non ascoltate
le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno credere cose
vane, vi annunziano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del
Signore.
[17]Essi dicono a coloro
che disprezzano la parola del Signore:
Voi avrete la pace!
e a quanti seguono la caparbietà del loro cuore
dicono: Non vi coglierà la sventura.
[18]Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi
l'ha visto e ha udito la sua parola? Chi ha ascoltato la sua parola e vi ha
obbedito?
[19]Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si
scatena,
una tempesta travolgente
si abbatte sul capo dei malvagi.
[20]Non cesserà l'ira del Signore,
finché non abbia compiuto e attuato
i progetti del suo cuore.
Alla fine dei giorni comprenderete tutto!
[21]Io non ho inviato questi profeti
ed essi corrono;
non ho parlato a loro
ed essi profetizzano.
[22]Se hanno assistito al mio consiglio,
facciano udire le mie parole al mio popolo
e li distolgano dalla loro condotta perversa
e dalla malvagità delle loro azioni.
[23]Sono io forse Dio solo da vicino - dice il Signore -
e non anche Dio da lontano?
[24]Può forse nascondersi un uomo nei nascondigli
senza che io lo veda?
Non riempio io il cielo e la terra? Parola del Signore.
[25]Ho sentito
quanto affermano i profeti che predicono in mio nome menzogne: Ho avuto un
sogno, ho avuto un sogno. [26]Fino a quando ci saranno nel mio popolo
profeti che predicono la menzogna e profetizzano gli inganni del loro cuore? [27]Essi
credono di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni, che si
raccontano l'un l'altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per
Baal! [28]Il profeta che ha avuto un sogno racconti il suo sogno; chi
ha udito la mia parola annunzi fedelmente la mia parola. Che cosa ha in
comune la paglia con il grano? Oracolo del Signore. [29]La mia parola
non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che
spacca la roccia? [30]Perciò, eccomi contro i profeti - oracolo del
Signore - i quali si rubano gli uni gli altri le mie parole. [31]Eccomi
contro i profeti - oracolo del Signore - che muovono la lingua per dare
oracoli. [32]Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri - dice il
Signore - che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e
millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine; essi non
gioveranno affatto a questo popolo». Parola del Signore. [33]Quando
dunque questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domanderà: «Qual è il
peso del messaggio del Signore?», tu riferirai loro: «Voi siete il peso del
Signore! Io vi rigetterò». Parola del Signore. [34]E il profeta o il
sacerdote o il popolo che dica: «Peso del Signore!», io lo punirò nella
persona e nella famiglia. [35]Direte l'uno all'altro: «Che cosa ha
risposto il Signore?» e: «Che cosa ha detto il Signore?». [36]Non
farete più menzione di peso del Signore, altrimenti per chiunque la sua
stessa parola sarà considerata un peso per avere travisato le parole del Dio
vivente, del Signore degli eserciti, nostro Dio. [37]Così dirai al
profeta: «Che cosa ti ha risposto il Signore?» e: «Che cosa ha detto il
Signore?». [38]Ma se direte «Peso del Signore», allora così parla il
Signore: «Poiché ripetete: Peso del Signore, mentre vi avevo ordinato di non
dire più: Peso del Signore, [39]ecco, proprio per questo, io mi
caricherò di voi come di un peso e getterò lontano dal mio volto voi e la
città che ho dato a voi e ai vostri padri. [40]Vi coprirò di obbrobrio
perenne e di confusione perenne, che non sarà mai dimenticata».
Capitolo 24
I due canestri di fichi
[1]Il Signore mi
mostrò due canestri di fichi posti davanti al tempio, dopo che Nabucodònosor
re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme Ieconia figlio di Ioiakìm re
di Giuda, i capi di Giuda, gli artigiani e i fabbri e li aveva condotti a
Babilonia. [2]Un canestro era pieno di fichi molto buoni, come i fichi
primaticci, mentre l'altro canestro era pieno di fichi cattivi, così cattivi
che non si potevano mangiare. [3]Il Signore mi disse: «Che cosa vedi,
Geremia?». Io risposi: «Fichi; i fichi buoni sono molto buoni, i cattivi sono
molto cattivi, tanto cattivi che non si possono mangiare». [4]Allora
mi fu rivolta questa parola del Signore: [5]«Dice il Signore Dio di
Israele: Come si ha riguardo di questi fichi buoni, così io avrò riguardo,
per il loro bene, dei deportati di Giuda che ho fatto andare da questo luogo
nel paese dei Caldei. [6]Io poserò lo sguardo sopra di loro per il
loro bene; li ricondurrò in questo paese, li ristabilirò fermamente e non li
demolirò; li pianterò e non li sradicherò mai più. [7]Darò loro un
cuore capace di conoscermi, perché io sono il Signore; essi saranno il mio
popolo e io sarò il loro Dio, se torneranno a me con tutto il cuore. [8]Come
invece si trattano i fichi cattivi, che non si possono mangiare tanto sono
cattivi - così parla il Signore - così io farò di Sedecìa re di Giuda, dei
suoi capi e del resto di Gerusalemme, ossia dei superstiti in questo paese, e
di coloro che abitano nel paese d'Egitto. [9]Li renderò oggetto di
spavento per tutti i regni della terra, l'obbrobrio, la favola, lo zimbello e
la maledizione in tutti i luoghi dove li scaccerò. [10]Manderò contro
di loro la spada, la fame e la peste finché non scompariranno dal paese che
io diedi a loro e ai loro padri».
Capitolo 25
4. BABILONIA,
FLAGELLO DEL SIGNORE
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda - cioè nel primo anno di Nabucodònosor re di
Babilonia -. [2]Il profeta Geremia l'annunciò a tutto il popolo di
Giuda e a tutti gli abitanti di Gerusalemme dicendo: [3]«Dall'anno
decimoterzo di Giosia figlio di Amòn, re di Giuda, fino ad oggi sono ventitrè
anni che mi è stata rivolta la parola del Signore e io ho parlato a voi
premurosamente e continuamente, ma voi non avete ascoltato. [4]Il
Signore vi ha inviato con assidua premura tutti i suoi servi, i profeti, ma
voi non avete ascoltato e non avete prestato orecchio per ascoltare [5]quando
vi diceva: Ognuno abbandoni la sua condotta perversa e le sue opere malvage;
allora potrete abitare nel paese che il Signore ha dato a voi e ai vostri
padri dai tempi antichi e per sempre. [6]Non seguite altri dei per
servirli e adorarli e non provocatemi con le opere delle vostre mani e io non
vi farò del male. [7]Ma voi non mi avete ascoltato - dice il Signore -
e mi avete provocato con l'opera delle vostre mani per vostra disgrazia. [8]Per
questo dice il Signore degli eserciti: Poiché non avete ascoltato le mie
parole, [9]ecco manderò a prendere tutte le tribù del settentrione, le
manderò contro questo paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni
confinanti, voterò costoro allo sterminio e li ridurrò a oggetto di orrore, a
scherno e a obbrobrio perenne. [10]Farò cessare in mezzo a loro le
grida di gioia e le voci di allegria, la voce dello sposo e quella della
sposa, il rumore della mola e il lume della lampada. [11]Tutta questa
regione sarà abbandonata alla distruzione e alla desolazione e queste genti
resteranno schiave del re di Babilonia per settanta anni. [12]Quando
saranno compiuti i settanta anni, io punirò il re di Babilonia e quel popolo
- dice il Signore - per i loro delitti, punirò il paese dei Caldei e lo
ridurrò a una desolazione perenne. [13]Manderò dunque a effetto su
questo paese tutte le parole che ho pronunziate a suo riguardo, quanto è
scritto in questo libro, ciò che Geremia aveva predetto contro tutte le
nazioni.
II.
INTRODUZIONE
AGLI
ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
La visione della coppa
[14]Nazioni
numerose e re potenti ridurranno in schiavitù anche costoro, e così li
ripagherò secondo le loro azioni, secondo le opere delle loro mani». [15]Così
mi disse il Signore, Dio di Israele: «Prendi dalla mia mano questa coppa di
vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti invio, [16]perché
ne bevano, ne restino inebriate ed escano di senno dinanzi alla spada che
manderò in mezzo a loro». [17]Presi dunque la coppa dalle mani del
Signore e la diedi a bere a tutte le nazioni alle quali il Signore mi aveva
inviato: [18]a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi
capi, per abbandonarli alla distruzione, alla desolazione, all'obbrobrio e
alla maledizione, come avviene ancor oggi; [19]anche al faraone re
d'Egitto, ai suoi ministri, ai suoi nobili e a tutto il suo popolo; [20]alla
gente d'ogni razza e a tutti i re del paese di Uz, a tutti i re del paese dei
Filistei, ad Ascalòn, a Gaza, a Ekròn e ai superstiti di Asdòd, [21]a
Edom, a Moab e agli Ammoniti, [22]a tutti i re di Tiro e a tutti i re
di Sidòne e ai re dell'isola che è al di là del mare, [23]a Dedan, a
Tema, a Buz e a quanti si radono l'estremità delle tempie, [24]a tutti
i re degli Arabi che abitano nel deserto, [25]a tutti i re di Zimrì, a
tutti i re dell'Elam e a tutti i re della Media, [26]a tutti i re del
settentrione, vicini e lontani, agli uni e agli altri e a tutti i regni che
sono sulla terra; il re di Sesàch berrà dopo di essi. [27]«Tu
riferirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Bevete e
inebriatevi, vomitate e cadete senza rialzarvi davanti alla spada che io
mando in mezzo a voi. [28]Se poi rifiuteranno di prendere dalla tua mano
il calice da bere, tu dirai loro: Dice il Signore degli eserciti: Certamente
berrete! [29]Se io comincio a castigare proprio la città che porta il
mio nome, pretendete voi di rimanere impuniti? No, impuniti non resterete,
perché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra. Oracolo del
Signore degli eserciti. [30]Tu preannunzierai tutte queste cose e
dirai loro:
Il Signore ruggisce dall'alto,
dalla sua santa dimora fa udire il suo tuono;
alza il suo ruggito contro la prateria,
manda grida di giubilo come i pigiatori delle uve,
contro tutti gli abitanti del paese.
[31]Il rumore giunge fino all'estremità della terra,
perché il Signore viene a giudizio con le nazioni;
egli istruisce il giudizio riguardo a ogni uomo,
abbandona gli empi alla spada.
Parola del Signore.
[32]Dice il Signore degli eserciti:
Ecco, la sventura passa
di nazione in nazione,
un grande turbine si alza
dall'estremità della terra.
[33]In quel
giorno i colpiti dal Signore si troveranno da un'estremità all'altra della
terra; non saranno pianti né raccolti né sepolti, ma saranno come letame sul
suolo.
[34]Urlate, pastori, gridate,
rotolatevi nella polvere, capi del gregge!
Perché sono compiuti i giorni per il vostro macello;
stramazzerete come scelti montoni.
[35]Non ci sarà rifugio per i pastori
né scampo per i capi del gregge.
[36]Sentite le grida dei pastori,
gli urli delle guide del gregge,
perché il Signore distrugge il loro pascolo;
[37]sono devastati i prati tranquilli
a causa dell'ardente ira del Signore.
[38]Il leone abbandona la sua tana,
poiché il loro paese è una desolazione
a causa della spada devastatrice
e a causa della sua ira ardente».
Capitolo 26
III.
PROFEZIE DI FELICITA'
1.
INTRODUZIONE: GEREMIA E' IL VERO PROFETA
Arresto e giudizio di Geremia
[1]All'inizio
del regno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia
questa parola da parte del Signore. [2]Disse il Signore: «Và
nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che
vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho
comandato di annunziare loro; non tralasciare neppure una parola. [3]Forse
ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal
caso disdirò tutto il male che pensavo di fare loro a causa della malvagità
delle loro azioni. [4]Tu dirai dunque loro: Dice il Signore: Se non mi
ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi [5]e
se non ascolterete le parole dei profeti miei servi che ho inviato a voi con
costante premura, ma che voi non avete ascoltato, [6]io ridurrò questo
tempio come quello di Silo e farò di questa città un esempio di maledizione
per tutti i popoli della terra». [7]I sacerdoti, i profeti e tutto il
popolo udirono Geremia che diceva queste parole nel tempio del Signore. [8]Ora,
quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire
a tutto il popolo, i sacerdoti e i profeti lo arrestarono dicendo: «Devi
morire! [9]Perché hai predetto nel nome del Signore: Questo tempio
diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata?». Tutto il
popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore. [10]I capi di
Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del
Signore e sedettero all'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore. [11]Allora
i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una sentenza di
morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa città come
avete udito con i vostri orecchi!». [12]Ma Geremia rispose a tutti i
capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro
questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltate. [13]Or
dunque migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce
del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà il male che ha annunziato
contro di voi. [14]Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come
vi sembra bene e giusto; [15]ma sappiate bene che, se voi mi
ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa città e sui suoi
abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre ai
vostri orecchi tutte queste cose». [16]I capi e tutto il popolo
dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere sentenza di morte per
quest'uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore nostro Dio». [17]Allora
si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta l'assemblea del
popolo: [18]«Michea il Morastita, che profetizzava al tempo di
Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: Dice il Signore
degli eserciti: Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un
cumulo di rovine, il monte del tempio un'altura boscosa! [19]Forse
Ezechia re di Giuda e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non temettero
piuttosto il Signore e non placarono il volto del Signore e così il Signore
disdisse il male che aveva loro annunziato? Noi, invece, stiamo per
commettere una grave iniquità a nostro danno». [20]C'era anche un
altro uomo che profetizzava nel nome del Signore, Uria figlio di Semaià da
Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e contro questo paese con
parole simili a quelle di Geremia. [21]Il re Ioiakìm, tutti i suoi
prodi e tutti i magistrati udirono le sue parole e il re cercò di ucciderlo,
ma Uria lo venne a sapere e per timore fuggì andandosene in Egitto. [22]Allora
il re Ioiakìm inviò in Egitto uomini come Elnatàn figlio di Acbòr, e altri
con lui. [23]Costoro fecero uscire dall'Egitto Uria e lo condussero al
re Ioiakìm che lo fece uccidere di spada e fece gettare il suo cadavere nelle
fosse della gente del popolo. [24]Ma la mano di Achikàm figlio di
Safàn fu a favore di Geremia, perché non lo consegnassero in potere del
popolo per metterlo a morte.
Capitolo 27
2. LIBRETTO
PER GLI ESILIATI
L'azione simbolica del giogo e il messaggio ai re
occidentali
[1]Al principio
del regno di Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta questa parola
a Geremia da parte del Signore. [2]Mi dice il Signore: «Procùrati
capestri e un giogo e mettili sul tuo collo. [3]Quindi manda un
messaggio al re di Edom, al re di Moab, al re degli Ammoniti, al re di Tiro e
al re di Sidòne per mezzo dei loro messaggeri venuti a Gerusalemme da
Sedecìa, re di Giuda, [4]e affida loro questo mandato per i loro
signori: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, così parlerete ai
vostri signori: [5]Io ho fatto la terra, l'uomo e gli animali che sono
sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e li do a chi mi piace.
[6]Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di Nabucodònosor
re di Babilonia, mio servo; a lui ho consegnato perfino le bestie selvatiche
perché lo servano. [7]Tutte le nazioni saranno soggette a lui, a suo
figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il momento.
Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno. [8]La nazione o
il regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e che
non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con la
spada, la fame e la peste - dice il Signore - finché non li avrò consegnati
in suo potere. [9]Voi non date retta ai vostri profeti né ai vostri
indovini né ai vostri sognatori né ai vostri maghi né ai vostri stregoni, che
vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia! [10]Costoro vi
predicono menzogne per allontanarvi dal vostro paese e perché io vi disperda
e così andiate in rovina. [11]Invece io lascerò stare tranquilla sul
proprio suolo - dice il Signore - la nazione che sottoporrà il collo al giogo
del re di Babilonia e gli sarà soggetta; essa lo coltiverà e lo abiterà». [12]A
Sedecìa re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo: «Piegate il
collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo popolo e
conserverete la vita. [13]Perché tu e il tuo popolo vorreste morire di
spada, di fame e di peste, come ha preannunziato il Signore per la nazione
che non si assoggetterà al re di Babilonia? [14]Non date retta alle
parole dei profeti che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia!
perché essi vi predicono menzogne. [15]Io infatti non li ho mandati -
dice il Signore - ed essi predicono menzogne in mio nome; perciò io sarò
costretto a disperdervi e così perirete voi e i profeti che vi fanno tali
profezie». [16]Ai sacerdoti
e a tutto questo popolo ho detto: «Dice il Signore: Non ascoltate le parole
dei vostri profeti che vi predicono che gli arredi del tempio del Signore
saranno subito riportati da Babilonia, perché essi vi predicono menzogne. [17]Non
ascoltateli! Siate piuttosto soggetti al re di Babilonia e conserverete la
vita. Perché questa città dovrebbe esser ridotta in una desolazione? [18]Se
quelli sono veri profeti e se la parola del Signore è con essi, intercedano
dunque presso il Signore degli eserciti perché gli arredi rimasti nel tempio
del Signore e nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme non vadano a
Babilonia». [19]Così dice il Signore degli eserciti riguardo alle
colonne, al mare di bronzo, alle basi e al resto degli arredi che sono ancora
in questa città [20]e che Nabucodònosor, re di Babilonia, non prese
quando deportò Ieconia figlio di Ioiakìm, re di Giuda, da Gerusalemme in
Babilonia con tutti i notabili di Giuda e di Gerusalemme. [21]Dice
dunque così il Signore degli eserciti, Dio di Israele, riguardo agli arredi
rimasti nel tempio del Signore, nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme: [22]«Saranno
portati a Babilonia e là rimarranno finché non li ricercherò - parola del
Signore - e li porterò indietro e li riporrò in questo luogo».
Capitolo 28
L'alterco con il profeta Anania
[1]In
quell'anno, all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda, nell'anno quarto,
quinto mese, Anania figlio di Azzùr, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel
tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo queste
parole: [2]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Io romperò
il giogo del re di Babilonia! [3]Entro due anni farò ritornare in
questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re di
Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia. [4]Farò
ritornare in questo luogo - dice il Signore - Ieconia figlio di Ioiakìm, re
di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché
romperò il giogo del re di Babilonia». [5]Il profeta Geremia rispose
al profeta Anania, sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo che
stavano nel tempio del Signore. [6]Il profeta Geremia disse: «Così
sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore realizzare le cose che hai
predette, facendo ritornare gli arredi nel tempio e tutti i deportati da
Babilonia in questo luogo! [7]Tuttavia ascolta ora la parola che sto
per dire ai tuoi orecchi e agli orecchi di tutto il popolo. [8]I
profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi predissero
contro molti paesi, contro regni potenti, guerra, fame e peste. [9]Quanto
al profeta che predice la pace, egli sarà riconosciuto come profeta mandato
veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà». [10]Allora
il profeta Anania strappò il giogo dal collo del profeta Geremia e lo ruppe; [11]Anania
riferì a tutto il popolo: «Dice il Signore: A questo modo io romperò il giogo
di Nabucodònosor re di Babilonia, entro due anni, sul collo di tutte le
nazioni». Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada. [12]Ora,
dopo che il profeta Anania ebbe rotto il giogo sul collo del profeta Geremia,
la parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Và e riferisci ad
Anania: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno ma io, al suo
posto, ne farò uno di ferro. [14]Infatti, dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Io porrò un giogo di ferro sul collo di tutte
queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia». [15]Allora
il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta, Anania! Il Signore non
ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella menzogna; [16]perciò
dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese; quest'anno tu morirai, perché
hai predicato la ribellione contro il Signore». [17]Il profeta Anania
morì in quello stesso anno, nel settimo mese.
Capitolo 29
La lettera agli esiliati
[1]Queste sono
le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto
degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il resto del
popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia; la mandò
[2]dopo che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari di corte, i
capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano partiti da
Gerusalemme. [3]Fu recata per mezzo di Elasà figlio di Safàn e di
Ghemarìa figlio di Chelkia, che Sedecìa re di Giuda aveva inviati a
Nabucodònosor re di Babilonia, in Babilonia. Essa diceva: [4]«Così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho
fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: [5]Costruite case e
abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; [6]prendete moglie e
mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le
figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite. [7]Cercate
il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per
esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere. [8]Così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Non vi traggano in errore i
profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta ai sogni,
che essi sognano. [9]Poiché con inganno parlano come profeti a voi in
mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore. [10]Pertanto dice
il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta
anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in
questo luogo. [11]Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a
vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per
concedervi un futuro pieno di speranza. [12]Voi mi invocherete e
ricorrerete a me e io vi esaudirò; [13]mi cercherete e mi troverete,
perché mi cercherete con tutto il cuore; [14]mi lascerò trovare da voi
- dice il Signore - cambierò in meglio la vostra sorte e vi radunerò da tutte
le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso - dice il Signore - vi
ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto condurre in esilio. [15]Certo
voi dite: Il Signore ci ha suscitato profeti in Babilonia. [16]Ebbene,
queste le parole del Signore al re che siede sul trono di Davide e a tutto il
popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non sono partiti con
voi nella deportazione; [17]dice il Signore degli eserciti: Ecco, io
manderò contro di essi la spada, la fame e la peste e li renderò come i fichi
guasti, che non si possono mangiare tanto sono cattivi. [18]Li
perseguiterò con la spada, la fame e la peste; li farò oggetto di orrore per
tutti i regni della terra, oggetto di maledizione, di stupore, di scherno e
di obbrobrio in tutte le nazioni nelle quali li ho dispersi, [19]perché
non hanno ascoltato le mie parole - dice il Signore - quando mandavo loro i
miei servi, i profeti, con continua premura, eppure essi non hanno ascoltato.
Oracolo del Signore. [20]Voi però ascoltate la parola del Signore, voi
deportati tutti, che io ho mandato da Gerusalemme a Babilonia. [21]Così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, riguardo ad Acab figlio di
Kolaià, e a Sedecìa figlio di Maasià, che vi predicono menzogne in mio nome:
Ecco, li darò in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale li ucciderà
sotto i vostri occhi. [22]Da essi si trarrà una formula di maledizione
in uso presso tutti i deportati di Giuda in Babilonia e si dirà: Il Signore
ti tratti come Sedecìa e Acab, che il re di Babilonia fece arrostire sul
fuoco! [23]Poiché essi hanno operato cose nefande in Gerusalemme,
hanno commesso adulterio con le mogli del prossimo, hanno proferito in mio
nome parole senza che io avessi dato loro alcun ordine. Io stesso lo so bene
e ne sono testimone. Oracolo del Signore».
Profezia contro Semaia
[24]A Semaià il
Nechelamita tu riferirai queste parole: [25]«Così dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: Perché hai mandato in tuo nome lettere a
tutto il popolo di Gerusalemme e a Sofonia figlio di Maasià, il sacerdote, e
a tutti i sacerdoti, dicendo: [26]Il Signore ti ha costituito
sacerdote al posto del sacerdote Ioiadà, perché fossi sovrintendente nel
tempio del Signore, per reprimere qualunque forsennato che vuol fare il
profeta, ponendolo in ceppi e in catene. [27]Orbene, perché non
reprimi Geremia da Anatòt, che fa profezie fra di voi? [28]Infatti
egli ci ha mandato a dire in Babilonia: Sarà lunga la cosa! Edificate case e
abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti!». [29]Il sacerdote
Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta Geremia. [30]Allora
la parola del Signore fu rivolta a Geremia: [31]«Invia questo
messaggio a tutti i deportati: Così dice il Signore riguardo a Semaià il
Nechelamita: Poiché Semaià ha parlato a voi come profeta mentre io non
l'avevo mandato e vi ha fatto confidare nella menzogna, [32]per questo
dice il Signore: Ecco punirò Semaià il Nechelamita e la sua discendenza;
nessuno dei suoi dimorerà in mezzo a questo popolo, né vedrà il bene che farò
al mio popolo - dice il Signore - perché ha predicato la ribellione contro il
Signore».
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Capitolo 30
3. IL LIBRO
DELLA CONSOLAZIONE
Restaurazione promessa a Israele
[1]Parola che fu
rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]Dice il Signore, Dio di
Israele: «Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò, [3]perché,
ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali cambierò la sorte del mio
popolo, di Israele e di Giuda - dice il Signore -; li ricondurrò nel paese
che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso». [4]Queste
sono le parole che il Signore pronunziò per Israele e per Giuda:
[5]Così dice il Signore:
«Si ode un grido di spavento,
terrore, non pace.
[6]Informatevi e osservate se un maschio può partorire.
Perché mai vedo tutti gli uomini
con le mani sui fianchi come una partoriente?
Perché ogni faccia è stravolta,
impallidita? Ohimè!
[7]Perché grande è quel giorno,
non ce n'è uno simile!
Esso sarà un tempo di angoscia per Giacobbe,
tuttavia egli ne uscirà salvato.
[8]In quel
giorno - parola del Signore degli eserciti - romperò il giogo togliendolo dal
suo collo, spezzerò le sue catene; non saranno più schiavi di stranieri. [9]Essi
serviranno il Signore loro Dio e Davide loro re, che io susciterò loro.
[10]Tu, poi, non temere, Giacobbe, mio servo.
Oracolo del Signore.
Non abbatterti, Israele,
poichè io libererò te dal paese lontano,
la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà la pace,
vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà.
[11]Poichè io sono con te
per salvarti, oracolo del Signore.
Sterminerò tutte le nazioni,
in mezzo alle quali ti ho disperso;
ma con te non voglio operare una strage;
cioè ti castigherò secondo giustizia,
non ti lascerò del tutto impunito».
[12]Così dice il Signore: «La tua ferita è incurabile.
la tua piaga è molto grave.
[13]Per la tua piaga non ci sono rimedi,
non si forma nessuna cicatrice.
[14]Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticato,
non ti cercano più;
poichè ti ho colpito come colpisce un nemico,
con un castigo severo,
per le tue grandi iniquità,
per i molti tuoi peccati.
[15]Perchè gridi per la tua ferita?
Incurabile è la tua piaga.
A causa della tua grande iniquità, dei molti tuoi peccati,
io ti ho fatto questi mali.
[16]Però quanti ti divorano saranno divorati,
i tuoi oppressori andranno tutti in schiavitù;
i tuoi saccheggiatori saranno abbandonati al saccheggio
e saranno oggetto di preda quanti ti avranno depredato.
[17]Farò infatti cicatrizzare la tua ferita
e ti guarirò dalle tue piaghe.
Parola del Signore.
Poichè ti chiamano la ripudiata, o Sion,
quella di cui nessuno si cura»,
[18]così dice il Signore:
«Ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe
e avrò compassione delle sue dimore.
La città sarà ricostruita sulle rovine
e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.
[19]Ne usciranno inni di lode,
voci di gente festante.
Li moltiplicherò e non diminuiranno,
li onorerò e non saranno disprezzati,
[20]i loro figli saranno come una volta,
la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me;
mentre punirò tutti i loro avversari.
[21]Il loro capo sarà uno di essi
e da essi uscirà il loro comandante;
io lo farò avvicinare ed egli si accosterà a me.
Poichè chi è colui che arrischia la vita
per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore.
[22]Voi sarete il mio popolo
e io il vostro Dio.
[23]Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena,
una tempesta travolgente;
si abbatte sul capo dei malvagi.
[24]Non cesserà l'ira ardente del Signore,
finché non abbia compiuto e attuato
i progetti del suo cuore.
Alla fine dei giorni lo comprenderete!
Capitolo 31
[1]In quel tempo - oracolo del Signore -
io sarò Dio per tutte le tribù di Israele
ed esse saranno il mio popolo».
[2]Così dice il Signore:
«Ha trovato grazia nel deserto
un popolo di scampati alla spada;
Israele si avvia a una quieta dimora».
[3]Da lontano gli è apparso il Signore:
«Ti ho amato di amore eterno,
per questo ti conservo ancora pietà.
[4]Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata,
vergine di Israele.
Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi
e uscirai fra la danza dei festanti.
[5]Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria;
i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
[6]Verrà il giorno in cui grideranno le vedette
sulle montagne di Efraim:
Su, saliamo a Sion,
andiamo dal Signore nostro Dio».
[7]Poichè dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
Il Signore ha salvato il suo popolo,
un resto di Israele».
[8]Ecco li riconduco dal paese del settentrione
e li raduno all'estremità della terra;
fra di essi sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente;
ritorneranno qui in gran folla.
[9]Essi erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li condurrò a fiumi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno;
perchè io sono un padre per Israele,
Efraim è il mio primogenito.
[10]Ascoltate la parola del Signore, popoli,
annunziatela alle isole lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come fa un pastore con il gregge»,
[11]perchè il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
[12]Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.
Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.
[13]Allora si allieterà la vergine della danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
[14]Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti
e il mio popolo abbonderà dei miei beni.
Parola del Signore.
[15]Così dice il Signore: «Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più».
[16]Dice il Signore:
«Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
[17]C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
[18]Ho udito Efraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
[19]Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
[20]Non è forse Efraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza».
Oracolo del Signore.
[21]Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
stà bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
[22]Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!
Ristabilimento promesso a Giuda
[23]Così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Si dirà ancora questa parola nel
paese di Giuda e nelle sue città, quando avrò cambiato la loro sorte: Il
Signore ti benedica, o dimora di giustizia, monte santo. [24]Vi
abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, agricoltori e allevatori di
greggi. [25]Poiché ristorerò copiosamente l'anima stanca e sazierò
ogni anima che languisce». [26]A questo punto mi sono destato e ho
guardato; il mio sonno mi parve soave.
Israele e Giuda
[27]«Ecco verranno
giorni - dice il Signore - nei quali renderò feconda la casa di Israele e la
casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame. [28]Allora, come ho
vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per
distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di essi per edificare
e per piantare». Parola del Signore.
La retribuzione personale
[29]«In quei giorni non si dirà più:
I padri han mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati!
[30]Ma ognuno
morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l'uva acerba si
allegheranno i denti».
La nuova alleanza
[31]«Ecco
verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la
casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. [32]Non come l'alleanza
che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire
dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro
Signore. Parola del Signore. [33]Questa sarà l'alleanza che io
concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la
mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro
Dio ed essi il mio popolo. [34]Non dovranno più istruirsi gli uni gli
altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più
piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità
e non mi ricorderò più del loro peccato».
Permanenza di Israele
[35]Così dice il Signore
che ha fissato il sole come luce del giorno,
la luna e le stelle come luce della notte,
che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde
e il cui nome è Signore degli eserciti:
[36]«Quando verranno meno queste leggi
dinanzi a me - dice il Signore -
allora anche la progenie di Israele cesserà
di essere un popolo davanti a me per sempre».
[37]Così dice il Signore:
«Se si possono misurare i cieli in alto
ed esplorare in basso le fondamenta della terra,
anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele
per ciò che ha commesso». Oracolo del Signore.
Ricostruzione e grandezza di Gerusalemme
[38]«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali
la città sarà riedificata per il Signore dalla torre di Cananeèl fino alla
porta dell'Angolo. [39]La corda per misurare si stenderà in linea
retta fino alla collina di Gàreb, volgendo poi verso Goà. [40]Tutta la
valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron,
fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati al
Signore; non sarà più sconvolta né distrutta mai più».
Capitolo 32
4. AGGIUNTE
AL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE
L'acquisto di un campo, pegno di avvenire felice
[1]Parola che fu
rivolta a Geremia dal Signore nell'anno decimo di Sedecìa re di Giuda, cioè
nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor. [2]L'esercito del re di
Babilonia assediava allora Gerusalemme e il profeta Geremia era rinchiuso
nell'atrio della prigione, nella reggia del re di Giuda, [3]e ve lo
aveva rinchiuso Sedecìa re di Giuda, dicendo: «Perché profetizzi con questa
minaccia: Dice il Signore: Ecco metterò questa città in potere del re di
Babilonia ed egli la occuperà; [4]Sedecìa re di Giuda non scamperà
dalle mani dei Caldei, ma sarà dato in mano del re di Babilonia e parlerà con
lui faccia a faccia e si guarderanno negli occhi; [5]egli condurrà
Sedecìa in Babilonia dove egli resterà finché io non lo visiterò - oracolo
del Signore -; se combatterete contro i Caldei, non riuscirete a nulla»? [6]Geremia
disse: Mi fu rivolta questa parola del Signore: [7]«Ecco Canamèl,
figlio di Sallùm tuo zio, viene da te per dirti: Co\'mprati il mio campo, che
si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di riscatto per
acquistarlo». [8]Venne dunque da me Canamèl, figlio di mio zio,
secondo la parola del Signore, nell'atrio della prigione e mi disse: «Compra
il mio campo che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di
acquisto e a te tocca il riscatto. Còmpratelo!». Allora riconobbi che questa
era la volontà del Signore [9]e comprai il campo da Canamèl, figlio di
mio zio, e gli pagai il prezzo: diciassette sicli d'argento. [10]Stesi
il documento del contratto, lo sigillai, chiamai i testimoni e pesai
l'argento sulla stadera. [11]Quindi presi il documento di compra,
quello sigillato e quello aperto, secondo le prescrizioni della legge. [12]Diedi
il contratto di compra a Baruc figlio di Neria, figlio di Macsia, sotto gli
occhi di Canamèl figlio di mio zio e sotto gli occhi dei testimoni che
avevano sottoscritto il contratto di compra e sotto gli occhi di tutti i
Giudei che si trovavano nell'atrio della prigione. [13]Diedi poi a
Baruc quest'ordine: [14]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Prendi i contratti di compra, quello sigillato e quello aperto, e
mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo. [15]Poiché
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ancora si compreranno case,
campi e vigne in questo paese». [16]Pregai il Signore, dopo aver
consegnato il contratto di compra a Baruc figlio di Neria: [17]«Ah,
Signore Dio, tu hai fatto il cielo e la terra con grande potenza e con
braccio forte; nulla ti è impossibile. [18]Tu usi misericordia con
mille e fai subire la pena dell'iniquità dei padri ai loro figli dopo di
essi, Dio grande e forte, che ti chiami Signore degli eserciti. [19]Tu
sei grande nei pensieri e potente nelle opere, tu, i cui occhi sono aperti su
tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo la sua condotta e il
merito delle sue azioni. [20]Tu hai operato segni e miracoli nel paese
di Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli uomini e ti sei fatto un
nome come appare oggi. [21]Tu hai fatto uscire dall'Egitto il tuo
popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e con braccio
possente e incutendo grande spavento. [22]Hai dato loro questo paese,
che avevi giurato ai loro padri di dare loro, terra in cui scorre latte e
miele. [23]Essi vennero e ne presero possesso, ma non ascoltarono la
tua voce, non camminarono secondo la tua legge, non fecero quanto avevi
comandato loro di fare; perciò tu hai mandato su di loro tutte queste
sciagure. [24]Ecco, le opere di assedio hanno raggiunto la città per
occuparla; la città sarà data in mano ai Caldei che l'assediano con la spada,
la fame e la peste. Ciò che tu avevi detto avviene; ecco, tu lo vedi. [25]E
tu, Signore Dio, mi dici: Comprati il campo con denaro e chiama i testimoni,
mentre la città sarà messa in mano ai Caldei». [26]Allora mi fu
rivolta questa parola del Signore: [27]«Ecco, io sono il Signore Dio
di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per me? [28]Pertanto
dice il Signore: Ecco io darò questa città in mano ai Caldei e a
Nabucodònosor re di Babilonia, il quale la prenderà. [29]Vi entreranno
i Caldei che combattono contro questa città, bruceranno questa città con il
fuoco e daranno alle fiamme le case sulle cui terrazze si offriva incenso a
Baal e si facevano libazioni agli altri dei per provocarmi. [30]Gli
Israeliti e i figli di Giuda non hanno fatto che quanto è male ai miei occhi
fin dalla loro giovinezza; gli Israeliti hanno soltanto saputo offendermi con
il lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore. [31]Poiché causa della
mia ira e del mio sdegno è stata questa città da quando la edificarono fino
ad oggi; così io la farò scomparire dalla mia presenza, [32]a causa di
tutto il male che gli Israeliti e i figli di Giuda commisero per provocarmi,
essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, gli uomini
di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. [33]Essi mi voltarono la
schiena invece della faccia; io li istruivo con continua premura, ma essi non
ascoltarono e non impararono la correzione. [34]Essi collocarono i
loro idoli abominevoli perfino nel tempio che porta il mio nome per
contaminarlo [35]e costruirono le alture di Baal nella valle di
Ben-Hinnòn per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie in
onore di Moloch - cosa che io non avevo comandato, anzi neppure avevo pensato
di istituire un abominio simile -, per indurre a peccare Giuda». [36]Ora
così dice il Signore Dio di Israele, riguardo a questa città che voi dite
sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame e
della peste: [37]«Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho
dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò
tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli. [38]Essi saranno
il mio popolo e io sarò il loro Dio. [39]Darò loro un solo cuore e un
solo modo di comportarsi perché mi temano tutti i giorni per il loro bene e
per quello dei loro figli dopo di essi. [40]Concluderò con essi
un'alleanza eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò
nei loro cuori il mio timore, perché non si distacchino da me. [41]Godrò
nel beneficarli, li fisserò stabilmente in questo paese, con tutto il cuore e
con tutta l'anima». [42]Poiché così dice il Signore: «Come ho mandato
su questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto
il bene che ho loro promesso. [43]E compreranno campi in questo paese,
di cui voi dite: E' una desolazione, senza uomini e senza bestiame, lasciato
in mano ai Caldei. [44]Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno
contratti e li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di
Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città
della montagna e nelle città della Sefèla e nelle città del mezzogiorno,
perché cambierò la loro sorte». Oracolo del Signore.
Capitolo 33
Altra promessa di restaurazione
[1]La parola del
Signore fu rivolta una seconda volta a Geremia, mentre egli era ancora chiuso
nell'atrio della prigione: [2]«Così dice il Signore, che ha fatto la
terra e l'ha formata per renderla stabile e il cui nome è Signore: [3]Invocami
e io ti risponderò e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non
conosci. [4]Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele,
riguardo alle case di questa città e alle case dei re di Giuda, che saranno
diroccate di fronte alle opere di assedio e alle armi [5]dei Caldei
venuti a far guerra e a riempirle dei cadaveri degli uomini che io ho colpito
nella mia ira e nel mio furore, poiché ho nascosto il volto distornandolo da
questa città a causa di tutta la loro malvagità: [6]Ecco io farò
rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza
di pace e di sicurezza. [7]Cambierò la sorte di Giuda e la sorte di
Israele e li ristabilirò come al principio. [8]Li purificherò da tutta
l'iniquità con cui hanno peccato contro di me e perdonerò tutte le iniquità
che han commesso verso di me e per cui si sono ribellati contro di me. [9]Ciò
sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della
terra, quando sapranno tutto il bene che io faccio loro e temeranno e
tremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro. [10]Dice
il Signore: In questo luogo, di cui voi dite: Esso è desolato, senza uomini e
senza bestiame; nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, che sono
desolate, senza uomini, senza abitanti e senza bestiame, si udranno ancora [11]grida
di gioia e grida di allegria, la voce dello sposo e quella della sposa e il
canto di coloro che dicono: Lodate il Signore degli eserciti, perché è
buono, perché la sua grazia dura sempre, portando sacrifici di
ringraziamento nel tempio del Signore, perché ristabilirò la sorte di questo
paese come era prima, dice il Signore. [12]Così dice il Signore degli
eserciti: In questo luogo desolato, senza uomini e senza bestiame, e in tutte
le sue città ci saranno ancora luoghi di pastori che vi faranno riposare i
greggi. [13]Nelle città dei monti, nelle città della Sefèla, nelle
città del mezzogiorno, nella terra di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme
e nelle città di Giuda passeranno ancora le pecore sotto la mano di chi le
conta, dice il Signore.
Le istituzioni dell'avvenire
[14]Ecco verranno
giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene
che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. [15]In quei
giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia;
egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. [16]In quei
giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata:
Signore-nostra-giustizia. [17]Così dice il Signore: Davide non sarà
mai privo di un discendente che sieda sul trono della casa di Israele; [18]ai
sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire
olocausti, per bruciare l'incenso in offerta e compiere sacrifici tutti i
giorni». [19]Questa parola del Signore fu poi rivolta a Geremia: [20]«Dice
il Signore: Se voi potete spezzare la mia alleanza con il giorno e la mia
alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte al tempo
loro, [21]così sarà rotta anche la mia alleanza con Davide mio servo,
in modo che non abbia un figlio che regni sul suo trono, e quella con i
leviti sacerdoti che mi servono. [22]Come non si può contare la
milizia del cielo né numerare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la
discendenza di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono». [23]La
parola del Signore fu ancora rivolta a Geremia: [24]«Non hai osservato
ciò che questo popolo va dicendo: Il Signore ha rigettato le due famiglie che
si era scelte! e così disprezzano il mio popolo quasi che non sia più una
nazione ai loro occhi?». [25]Dice il Signore: «Se non sussiste più la
mia alleanza con il giorno e con la notte, se io non ho stabilito le leggi
del cielo e della terra, [26]in tal caso potrò rigettare la
discendenza di Giacobbe e di Davide mio servo, così da non prendere più dai
loro posteri coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco e
di Giacobbe. Poiché io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro».
Capitolo 34
5. COSE
DIVERSE
La sorte finale di Sedecia
[1]Parola che fu
rivolta a Geremia dal Signore, quando Nabucodònosor re di Babilonia con tutto
il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i
popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le città dipendenti: [2]Così
dice il Signore, Dio di Israele: «Và a parlare a Sedecìa re di Giuda e digli:
Così parla il Signore: Ecco io do questa città in mano al re di Babilonia,
che la darà alle fiamme. [3]Tu non scamperai dalla sua mano, ma sarai
preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di
Babilonia, gli parlerai faccia a faccia e poi andrai a Babilonia. [4]Tuttavia,
ascolta la parola del Signore, o Sedecìa re di Giuda! Così dice il Signore a tuo
riguardo: Non morirai di spada! [5]Morirai in pace e come si
bruciarono aròmi per i funerali dei tuoi padri, gli antichi re di Giuda che
furono prima di te, così si bruceranno per te e per te si farà il lamento
dicendo: Ahimè, Signore! Questo ho detto». Oracolo del Signore. [6]Il
profeta Geremia riferì a Sedecìa re di Giuda tutte queste parole in
Gerusalemme. [7]Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva
guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano,
Lachis e Azekà, poiché solo queste fortezze erano rimaste fra le città di
Giuda.
Il problema della liberazione degli schiavi
[8]Questa parola
fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa ebbe concluso
un'alleanza con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme, di proclamare
la libertà degli schiavi, [9]rimandando liberi ognuno il suo schiavo
ebreo e la sua schiava ebrea, così che nessuno costringesse più alla
schiavitù un Giudeo suo fratello. [10]Tutti i capi e tutto il popolo,
che avevano aderito all'alleanza, acconsentirono a rimandare liberi ognuno il
proprio schiavo e ognuno la propria schiava, così da non costringerli più
alla schiavitù: acconsentirono dunque e li rimandarono effettivamente; [11]ma
dopo si pentirono e ripresero gli schiavi e le schiave che avevano rimandati
liberi e li ridussero di nuovo schiavi e schiave. [12]Allora questa
parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Così dice il Signore,
Dio di Israele: Io ho concluso un'alleanza con i vostri padri, quando li ho
fatti uscire dal paese d'Egitto, da una condizione servile, dicendo: [14]Al
compiersi di sette anni rimanderà ognuno il suo fratello ebreo che si sarà
venduto a te; egli ti servirà sei anni, quindi lo rimanderai libero
disimpegnato da te; ma i vostri padri non mi ascoltarono e non prestarono
orecchio. [15]Ora voi oggi vi eravate ravveduti e avevate fatto ciò
che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo fratello;
voi avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è invocato il
mio nome. [16]Ma poi, avete mutato di nuovo parere e profanando il mio
nome avete ripreso ognuno gli schiavi e le schiave, che avevate rimandati
liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a essere ancora vostri
schiavi e vostre schiave. [17]Perciò dice il Signore: Voi non avete
dato ascolto al mio ordine che ognuno proclamasse la libertà del proprio
fratello e del proprio prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra liberazione
- parola del Signore - alla spada, alla peste e alla fame e vi farò oggetto
di terrore per tutti i regni della terra. [18]Gli uomini che hanno
trasgredito la mia alleanza, perché non hanno eseguito i termini
dell'alleanza che avevano conclusa in mia presenza, io li renderò come il
vitello che spaccarono in due passando fra le sue metà. [19]I capi di
Giuda, i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo del
paese, che passarono attraverso le due metà del vitello, [20]li darò
in mano ai loro nemici e a coloro che attentano alla loro vita; i loro
cadaveri saranno pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche. [21]Darò
Sedecìa re di Giuda e i suoi capi in mano ai loro nemici, in mano a coloro
che attentano alla loro vita e in mano all'esercito del re di Babilonia, che
ora si è allontanato da voi. [22]Ecco, io darò un ordine - dice il
Signore - e li farò tornare verso questa città, la assedieranno, la
prenderanno e la daranno alle fiamme e le città di Giuda le renderò desolate,
senza abitanti».
Capitolo 35
L'esempio dei Recabiti
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia dal Signore nei giorni di Ioiakìm figlio di Giosia, re
di Giuda: [2]«Và dai Recabiti e parla loro, conducili in una delle
stanze nel tempio del Signore e offri loro vino da bere». [3]Io allora
presi Iazanià figlio di Geremia, figlio di Cabassinià, i suoi fratelli e
tutti i suoi figli, cioè tutta la famiglia dei Recabiti. [4]Li
condussi nel tempio del Signore, nella stanza dei figli di Canàn figlio di
Iegdalià, uomo di Dio, la quale si trova vicino alla stanza dei capi, sopra
la stanza di Maasià figlio di Sallùm, custode di servizio alla soglia. [5]Posi
davanti ai membri della famiglia dei Recabiti boccali pieni di vino e delle
coppe e dissi loro: «Bevete il vino!». [6]Essi risposero: «Noi non
beviamo vino, perché Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato, ci diede
quest'ordine: Non berrete vino, né voi né i vostri figli, mai; [7]non
costruirete case, non seminerete sementi, non pianterete vigne e non ne
possederete alcuna, ma abiterete nelle tende tutti i vostri giorni, perché
possiate vivere a lungo sulla terra, dove vivete come forestieri. [8]Noi
abbiamo obbedito agli ordini di Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato,
riguardo a quanto ci ha comandato, così che noi, le nostre mogli, i nostri
figli e le nostre figlie, non beviamo vino per tutta la nostra vita; [9]non
costruiamo case da abitare né possediamo vigne o campi o sementi. [10]Noi
abitiamo nelle tende, obbediamo e facciamo quanto ci ha comandato Ionadàb
nostro antenato. [11]Quando Nabucodònosor re di Babilonia è venuto
contro il paese, ci siamo detti: Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire
all'esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei. Così siam venuti ad
abitare in Gerusalemme». [12]Allora questa parola del Signore fu
rivolta a Geremia: [13]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
Và e riferisci agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Non
accetterete la lezione, ascoltando le mie parole? Oracolo del Signore. [14]Sono
state messe in pratica le parole di Ionadàb figlio di Recàb, il quale aveva
comandato ai suoi figli di non bere vino. Essi infatti non lo hanno bevuto
fino a oggi, perché hanno obbedito al comando del loro padre. Io vi ho
parlato con continua premura, ma voi non mi avete ascoltato! [15]Vi ho
inviato tutti i miei servi, i profeti, con viva sollecitudine per dirvi:
Abbandonate ciascuno la vostra condotta perversa, emendate le vostre azioni e
non seguite altri dei per servirli, per poter abitare nel paese che ho
concesso a voi e ai vostri padri, ma voi non avete prestato orecchio e non mi
avete dato retta. [16]Così i figli di Ionadàb figlio di Recàb hanno
eseguito il comando che il loro padre aveva dato loro; questo popolo, invece,
non mi ha ascoltato. [17]Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti e
Dio di Israele: Ecco, io manderò su Giuda e su tutti gli abitanti di
Gerusalemme tutto il male che ho annunziato contro di essi, perché ho parlato
loro e non mi hanno ascoltato, li ho chiamati e non hanno risposto». [18]Geremia
riferì alla famiglia dei Recabiti: «Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Poiché avete ascoltato il comando di Ionadàb vostro padre e avete
osservato tutti i suoi decreti e avete fatto quanto vi aveva ordinato, [19]per
questo dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: a Ionadàb figlio di
Recàb non verrà mai a mancare qualcuno che stia sempre alla mia presenza».
Capitolo 36
IV.
LE SOFFERENZE DI GEREMIA
Il rotolo del 605-604
[1]Nel quarto
anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, questa parola fu rivolta a
Geremia da parte del Signore: [2]«Prendi un rotolo da scrivere e
scrivici tutte le cose che ti ho detto riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a
tutte le nazioni, da quando cominciai a parlarti dal tempo di Giosia fino ad
oggi. [3]Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che
mi propongo di fare loro, abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa e
allora perdonerò le loro iniquità e i loro peccati». [4]Geremia chiamò
Baruc figlio di Neria e Baruc scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte
le cose che il Signore gli aveva detto su un rotolo per scrivere. [5]Quindi
Geremia ordinò a Baruc: «Io ne sono impedito e non posso andare nel tempio
del Signore. [6]Andrai dunque tu a leggere, nel rotolo che hai scritto
sotto la mia dettatura, le parole del Signore, facendole udire al popolo nel
tempio del Signore in un giorno di digiuno; le leggerai anche ad alta voce a
tutti quelli di Giuda che vengono dalle loro città. [7]Forse si
umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e abbandoneranno ciascuno la sua
condotta perversa, perché grande è l'ira e il furore che il Signore ha
espresso verso questo popolo». [8]Baruc figlio di Neria fece quanto
gli aveva comandato il profeta Geremia, leggendo sul rotolo le parole del
Signore nel tempio. [9]Nel quinto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re
di Giuda, nel nono mese, fu indetto un digiuno davanti al Signore per tutto
il popolo di Gerusalemme e per tutto il popolo che era venuto dalle città di
Giuda a Gerusalemme. [10]Baruc dunque lesse nel libro facendo udire a
tutto il popolo le parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di
Ghemarià, figlio di Safàn lo scriba, nel cortile superiore presso l'ingresso
della Porta Nuova del tempio del Signore. [11]Michea figlio di
Ghemarià, figlio di Safàn, udite tutte le parole del Signore lette dal libro,
[12]scese alla reggia nella stanza dello scriba; ed ecco là si
trovavano in seduta tutti i capi dignitari: Elisamà lo scriba e Delaià figlio
di Semaià, Elnatàn figlio di Acbòr, Ghemarià figlio di Safàn, e Sedecìa
figlio di Anania, insieme con tutti i capi. [13]Michea riferì loro
tutte le parole che aveva udite quando Baruc leggeva nel libro al popolo in
ascolto. [14]Allora tutti i capi inviarono da Baruc Iudi figlio di
Natania, figlio di Selemia, figlio dell'Etiope, per dirgli: «Prendi nelle
mani il rotolo che leggevi ad alta voce al popolo e vieni». Baruc figlio di
Neria prese il rotolo in mano e si recò da loro. [15]Ed essi gli
dissero: «Siedi e leggi davanti a noi». Baruc lesse davanti a loro. [16]Allora,
quando udirono tutte quelle parole, ebbero paura e si dissero l'un l'altro:
«Dobbiamo senz'altro riferire al re tutte queste parole». [17]Poi
interrogarono Baruc: «Dicci come hai fatto a scrivere tutte queste parole». [18]Baruc
rispose: «Di sua bocca Geremia mi dettava tutte queste parole e io le
scrivevo nel libro con l'inchiostro». [19]I capi dissero a Baruc: «Và
e nasconditi insieme con Geremia; nessuno sappia dove siete». [20]Essi
poi si recarono dal re nell'appartamento interno, dopo aver riposto il rotolo
nella stanza di Elisamà lo scriba, e riferirono al re tutte queste cose. [21]Allora
il re mandò Iudi a prendere il rotolo. Iudi lo prese dalla stanza di Elisamà
lo scriba e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che stavano presso il re.
[22]Il re sedeva nel palazzo d'inverno - si era al nono mese - con un
braciere acceso davanti. [23]Ora, quando Iudi aveva letto tre o
quattro colonne, il re le lacerava con il temperino da scriba e le gettava
nel fuoco sul braciere, finché non fu distrutto l'intero rotolo nel fuoco che
era sul braciere. [24]Il re e tutti i suoi ministri non tremarono né
si strapparono le vesti all'udire tutte quelle cose. [25]Eppure
Elnatàn, Delaià e Ghemarià avevano supplicato il re di non bruciare il
rotolo, ma egli non diede loro ascolto. [26]Anzi ordinò a Ieracmeèl,
un principe regale, a Seraià figlio di Azrièl e a Selemia figlio di Abdeèl,
di arrestare Baruc lo scriba e il profeta Geremia, ma il Signore li aveva
nascosti. [27]Questa parola del Signore fu rivolta a Geremia dopo che
il re ebbe bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritte sotto la
dettatura di Geremia: [28]Prendi di nuovo un rotolo e scrivici tutte
le parole di prima, che erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm re di
Giuda. [29]Contro Ioiakìm re di Giuda dichiarerai: «Dice il Signore:
Hai bruciato quel rotolo, dicendo: Perché vi hai scritto queste parole: Certo
verrà il re di Babilonia e devasterà questo paese e farà scomparire da esso
uomini e bestie? [30]Per questo dice il Signore contro Ioiakìm re di
Giuda: Egli non avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà
esposto al calore del giorno e al freddo della notte. [31]Io punirò
lui, la sua discendenza e i suoi ministri per le loro iniquità e manderò su
di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di Giuda, tutto il male
che ho minacciato, senza che mi abbiano dato ascolto». [32]Geremia
prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc figlio di Neria, lo scriba, il
quale vi scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte le parole del libro
che Ioiakìm re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi furono aggiunte
molte parole simili a quelle.
Capitolo 37
Giudizio riassuntivo su Sedecia
[1]Sedecìa
figlio di Giosia divenne re al posto di Conìa figlio di Ioiakìm;
Nabucodònosor re di Babilonia lo nominò re nel paese di Giuda. [2]Ma
né lui né i suoi ministri né il popolo del paese ascoltarono le parole che il
Signore aveva pronunziate per mezzo del profeta Geremia. [3]Il re Sedecìa
inviò allora Iucàl figlio di Selemia e il sacerdote Sofonia figlio di Maasià
dal profeta Geremia per dirgli: «Prega per noi il Signore nostro Dio». [4]Geremia
intanto andava e veniva in mezzo al popolo e non era stato ancora messo in
prigione. [5]Però l'esercito del faraone era uscito dall'Egitto e i
Caldei, che assediavano Gerusalemme, appena ne avevano avuto notizia, si
erano allontanati da Gerusalemme. [6]Allora la parola del Signore fu
rivolta al profeta Geremia: [7]«Dice il Signore Dio di Israele:
Riferite al re di Giuda, che vi ha mandati da me per consultarmi: Ecco
l'esercito del faraone, uscito in vostro aiuto, ritornerà nel suo paese
d'Egitto; [8]i Caldei ritorneranno, combatteranno contro questa città,
la prenderanno e la daranno alle fiamme». [9]Dice il Signore: «Non
illudetevi pensando: Certo i Caldei si allontaneranno da noi, perché non se
ne andranno. [10]Anche se riusciste a battere tutto l'esercito dei
Caldei che combattono contro di voi, e ne rimanessero solo alcuni feriti,
costoro sorgerebbero ciascuno dalla sua tenda e darebbero alle fiamme questa
città». [11]Quando l'esercito dei Caldei si allontanò da Gerusalemme a
causa dell'esercito del faraone, [12]Geremia uscì da Gerusalemme per
andare nella terra di Beniamino a prendervi una parte di eredità tra i suoi
parenti. [13]Ma, quando fu alla porta di Beniamino, dove era un
incaricato del servizio di guardia chiamato Ieria figlio di Selemia, figlio
di Anania, costui arrestò il profeta Geremia dicendo: «Tu passi ai Caldei!». [14]Geremia
rispose: «E' falso! Io non passo ai Caldei»; ma egli non gli diede retta. E
così Ieria prese Geremia e lo condusse dai capi. [15]I capi erano
sdegnati contro Geremia, lo percossero e lo gettarono in prigione nella casa
di Giònata lo scriba, che avevano trasformato in un carcere. [16]Geremia
entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni. [17]Il re Sedecìa
mandò a prenderlo e lo interrogò in casa sua, di nascosto: «C'è qualche
parola da parte del Signore?». Geremia rispose: «Sì» e precisò: «Tu sarai
dato in mano al re di Babilonia». [18]Geremia poi disse al re Sedecìa:
«Quale colpa ho commesso contro di te, i tuoi ministri e contro questo
popolo, perché mi abbiate messo in prigione? [19]E dove sono i vostri
profeti, che vi predicevano: Il re di Babilonia non verrà contro di voi e
contro questo paese? [20]Ora, ascolta, re mio signore; la mia supplica
ti giunga gradita. Non rimandarmi nella casa di Giònata lo scriba, perché io
non vi muoia». [21]Il re Sedecìa comandò di custodire Geremia
nell'atrio della prigione e gli fu data ogni giorno una focaccia di pane
proveniente dalla via dei Fornai, finché non fu esaurito tutto il pane in
città. Così Geremia rimase nell'atrio della prigione.
Capitolo 38
Geremia nella cisterna. Intervento di Ebed-Melech
[1]Sefatià
figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr
figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il
popolo: [2]«Dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di
spada, di fame e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per lui la sua
vita sarà come bottino e vivrà. [3]Dice il Signore: Certo questa città
sarà data in mano all'esercito del re di Babilonia che la prenderà». [4]I
capi allora dissero al re: «Si metta a morte questo uomo, appunto perché egli
scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il
popolo dicendo loro simili parole, poiché questo uomo non cerca il benessere
del popolo, ma il male». [5]Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle
vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi». [6]Essi
allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, principe
regale, la quale si trovava nell'atrio della prigione. Calarono Geremia con
corde. Nella cisterna non c'era acqua ma fango, e così Geremia affondò nel
fango. [7]Ebed-Mèlech l'Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì
che Geremia era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla
porta di Beniamino, [8]Ebed-Mèlech uscì dalla reggia e disse al re: [9]«Re
mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al
profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame sul posto,
perché non c'è più pane nella città». [10]Allora il re diede
quest'ordine a Ebed-Mèlech l'Etiope: «Prendi con te da qui tre uomini e fà
risalire il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia».[11]Ebed-Mèlech
prese con sé gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del tesoro e,
presi di là pezzi di cenci e di stracci, li gettò a Geremia nella cisterna
con corde. [12]Ebed-Mèlech disse a Geremia: «Su, mettiti i pezzi dei
cenci e degli stracci alle ascelle sotto le corde». Geremia fece così. [13]Allora
tirarono su Geremia con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia
rimase nell'atrio della prigione.
Ultimo incontro di Geremia con Sedecia
[14]Il re Sedecìa
mandò a prendere il profeta Geremia e, fattolo venire presso di sé al terzo
ingresso del tempio del Signore, il re gli disse: «Ti domando una cosa, non
nascondermi nulla!». [15]Geremia rispose a Sedecìa: «Se te la dico,
non mi farai forse morire? E se ti do un consiglio, non mi darai ascolto». [16]Allora
il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: «Com'è vero che vive il Signore che
ci ha dato questa vita, non ti farò morire né ti consegnerò in balìa di
quegli uomini che attentano alla tua vita!». [17]Geremia allora disse
a Sedecìa: «Dice il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Se uscirai
incontro ai generali del re di Babilonia, allora avrai salva la vita e questa
città non sarà data in fiamme; tu e la tua famiglia vivrete; [18]se
invece non uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora questa
città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la daranno alle fiamme e tu non
scamperai dalle loro mani». [19]Il re Sedecìa rispose a Geremia: «Ho
paura dei Giudei che sono passati ai Caldei; temo di essere consegnato in
loro potere e che essi mi maltrattino». [20]Ma Geremia disse: «Non ti
consegneranno a loro. Ascolta la voce del Signore riguardo a ciò che ti dico;
ti andrà bene e tu vivrai; [21]se, invece, rifiuti di uscire, questo
il Signore mi ha rivelato: [22]Ecco, tutte le donne rimaste nella
reggia di Giuda saranno condotte ai generali del re di Babilonia e diranno:
Ti hanno abbindolato e ingannato
gli uomini di tua fiducia.
I tuoi piedi si sono affondati nella melma,
mentre essi sono spariti.
[23]Tutte le
donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e tu non sfuggirai alle
loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di Babilonia e questa
città sarà data alle fiamme». [24]Sedecìa disse a Geremia: «Nessuno
sappia di questi discorsi perché tu non muoia. [25]Se i dignitari
sentiranno che ho parlato con te e verranno da te e ti domanderanno:
Riferiscici quanto hai detto al re, non nasconderci nulla, altrimenti ti
uccideremo; raccontaci che cosa ti ha detto il re, [26]tu risponderai
loro: Ho presentato la supplica al re perché non mi mandasse di nuovo nella
casa di Giònata a morirvi». [27]Ora tutti i dignitari vennero da
Geremia e lo interrogarono; egli rispose proprio come il re gli aveva
ordinato, così che lo lasciarono tranquillo, poiché la conversazione non era stata
ascoltata. [28]Geremia rimase nell'atrio della prigione fino al giorno
in cui fu presa Gerusalemme.
Capitolo 39
Sorte di Geremia alla caduta di Gerusalemme
[1]Nel decimo
mese del nono anno di Sedecìa re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia
mosse con tutto l'esercito contro Gerusalemme e l'assediò. [2]Nel
quarto mese dell'anno undecimo di Sedecìa, il nove del mese, fu aperta una
breccia nella città, [3]entrarono tutti i generali del re di Babilonia
e si stabilirono alla Porta di mezzo; Nergal-Sarèzer di Sin-Magir,
Nebosar-Sechim, capo dei funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe
di fontiera e tutti gli altri capi del re di Babilonia. [4]Appena
videro ciò, Sedecìa re di Giuda e tutti i suoi guerrieri fuggirono uscendo di
notte per la via del giardino del re, attraverso la porta fra le due mura, e
presero la via dell'Araba. [5]Ma i soldati caldei li inseguirono e
raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, lo presero e lo condussero da
Nabucodònosor re di Babilonia a Ribla nel paese di Amat, dove il re pronunziò
la sentenza su di lui. [6]Il re di Babilonia fece sgozzare i figli di
Sedecìa, a Ribla, sotto gli occhi di lui; il re di Babilonia fece anche
sgozzare tutti i notabili di Giuda. [7]Cavò poi gli occhi a Sedecìa e
lo legò con catene per condurlo a Babilonia. [8]I Caldei diedero alle
fiamme la reggia e le case del popolo e demolirono le mura di Gerusalemme. [9]Tutto
il resto del popolo rimasto in città e i disertori che erano passati a lui e
tutto il resto del popolo, Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò a
Babilonia. [10]Nabuzaradàn, capo delle guardie, lasciò nel paese di
Giuda i poveri del popolo, che non avevano nulla, assegnando loro vigne e
campi in tale occasione. [11]Quanto a Geremia, Nabucodònosor re di
Babilonia aveva dato queste disposizioni a Nabuzaradàn, capo delle guardie: [12]«Prendilo
e tieni gli occhi su di lui, non fargli alcun male, ma fà per lui ciò che
egli ti dirà». [13]Essi allora - cioè Nabuzaradàn, capo delle guardie,
Nabusazbàn capo dei funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe di
frontiera e tutti gli alti ufficiali del re di Babilonia - [14]mandarono
a prendere Geremia dall'atrio della prigione e lo consegnarono a Godolia
figlio di Achikàm, figlio di Safàn, perché lo conducesse a casa. Così egli
rimase in mezzo al popolo.
Oracolo di salvezza per Ebed-Melech
[15]A Geremia era
stata rivolta questa parola del Signore, quando era ancora rinchiuso
nell'atrio della prigione: [16]«Và a dire a Ebed-Mèlech l'Etiope: Così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco io pongo in atto le mie
parole contro questa città, a sua rovina e non a suo bene; in quel giorno
esse si avvereranno sotto i tuoi occhi. [17]Ma io ti libererò in quel
giorno - oracolo del Signore - e non sarai consegnato in mano agli uomini che
tu temi. [18]Poiché, certo, io ti salverò; non cadrai di spada, ma ti
sarà conservata la vita come tuo bottino, perché hai avuto fiducia in me.
Oracolo del Signore».
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Capitolo 40
Ancora la sorte di Geremia
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che Nabuzaradàn, capo delle guardie,
lo aveva rimandato libero da Rama, avendolo preso mentre era legato con
catene in mezzo a tutti i deportati di Gerusalemme e di Giuda, i quali
venivano condotti in esilio a Babilonia. [2]Il capo delle guardie
prese Geremia e gli disse: «Il Signore tuo Dio ha predetto questa sventura
per questo luogo; [3]il Signore l'ha mandata, compiendo quanto aveva
minacciato, perché voi avete peccato contro il Signore e non avete ascoltato
la sua voce; perciò vi è capitata una cosa simile. [4]Ora ecco, ti
sciolgo queste catene dalle mani. Se preferisci venire con me a Babilonia,
vieni; io veglierò su di te. Se invece preferisci non venire con me a
Babilonia, rimani. Vedi, tutta la regione sta davanti a te; và pure dove ti
piace e ti è comodo andare. [5]Torna pure presso Godolia figlio di
Achikàm, figlio di Safàn, che il re di Babilonia ha messo a capo delle città
di Giuda. Rimani con lui in mezzo al popolo oppure và dove ti piace andare». Il
capo delle guardie gli diede provviste di cibo e un regalo e lo licenziò. [6]Allora
Geremia andò in Mizpà da Godolia figlio di Achikàm, e si stabilì con lui in
mezzo al popolo che era rimasto nel paese.
Godolia governatore: suo assassinio
[7]Tutti i capi
dell'esercito, che si erano dispersi per la regione con i loro uomini,
vennero a sapere che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese Godolia
figlio di Achikàm, e gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e i
poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia. [8]Si
recarono allora da Godolia in Mizpà Ismaele figlio di Natania, Giovanni
figlio di Kàreca, Seraià figlio di Tancùmet, i figli di Ofi di Netofa e
Iezanià figlio del Maacatita con i loro uomini. [9]Godolia figlio di
Achikàm, figlio di Safàn, giurò a loro e ai loro uomini: «Non temete i
funzionari caldei; rimanete nel paese e state soggetti al re di Babilonia e
vi troverete bene. [10]Quanto a me, ecco, io mi stabilisco in Mizpà
come vostro rappresentante di fronte ai Caldei che verranno da noi; ma voi
fate pure la raccolta del vino, delle frutta e dell'olio, riponete tutto nei
vostri magazzini e dimorate nelle città da voi occupate». [11]Anche
tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti, in Edom e in tutte
le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva lasciato una parte
della popolazione in Giuda e aveva messo a capo di essa Godolia figlio di
Achikàm, figlio di Safàn. [12]Tutti questi Giudei ritornarono da tutti
i luoghi nei quali si erano dispersi e vennero nel paese di Giuda presso
Godolia a Mizpà. Raccolsero vino e frutta in grande abbondanza. [13]Ora
Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che si erano
dispersi per la regione, si recarono da Godolia in Mizpà [14]e gli
dissero: «Non sai che Baalìs re degli Ammoniti ha mandato Ismaele figlio di
Natania per toglierti la vita?». Ma Godolia figlio di Achikàm non credette
loro. [15]Allora Giovanni figlio di Kàreca parlò segretamente con
Godolia in Mizpà: «Io andrò a colpire Ismaele figlio di Natania senza che
alcuno lo sappia. Perché egli dovrebbe toglierti la vita, così che vadano
dispersi tutti i Giudei che si sono raccolti intorno a te e perisca tutto il
resto di Giuda?». [16]Ma Godolia figlio di Achikàm rispose a Giovanni
figlio di Kàreca: «Non commettere una cosa simile, perché è una menzogna
quanto tu dici di Ismaele».
Capitolo 41
[1]Ora, nel
settimo mese, Ismaele figlio di Natania, figlio di Elisamà, di stirpe reale,
si recò con dieci uomini da Godolia figlio di Achikàm in Mizpà e mentre là in
Mizpà prendevano cibo insieme, [2]Ismaele figlio di Natania si alzò
con i suoi dieci uomini e colpirono di spada Godolia figlio di Achikàm,
figlio di Safàn. Così uccisero colui che il re di Babilonia aveva messo a
capo del paese. [3]Ismaele uccise anche tutti i Giudei che erano con
Godolia a Mizpà e i Caldei, tutti uomini d'arme, che si trovavano colà. [4]Il
secondo giorno dopo l'uccisione di Godolia, quando nessuno sapeva la cosa, [5]vennero
uomini da Sichem, da Silo e da Samaria: ottanta uomini con la barba rasa, le
vesti stracciate e con incisioni sul corpo. Essi avevano nelle mani offerte e
incenso da portare nel tempio del Signore. [6]Ismaele figlio di
Natania uscì loro incontro da Mizpà, mentre essi venivano avanti piangendo. Quando
li ebbe raggiunti, disse loro: «Venite da Godolia, figlio di Achikàm». [7]Ma
quando giunsero nel centro della città, Ismaele figlio di Natania con i suoi
uomini li sgozzò e li gettò in una cisterna. [8]Fra quelli si
trovarono dieci uomini, che dissero a Ismaele: «Non ucciderci, perché abbiamo
nascosto provviste nei campi, grano, orzo, olio e miele». Allora egli si
trattenne e non li uccise insieme con i loro fratelli. [9]La cisterna
in cui Ismaele gettò tutti i cadaveri degli uomini che aveva uccisi era la
cisterna grande, quella che il re Asa aveva costruita quando era in guerra
contro Baasa re di Israele; Ismaele figlio di Natania la riempì dei cadaveri.
[10]Poi Ismaele fece prigioniero il resto del popolo che si trovava in
Mizpà, le figlie del re e tutto il popolo rimasto in Mizpà, su cui
Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva messo a capo Godolia figlio di
Achikàm. Ismaele figlio di Natania li condusse via e partì per rifugiarsi
presso gli Ammoniti. [11]Intanto Giovanni figlio di Kàreca e tutti i
capi delle bande armate che erano con lui ebbero notizia di tutto il male
compiuto da Ismaele figlio di Natania. [12]Raccolsero i loro uomini e
si mossero per andare ad assalire Ismaele figlio di Natania. Essi lo
trovarono presso la grande piscina di Gàbaon. [13]Appena tutto il
popolo che era con Ismaele vide Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi
delle bande armate che erano con lui, se ne rallegrò. [14]Tutto il
popolo che Ismaele aveva condotto via da Mizpà si voltò e, ritornato
indietro, raggiunse Giovanni figlio di Kàreca. [15]Ma Ismaele figlio
di Natania sfuggì con otto uomini a Giovanni e andò presso gli Ammoniti. [16]Giovanni
figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che erano con lui presero
tutto il resto del popolo che Ismaele figlio di Natania aveva condotto via da
Mizpà dopo aver ucciso Godolia figlio di Achikàm, uomini d'arme, donne,
fanciulli ed eunuchi, e li condussero via da Gàbaon. [17]Essi
partirono e sostarono in Gherut-Chimàm, che si trova a fianco di Betlemme,
per proseguire ed entrare in Egitto, [18]lontano dai Caldei. Infatti
essi temevano costoro, poiché Ismaele figlio di Natania aveva ucciso Godolia
figlio di Achikàm, che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese.
Capitolo 42
La fuga in Egitto
[1]Tutti i capi
delle bande armate e Giovanni figlio di Kàreca, e Azaria figlio di Osaia e
tutto il popolo, dai piccoli ai grandi, si presentarono [2]al profeta
Geremia e gli dissero: «Ti sia gradita la nostra supplica! Prega per noi il
Signore tuo Dio, in favore di tutto questo residuo di popolazione, perché noi
siamo rimasti in pochi dopo essere stati molti, come vedi con i tuoi occhi. [3]Il
Signore tuo Dio ci indichi la via per la quale dobbiamo andare e che cosa
dobbiamo fare». [4]Il profeta Geremia rispose loro: «Comprendo! Ecco,
pregherò il Signore vostro Dio secondo le vostre parole e vi riferirò quanto
il Signore risponde per voi; non vi nasconderò nulla». [5]Essi allora
dissero a Geremia: «Il Signore sia contro di noi testimone verace e fedele,
se non faremo quanto il Signore tuo Dio ti rivelerà per noi. [6]Che ci
sia gradita o no, noi ascolteremo la voce del Signore nostro Dio al quale ti
mandiamo, perché ce ne venga bene obbedendo alla voce del Signore nostro
Dio». [7]Al termine di dieci giorni, la parola del Signore fu rivolta
a Geremia. [8]Questi chiamò Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi
delle bande armate che erano con lui e tutto il popolo, dai piccoli ai
grandi, [9]e riferì loro: «Dice il Signore, Dio di Israele, al quale
mi avete inviato perché gli presentassi la vostra supplica: [10]Se
continuate ad abitare in questa regione, vi renderò stabili e non vi
distruggerò, vi pianterò e non vi sradicherò, perché ho pietà del male che vi
ho arrecato. [11]Non temete il re di Babilonia, che vi incute timore;
non temetelo - dice il Signore - perché io sarò con voi per salvarvi e per
liberarvi dalla sua mano. [12]Io gli ispirerò sentimenti di pietà per
voi, così egli avrà compassione di voi e vi lascerà dimorare nel vostro
paese. [13]Se invece, non dando retta alla voce del Signore vostro
Dio, voi direte: Non vogliamo abitare in questo paese, [14]e direte:
No, vogliamo andare nel paese d'Egitto, perché là non vedremo guerre e non
udremo squilli di tromba né soffriremo carestia di pane: là abiteremo; [15]in
questo caso ascolta la parola del Signore, o resto di Giuda: Dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: Se voi intendete veramente andare in Egitto e
vi andate per stabilirvi colà, [16]ebbene, la spada che temete vi
raggiungerà laggiù nel paese d'Egitto, e la fame che temete vi sarà addosso
laggiù in Egitto e là morirete. [17]Allora tutti gli uomini che
avranno deciso di recarsi in Egitto per dimorarvi moriranno di spada, di fame
e di peste. Nessuno di loro scamperà o sfuggirà alla sventura che io manderò
su di loro. [18]Poiché, dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: Come si è rovesciato il mio furore e la mia ira contro gli abitanti
di Gerusalemme, così la mia ira si rovescerà contro di voi quando sarete
andati in Egitto. Voi sarete oggetto di maledizione, di orrore, di
esecrazione e di scherno e non vedrete mai più questo luogo». [19]Questo
vi dice il Signore, o superstiti di Giuda: «Non andate in Egitto. Sappiate
bene che oggi io vi ho solennemente avvertiti. [20]Poiché avete messo
a rischio le vostre vite, quando mi avete mandato dal Signore vostro Dio,
dicendomi: Intercedi per noi presso il Signore nostro Dio, dicci ciò che il
Signore nostro Dio dirà e noi lo eseguiremo. [21]Oggi ve l'ho
riferito, ma voi non ascoltate la voce del Signore vostro Dio riguardo a
tutto ciò per cui egli mi ha inviato a voi. [22]Perciò sappiate bene
che morirete di spada, di fame e di peste nel luogo in cui desiderate andare
a dimorare».
Capitolo 43
[1]Quando
Geremia finì di riferire a tutto il popolo tutte le parole del Signore loro
Dio - tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a loro - [2]Azaria
figlio di Osaia e Giovanni figlio di Kàreca e tutti quegli uomini superbi e
ribelli dissero a Geremia: «Una menzogna stai dicendo! Non ti ha inviato il
Signore nostro Dio a dirci: Non andate in Egitto per dimorare là; [3]ma
Baruch figlio di Neria ti istiga contro di noi per consegnarci nelle mani dei
Caldei, perché ci uccidano e ci deportino in Babilonia». [4]Pertanto
Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate e tutto il popolo
non obbedirono all'invito del Signore di rimanere nel paese di Giuda. [5]Così
Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate raccolsero tutti
i superstiti di Giuda, che erano ritornati per abitare nella terra di Giuda
da tutte le regioni in mezzo alle quali erano stati dispersi, [6]uomini,
donne, bambini, le principesse reali e tutte le persone che Nabuzaradàn, capo
delle guardie, aveva lasciate con Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn,
insieme con il profeta Geremia e con Baruch figlio di Neria, [7]e
andarono nel paese d'Egitto, non avendo dato ascolto alla voce del Signore, e
giunsero fino a Tafni.
Geremia predice l'invasione dell'Egitto da parte di
Nabucodonosor
[8]Allora la
parola del Signore fu rivolta a Geremia in Tafni: [9]«Prendi in mano
grandi pietre e sotterrale nella mota nel quadrato dei mattoni all'ingresso
della casa del faraone in Tafni, sotto agli occhi dei Giudei. [10]Quindi
dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io manderò
a prendere Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; egli porrà il trono su
queste pietre che hai sotterrate e stenderà il baldacchino sopra di esse. [11]Verrà
infatti e colpirà il paese d'Egitto, mandando a morte chi è destinato alla
morte, alla schiavitù chi è destinato alla schiavitù e uccidendo di spada chi
è destinato alla spada. [12]Darà alle fiamme i templi degli dei
d'Egitto, li brucerà e porterà gli dei in esilio; ripulirà il paese di Egitto
come un pastore pulisce dai pidocchi il mantello; poi se ne andrà tranquillo.
[13]Frantumerà gli obelischi del tempio del sole nel paese d'Egitto e
darà alle fiamme i templi degli dei d'Egitto».
Capitolo 44
Ultimo ministero di Geremia: i Giudei in Egitto e la
Regina del Cielo
[1]Questa parola
fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che abitavano nel paese d'Egitto, a
Migdòl, a Tafni, a Menfi e nella regione di Patròs. [2]«Così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi avete visto tutte le sventure che
ho mandate su Gerusalemme e su tutte le città di Giuda; eccole oggi una
desolazione, senza abitanti, [3]a causa delle iniquità che commisero
per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare altri dei, che né loro
conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate. [4]Eppure, io vi
avevo premurosamente inviato tutti i miei servi, i profeti, con l'incarico di
dirvi: Non fate questa cosa abominevole che io ho in odio! [5]Ma essi
non mi ascoltarono e non prestarono orecchio in modo da abbandonare la loro
iniquità cessando dall'offrire incenso ad altri dei. [6]Perciò la mia
ira e il mio furore divamparono come fuoco nelle città di Giuda e nelle
strade di Gerusalemme ed esse divennero un deserto e una desolazione, come
sono ancor oggi. [7]Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio di
Israele: Perché voi fate un male così grave contro voi stessi tanto da farvi
sterminare di mezzo a Giuda uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che
non rimanga di voi neppure un resto? [8]Perché mi provocate con
l'opera delle vostre mani, offrendo incenso a divinità straniere nel paese
d'Egitto dove siete venuti a dimorare, in modo da farvi sterminare e da
divenire oggetto di esecrazione e di obbrobrio tra tutte le nazioni della
terra? [9]Avete forse dimenticato le iniquità dei vostri padri, le
iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei vostri capi, le vostre iniquità e
quelle delle vostre mogli, compiute nel paese di Giuda e per le strade di
Gerusalemme? [10]Fino ad oggi essi non ne hanno sentito rimorso, non
hanno provato timore e non hanno agito secondo la legge e i decreti che io ho
posto davanti a voi e ai vostri padri». [11]Perciò dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: «Ecco, io rivolgo la faccia verso di voi a
vostra sventura e per distruggere tutto Giuda. [12]Abbatterò il resto
di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nel paese d'Egitto; essi
periranno tutti nel paese d'Egitto; cadranno di spada e periranno di fame,
dal più piccolo al più grande; moriranno di spada e di fame e saranno oggetto
di maledizione e di orrore, di esecrazione e di obbrobrio. [13]Punirò
coloro che dimorano nel paese d'Egitto come ho punito Gerusalemme con la
spada, la fame e la peste. [14]Nessuno scamperà né sfuggirà fra il
resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nel paese d'Egitto con la speranza
di tornare nella terra di Giuda, dove essi desiderano ritornare ad abitare;
essi non vi ritorneranno mai, eccettuati pochi fuggiaschi». [15]Allora
tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano bruciato incenso a
divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una grande folla, e
tutto il popolo che dimorava nel paese d'Egitto e in Patros, risposero a
Geremia: [16]«Quanto all'ordine che ci hai comunicato in nome del
Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto; [17]anzi decisamente
eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla Regina
del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo gia fatto noi, i nostri
padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di
Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo
alcuna sventura; [18]ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso
alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di
tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame». [19]E le
donne aggiunsero: «Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e
le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti
prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?». [20]Allora
così parlò Geremia a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e a tutta la
gente che gli avevano risposto in quel modo: [21]«Forse che il Signore
non si ricorda e non ha più in mente l'incenso che voi bruciavate nelle città
di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i vostri re e
i vostri capi e il popolo del paese? [22]Il Signore non ha più potuto
sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli che avete
commesse. Per questo il vostro paese è divenuto un deserto, oggetto di orrore
e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede. [23]Per il fatto
che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il Signore, non avete
ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i
suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa sventura, come
oggi si vede». [24]Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne:
«Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nel paese
d'Egitto. [25]Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi
donne lo avete affermato con la bocca e messo in atto con le vostre mani,
affermando: Noi adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso
alla Regina del cielo e di offrirle libazioni! Adempite pure i vostri voti e
fate pure le vostre libazioni. [26]Tuttavia ascoltate la parola del
Signore, voi tutti di Giuda che abitate nel paese di Egitto. Ecco, io giuro
per il mio grande nome - dice il Signore - che mai più il mio nome sarà
pronunciato in tutto il paese d'Egitto dalla bocca di un uomo di Giuda che
possa dire: Per la vita del Signore Dio! [27]Ecco, veglierò su di essi
per loro disgrazia e non per loro bene. Tutti gli uomini di Giuda che si
trovano nel paese d'Egitto periranno di spada e di fame fino al loro
sterminio. [28]Gli scampati dalla spada torneranno dal paese d'Egitto
nella terra di Giuda molto scarsi di numero. Tutto il resto di Giuda, coloro
che sono andati a dimorare nel paese d'Egitto, sapranno quale parola si
avvererà, se la mia o la loro. [29]Questo sarà per voi il segno - dice
il Signore - che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie
parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia. [30]Così
dice il Signore: Ecco io metterò il faraone Cofrà re di Egitto in mano ai
suoi nemici e a coloro che attentano alla sua vita, come ho messo Sedecìa re
di Giuda in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, suo nemico, che attentava
alla sua vita».
Capitolo 45
La parola di consolazione per Baruc
[1]Questa è la
parola che il profeta Geremia comunicò a Baruc figlio di Neria, quando egli
scriveva queste parole in un libro sotto la dettatura di Geremia nel quarto
anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda: [2]«Dice il Signore,
Dio di Israele, su di te, Baruc: [3]Tu hai detto: Guai a me poiché il
Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e
non trovo pace. [4]Dice il Signore: Ecco io demolisco ciò che ho
edificato e sradico ciò che ho piantato; così per tutta la terra. [5]E
tu vai cercando grandi cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la
sventura su ogni uomo. Oracolo del Signore. A te farò dono della vita come
bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai».
Capitolo 46
[1]Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia
sulle nazioni.
V.
ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
Oracoli contro l'Egitto. La disfatta di Carchemis
[2]Per l'Egitto.
Sull'esercito del faraone Necao re d'Egitto, a Càrchemis presso il fiume
Eufrate, esercito che Nabucodònosor re di Babilonia vinse nel quarto anno di
Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda.
[3]Preparate scudo grande e piccolo
e avanzate per la battaglia.
[4]Attaccate i cavalli,
montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli elmi,
lucidate le lance,
indossate le corazze!
[5]Che vedo?
Sono sbigottito,
retrocedono!
I loro prodi
sono sconfitti,
fuggono a precipizio
senza voltarsi;
il terrore è tutt'intorno.
Parola del Signore.
[6]Il più agile non scamperà
né il più prode si salverà.
A settentrione, sulla riva dell'Eufrate,
inciampano e cadono.
[7]Chi è che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente?
[8]E' l'Egitto che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente.
Esso dice: «Salirò, ricoprirò la terra,
distruggerò la città e i suoi abitanti».
[9]Caricate, cavalli,
avanzate, carri!
Avanti o prodi!
uomini di Etiopia e di Put,
voi che impugnate lo scudo,
e voi di Lud che tendete l'arco.
[10]Ma quel giorno per il Signore Dio degli eserciti,
è un giorno di vendetta, per vendicarsi dei suoi nemici.
La sua spada divorerà,
si sazierà e si inebrierà del loro sangue;
poiché sarà un sacrificio per il Signore, Dio degli
eserciti,
nella terra del settentrione, presso il fiume Eufrate.
[11]Sali in Gàlaad e prendi il balsamo,
vergine, figlia d'Egitto.
Invano moltiplichi i rimedi,
non c'è guarigione per te.
[12]Le nazioni hanno saputo del tuo disonore;
del tuo grido di dolore è piena la terra,
poiché il prode inciampa nel prode,
tutti e due cadono insieme.
L'invasione dell'Egitto
[13]Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia
quando Nabucodònosor re di Babilonia giunse per colpire il paese d'Egitto.
[14]Annunziatelo in Egitto,
fatelo sapere a Migdòl,
fatelo udire a Menfi e a Tafni;
dite: «Alzati e preparati,
perché la spada divora tutto intorno a te».
[15]Perché mai Api è fuggito?
Il tuo toro sacro non resiste?
Il Signore lo ha rovesciato.
[16]Una gran folla vacilla e stramazza,
ognuno dice al vicino:
«Su, torniamo al nostro popolo,
al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!».
[17]Chiamate pure il faraone re d'Egitto:
Frastuono, che lascia passare il momento buono.
[18]Per la mia vita - dice il re
il cui nome è Signore degli eserciti -
uno verrà, simile al Tabor fra le montagne,
come il Carmelo presso il mare.
[19]Prepàrati il bagaglio per l'esilio,
o gente che abiti l'Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un deserto,
sarà devastata, senza abitanti.
[20]Giovenca bellissima è l'Egitto,
ma un tafano viene su di lei dal settentrione.
[21]Anche i suoi mercenari nel paese
sono come vitelli da ingrasso.
Anch'essi infatti han voltate le spalle,
fuggono insieme, non resistono,
poiché il giorno della sventura è giunto su di loro,
il tempo del loro castigo.
[22]La sua voce è come di serpente che sibila,
poiché essi avanzano con un esercito
e armati di scure vengono contro di lei,
come tagliaboschi.
[23]Abbattono la sua selva - dice il Signore -
e non si possono contare,
essi sono più delle locuste, sono senza numero.
[24]Prova vergogna la figlia d'Egitto,
è data in mano a un popolo del settentrione.
[25]Il Signore
degli eserciti, Dio di Israele, dice: «Ecco, punirò Amòn di Tebe, l'Egitto, i
suoi dei e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui. [26]Li
consegnerò in potere di coloro che attentano alla loro vita, in potere di
Nabucodònosor re di Babilonia e in potere dei suoi ministri. Ma dopo esso
sarà abitato come in passato». Parola del Signore.
[27]«Ma tu non temere, Giacobbe mio servo,
non abbatterti, Israele;
poiché ecco, io ti libererò da un paese lontano
e la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà in pace,
tranquillo e nessuno lo molesterà.
[28]Tu non temere, Giacobbe mio servo,
- dice il Signore - perché io sono con te.
Annienterò tutte le nazioni
tra le quali ti ho disperso,
ma di te non farò sterminio;
ti castigherò secondo equità,
ma non ti lascerò del tutto impunito».
Capitolo 47
Oracolo contro i Filistei
[1]Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia
sui Filistei, prima che il faraone occupasse Gaza.
[2]Così dice il Signore:
«Ecco s'avanzano ondate dal settentrione
diventano un torrente che straripa.
Allagano la terra e ciò che è in essa,
la città e i suoi abitanti.
Gli uomini gridano, urlano
tutti gli abitanti della terra.
[3]Allo scalpitar dei suoi possenti cavalli,
al fragor dei suoi carri, al cigolio delle ruote,
i padri non si voltano verso i figli,
le loro mani sono senza forza
[4]perché è arrivato il giorno
in cui saran distrutti tutti i Filistei
e saranno abbattute Tiro e Sidòne,
con tutti i loro ausiliari;
il Signore infatti distrugge i Filistei,
il resto dell'isola di Caftor.
[5]Fino a Gaza si son rasati per lutto,
è distrutta Ascalòna.
Asdòd, povero resto degli Anakiti,
fino a quando ti farai incisioni?
[6]Ah! spada del Signore,
quando dunque ti concederai riposo?
Rientra nel fodero, riposati e stà calma.
[7]Come potrà riposare,
poichè il Signore le ha ordinato di agire
contro Ascalòna e il lido del mare?
Là egli l'ha destinata».
Capitolo 48
Oracoli contro Moab
[1]Su Moab.
Così dice il Signore degli eserciti,
Dio di Israele:
«Guai a Nebo poiché è devastata,
piena di vergogna e catturata è Kiriatàim;
sente vergogna, è abbattuta la roccaforte.
[2]Non esiste più la fama di Moab;
in Chesbòn tramano contro di essa:
Venite ed eliminiamola dalle nazioni.
Anche tu, Madmèn, sarai demolita,
la spada ti inseguirà.
[3]Una voce, un grido da Coronàim:
Devastazione e rovina grande!
[4]Abbattuto è Moab,
le grida si fanno sentire fino in Zoar.
[5]Su per la salita di Luchìt vanno piangendo,
giù per la discesa di Coronàim
si ode un grido di disfatta.
[6]Fuggite, salvate la vostra vita!
Siate come l'asino selvatico nel deserto.
[7]Poiché hai posto la fiducia
nelle tue fortezze e nei tuoi tesori,
anche tu sarai preso e Camos andrà in esilio
insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.
[8]Il devastatore verrà contro ogni città;
nessuna città potrà scampare.
Sarà devastata la valle e la pianura desolata,
come dice il Signore.
[9]Date ali a Moab,
perché dovrà prendere il volo.
Le sue città diventeranno un deserto,
perché non vi sarà alcun abitante.
[10]Maledetto chi compie fiaccamente l'opera del Signore,
maledetto chi trattiene la spada dal sangue!
[11]Moab era tranquillo fin dalla giovinezza,
riposava come vino sulla sua feccia,
non è stato travasato di botte in botte,
né è mai andato in esilio;
per questo gli è rimasto il suo sapore,
il suo profumo non si è alterato.
[12]Per questo, ecco, giorni verranno
- dice il Signore -
nei quali gli manderò travasatori a travasarlo,
vuoteranno le sue botti
e frantumeranno i suoi otri.
[13]Moab si vergognerà di Camos come la casa di Israele
si è vergognata di Betel,
oggetto della sua fiducia.
[14]Come potete dire:
Noi siamo uomini prodi
e uomini valorosi per la battaglia?
[15]Il devastatore di Moab sale contro di lui,
i suoi giovani migliori scendono al macello -
dice il re il cui nome è Signore degli eserciti.
[16]E' vicina la rovina di Moab,
la sua sventura avanza in gran fretta.
[17]Compiangetelo, voi tutti suoi vicini
e tutti voi che conoscete il suo nome;
dite: Come si è spezzata la verga robusta,
quello scettro magnifico?
[18]Scendi dalla tua gloria, siedi sull'arido suolo,
o popolo che abiti a Dibon;
poiché il devastatore di Moab è salito contro di te,
egli ha distrutto le tue fortezze.
[19]Stà sulla strada e osserva,
tu che abiti in Aroer.
Interroga il fuggiasco e lo scampato,
domanda: Che cosa è successo?
[20]Moab prova vergogna, è in rovina;
urlate, gridate,
annunziate sull'Arnon
che Moab è devastato.
[21]E' arrivato
il giudizio per la regione dell'altipiano, per Colòn, per Iaaz e per Mefàat, [22]per
Dibon, per Nebo e per Bet-Diblatàim, [23]per Kiriatàim, per Bet-Gamùl
e per Bet-Meòn, [24]per Kiriòt e per Bozra, per tutte le città della
regione di Moab, lontane e vicine. [25]E' infranta la potenza di Moab ed
è rotto il suo braccio. [26]Inebriatelo, perché si è levato contro il
Signore, e Moab si rotolerà nel vomito e anch'esso diventerà oggetto di
scherno. [27]Non è stato forse Israele per te oggetto di scherno? Fu
questi forse sorpreso fra i ladri, dato che quando parli di lui scuoti sempre
la testa? [28]Abbandonate le città e abitate nelle rupi, abitanti di
Moab, siate come la colomba che fa il nido nelle pareti d'una gola profonda. [29]Abbiamo
udito l'orgoglio di Moab, il grande orgoglioso, la sua superbia, il suo
orgoglio, la sua alterigia, l'altezzosità del suo cuore. [30]Conosco
bene la sua tracotanza - dice il Signore - l'inconsistenza delle sue
chiacchiere, le sue opere vane. [31]Per questo alzo un lamento su
Moab, grido per tutto Moab, gemo per gli uomini di Kir-Cheres.
[32]Io piango per te come per Iazèr,
o vigna di Sibma!
I tuoi tralci arrivavano al mare,
giungevano fino a Iazèr.
Sulle tue frutta e sulla tua vendemmia
è piombato il devastatore.
[33]Sono scomparse la gioia e l'allegria
dai frutteti e dalla regione di Moab.
E' sparito il vino nei tini,
non pigia più il pigiatore,
il canto di gioia non è più canto di gioia.
[34]Delle grida
di Chesbòn e di Elealè si diffonde l'eco fino a Iacaz; da Zoar si odono grida
fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, poiché le acque di Nimrìm son diventate
una zona desolata. [35]Io farò scomparire in Moab - dice il Signore -
chi sale sulle alture e chi brucia incenso ai suoi dei. [36]Perciò il
mio cuore per Moab geme come i flauti, il mio cuore geme come i flauti per
gli uomini di Kir-Cheres, essendo venute meno le loro scorte. [37]Poiché
ogni testa è rasata, ogni barba è tagliata; ci sono incisioni su tutte le
mani e tutti hanno i fianchi cinti di sacco. [38]Sopra tutte le
terrazze di Moab e nelle sue piazze è tutto un lamento, perché io ho spezzato
Moab come un vaso senza valore. Parola del Signore. [39]Come è rovinato!
Gridate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Moab è diventato
oggetto di scherno e di orrore per tutti i suoi vicini.
[40]Poiché così dice il Signore:
Ecco, come l'aquila egli spicca il volo
e spande le ali su Moab.
[41]Le città son prese, le fortezze sono occupate.
In quel giorno il cuore dei prodi di Moab
sarà come il cuore di donna nei dolori del parto.
[42]Moab è distrutto, ha cessato d'essere popolo,
perché si è insuperbito contro il Signore.
[43]Terrore, trabocchetto, tranello
cadranno su di te, abitante di Moab.
Oracolo del Signore.
[44]Chi sfugge al terrore cadrà nel trabocchetto;
chi risale dal trabocchetto
sarà preso nel tranello,
perché io manderò sui Moabiti tutto questo
nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore.
[45]All'ombra di Chesbòn si fermano
spossati i fuggiaschi,
ma un fuoco esce da Chesbòn,
una fiamma dal palazzo di Sicòn
e divora le tempie di Moab
e il cranio di uomini turbolenti.
[46]Guai a te, Moab,
sei perduto, popolo di Camos,
poiché i tuoi figli sono condotti schiavi,
le tue figlie portate in esilio.
[47]Ma io cambierò la sorte di Moab
negli ultimi giorni.
Oracolo del Signore».
Qui finisce il giudizio su Moab.
Capitolo 49
Oracolo contro Ammon
[1]Sugli Ammoniti.
Dice il Signore:
«Israele non ha forse figli,
non ha egli alcun erede?
Perché Milcom ha ereditato la terra di Gad
e il suo popolo ne ha occupate le città?
[2]Perciò ecco, verranno giorni
- dice il Signore -
nei quali io farò udire a Rabbà degli Ammoniti
fragore di guerra;
essa diventerà un cumulo di rovine,
le sue borgate saranno consumate dal fuoco,
Israele spoglierà i suoi spogliatori,
dice il Signore.
[3]Urla, Chesbòn, arriva il devastatore;
gridate, borgate di Rabbà,
cingetevi di sacco, innalzate lamenti
e andate raminghe con tagli sulla pelle,
perché Milcom andrà in esilio,
insieme con i suoi sacerdoti e i suoi capi.
[4]Perché ti vanti delle tue valli,
figlia ribelle?
Confidi nelle tue scorte ed esclami:
Chi verrà contro di me?
[5]Ecco io manderò su di te il terrore
- parola del Signore Dio degli eserciti -
da tutti i dintorni.
Voi sarete scacciati, ognuno per la sua via,
e non vi sarà nessuno che raduni i fuggiaschi.
[6]Ma dopo cambierò la sorte
degli Ammoniti».
Parola del Signore.
Oracolo contro Edom
[7]Su Edom.
Così dice il Signore degli eserciti:
«Non c'è più sapienza in Teman?
E' scomparso il consiglio dei saggi?
E' svanita la loro sapienza?
[8]Fuggite, partite, nascondetevi in un luogo segreto,
abitanti di Dedan,
poiché io mando su Esaù la sua rovina,
il tempo del suo castigo.
[9]Se vendemmiatori verranno da te,
non lasceranno nulla da racimolare.
Se ladri notturni verranno da te,
saccheggeranno quanto loro piace.
[10]Poiché io intendo spogliare Esaù,
rivelo i suoi nascondigli
ed egli non ha dove nascondersi.
La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini
sono distrutti ed egli non è più.
[11]Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere,
le tue vedove confidino in me!
[12]Poiché così
dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere il calice lo
devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai impunito, ma
dovrai berlo [13]poiché io ho giurato per me stesso - dice il Signore
- che Bozra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una maledizione e
tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni.
[14]Ho udito un messaggio da parte del Signore,
un messaggero è stato inviato fra le nazioni:
Adunatevi e marciate contro di lui!
Alzatevi per la battaglia.
[15]Poiché ecco, ti renderò piccolo fra i popoli
e disprezzato fra gli uomini.
[16]La tua arroganza ti ha indotto in errore,
la superbia del tuo cuore;
tu che abiti nelle caverne delle rocce,
che ti aggrappi alle cime dei colli,
anche se ponessi, come l'aquila, in alto il tuo nido,
di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore.
[17]Edom sarà
oggetto di orrore; chiunque passerà lì vicino ne resterà attonito e fischierà
davanti a tutte le sue piaghe. [18]Come nello sconvolgimento di Sòdoma
e Gomorra e delle città vicine - dice il Signore - non vi abiterà più uomo né
vi fisserà la propria dimora un figlio d'uomo. [19]Ecco, come un leone
sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un
baleno io lo scaccerò di là e il mio eletto porrò su di esso; poiché chi è
come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può
resistere davanti a me? [20]Per questo ascoltate il progetto che il
Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che egli ha prese contro gli
abitanti di Teman.
Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge,
e per loro sarà desolato il loro prato.
[21]Al fragore della loro caduta tremerà la terra.
Un grido! Fino al Mare Rosso se ne ode l'eco.
[22]Ecco, come l'aquila, egli sale e si libra,
espande le ali su Bozra.
In quel giorno il cuore dei prodi di Edom
sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto».
Oracolo contro città sire
[23]Su Damasco.
«Amat e Arpad sono piene di confusione,
perché hanno sentito una cattiva notizia;
esse sono agitate come il mare, sono in angoscia,
non possono calmarsi.
[24]Spossata è Damasco, si volge per fuggire;
un tremito l'ha colta,
angoscia e dolori l'assalgono
come una partoriente.
[25]Come fu abbandonata la città gloriosa,
la città del tripudio?
[26]Cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno.
Oracolo del Signore degli eserciti.
[27]Appiccherò il fuoco alle mura di Damasco
e divorerà i palazzi di Ben-Hadàd».
Oracolo contro le tribù arabe
[28]Su Kedàr e sui regni di Cazòr, che Nabucodònosor re
di Babilonia sconfisse.
Così dice il Signore:
«Su, marciate contro Kedàr,
saccheggiate i figli dell'oriente.
[29]Prendete le loro tende e le loro pecore,
i loro teli da tenda, tutti i loro attrezzi;
portate via i loro cammelli;
un grido si leverà su di loro: Terrore all'intorno!
[30]Fuggite, andate lontano, nascondetevi in luoghi segreti
o abitanti di Cazòr - dice il Signore -
perché ha ideato un disegno contro di voi.
Nabucodònosor re di Babilonia
ha preparato un piano contro di voi.
[31]Su, marciate contro la nazione tranquilla,
che vive in sicurezza. Oracolo del Signore.
Essa non ha né porte né sbarre
e vive isolata.
[32]I suoi cammelli saranno portati via come preda
e la massa dei suoi greggi come bottino.
Disperderò a tutti i venti
coloro che si tagliano i capelli alle tempie,
da ogni parte farò venire la loro rovina.
Parola del Signore.
[33]Cazòr diventerà rifugio di sciacalli,
una desolazione per sempre;
nessuno vi dimorerà più,
non vi abiterà più un figlio d'uomo».
Oracolo contro Elam
[34]Parola che il Signore rivolse al profeta Geremia
riguardo all'Elam all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda.
[35]«Dice il Signore degli eserciti:
Ecco io spezzerò l'arco dell'Elam,
il nerbo della sua potenza.
[36]Manderò contro l'Elam i quattro venti
dalle quattro estremità del cielo
e li sparpaglierò davanti a questi venti;
non ci sarà nazione
in cui non giungeranno
i profughi dell'Elam.
[37]Incuterò terrore negli Elamiti davanti ai loro nemici
e davanti a coloro che vogliono la loro vita;
manderò su di essi la sventura,
la mia ira ardente. Parola del Signore.
Manderò la spada a inseguirli
finché non li avrò sterminati.
[38]Porrò il mio trono sull'Elam
e farò morire il re e i capi.
Oracolo del Signore.
[39]Ma negli ultimi giorni
cambierò la sorte dell'Elam». Parola del Signore.
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Capitolo 50
Oracolo contro Babilonia
[1]Parola che il
Signore pronunziò contro Babilonia, contro il paese dei Caldei, per mezzo del
profeta Geremia.
Caduta di Babilonia, liberazione di Israele
[2]«Proclamatelo fra i popoli e fatelo sapere,
non nascondetelo, dite:
Babilonia è presa,
Bel è coperto di confusione,
è infranto Marduch;
sono confusi i suoi idoli,
sono sgomenti i suoi feticci.
[3]Poiché dal
settentrione sale contro di essa un popolo che ridurrà la sua terra a un
deserto, non vi abiterà più nessuno; uomini e animali fuggono, se ne vanno. [4]In
quei giorni e in quel tempo - dice il Signore - verranno gli Israeliti
insieme con i figli di Giuda; cammineranno piangendo e cercheranno il Signore
loro Dio. [5]Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro volti:
Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non sia mai
dimenticata. [6]Gregge di pecore sperdute era il mio popolo, i loro
pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire per i monti; esse
andavano di monte in colle, avevano dimenticato il loro ovile. [7]Quanti
le trovavano, le divoravano e i loro nemici dicevano: Non commettiamo nessun
delitto, perché essi hanno peccato contro il Signore, pascolo di giustizia e
speranza dei loro padri.
[8]Fuggite da Babilonia,
dalla regione dei Caldei,
uscite e siate come capri
in testa al gregge.
[9]Poiché, ecco io suscito e mando contro Babilonia
una massa di grandi nazioni
dal paese del settentrione;
queste le si schiereranno contro,
di là essa sarà presa.
Le loro frecce sono come quelle di un abile arciere,
nessuna ritorna a vuoto.
[10]La Caldea sarà saccheggiata,
tutti i suoi saccheggiatori saranno saziati.
Parola del Signore.
[11]Gioite pure e tripudiate,
saccheggiatori della mia eredità!
Saltate pure come giovenchi su un prato
e nitrite come destrieri!
[12]La vostra madre è piena di confusione,
e coperta di vergogna colei che vi ha partorito.
Ecco è l'ultima delle nazioni,
un deserto, un luogo riarso e una steppa.
[13]A causa dell'ira del Signore non sarà più abitata,
sarà tutta una desolazione.
Chiunque passerà vicino a Babilonia rimarrà stupito
e fischierà davanti a tutte le sue piaghe.
[14]Disponetevi intorno a Babilonia,
voi tutti che tendete l'arco;
tirate contro di essa, non risparmiate le frecce,
poiché essa ha peccato contro il Signore.
[15]Alzate il grido di guerra contro di essa, da ogni parte.
Essa tende la mano,
crollano le sue torri,
rovinano le sue mura,
poiché questa è la vendetta del Signore.
Vendicatevi di lei,
trattatela come essa ha trattato gli altri!
[16]Sterminate in Babilonia chi semina
e chi impugna la falce al momento della messe.
Di fronte alla spada micidiale
ciascuno ritorni al suo popolo
e ciascuno fugga verso il suo paese.
[17]Una pecora smarrita è Israele,
i leoni le hanno dato la caccia;
per primo l'ha divorata il re di Assiria,
poi il re di Babilonia ne ha stritolato le ossa.
[18]Perciò, dice
il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io punirò il re di Babilonia
e il suo paese, come gia ho punito il re di Assiria, [19]e ricondurrò
Israele nel suo pascolo, pascolerà sul Carmelo e sul Basàn; sulle montagne di
Efraim e di Gàlaad si sazierà. [20]In quei giorni e in quel tempo -
dice il Signore - si cercherà l'iniquità di Israele, ma essa non sarà più, si
cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno, perché io perdonerò a
quanti lascerò superstiti.
Caduta di Babilonia annunziata a Gerusalemme
[21]Avanza nella terra di Meratàim,
avanza contro di essa
e contro gli abitanti di Pekòd.
Devasta, annientali - dice il Signore -
eseguisci quanto ti ho comandato!
[22]Rumore di guerra nella regione,
e grande disastro.
[23]Perché è stato rotto e fatto in pezzi
il martello di tutta la terra?
Perché è diventata un orrore
Babilonia fra le nazioni?
[24]Ti ho teso un laccio e ti ci sei impigliata,
Babilonia, senza avvedertene.
Sei stata sorpresa e afferrata,
perché hai fatto guerra al Signore.
[25]Il Signore ha aperto il suo arsenale
e ne ha tratto le armi del suo sdegno,
perché il Signore Dio degli eserciti
ha un'opera da compiere nel paese dei Caldei.
[26]Venite ad essa dall'estremo limite,
aprite i suoi granai;
fatene dei mucchi come covoni, sterminatela,
non ne rimanga neppure un resto.
[27]Uccidete tutti i suoi tori, scendano al macello.
Guai a loro, perché è giunto il loro giorno,
il tempo del loro castigo!
[28]Voce di profughi e di scampati dal paese di Babilonia
per annunziare in Sion
la vendetta del Signore nostro Dio,
la vendetta per il suo tempio.
Il peccato di insolenza
[29]Convocate contro Babilonia gli arcieri,
quanti tendono l'arco.
Accampatevi intorno ad essa
in modo che nessuno scampi.
Ripagatela secondo le sue opere,
fate a lei quanto ha fatto agli altri,
perché è stata arrogante con il Signore,
con il Santo di Israele.
[30]Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno».
Parola del Signore.
[31]«Eccomi a te, o arrogante,
- oracolo del Signore degli eserciti -
poiché è giunto il tuo giorno,
il tempo del tuo castigo.
[32]Vacillerà l'arrogante e cadrà,
nessuno la rialzerà.
Io darò alle fiamme le sue città,
esse divoreranno tutti i suoi dintorni.
Il Signore redentore di Israele
[33]Dice il
Signore degli eserciti: Oppressi sono i figli di Israele e i figli di Giuda
tutti insieme; tutti i loro deportatori li trattengono e rifiutano di
lasciarli andare. [34]Ma il loro vendicatore è forte, Signore degli eserciti
è il suo nome. Egli sosterrà efficacemente la loro causa, per rendere
tranquilla la terra e sconvolgere gli abitanti di Babilonia.
[35]Spada, sui Caldei
e sugli abitanti di Babilonia,
sui suoi capi
e sui suoi sapienti!
[36]Spada, sui suoi indovini
ed essi impazziscano!
Spada, sui suoi prodi,
ed essi s'impauriscano!
[37]Spada, sui suoi cavalli e sui suoi carri,
su tutta la gentaglia che è in essa,
diventino come donne!
Spada, sui suoi tesori
ed essi siano saccheggiati!
[38]Spada, sulle sue acque
ed esse si prosciughino!
Poiché essa è una terra di idoli;
vanno pazzi per questi spauracchi.
[39]Perciò
l'abiteranno animali del deserto e sciacalli, vi si stabiliranno gli struzzi;
non sarà mai più abitata, né popolata di generazione in generazione. [40]Come
quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città vicine - oracolo del Signore
- così non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.
Il popolo del nord e il leone del Giordano
[41]Ecco, un
popolo viene dal settentrione, un popolo grande, e molti re sorgono dalle
estremità della terra. [42]Impugnano arco e dardo, sono crudeli, non
hanno pietà; il loro tumulto è come il mugghio del mare. Montano cavalli,
sono pronti come un sol uomo a combattere contro di te, figlia di Babilonia. [43]Il
re di Babilonia ha sentito parlare di loro e le sue braccia sono senza forza;
lo ha colto l'angoscia, un dolore come di donna nel parto. [44]Ecco,
come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi,
così in un batter d'occhio io li farò fuggire al di là e vi metterò sopra
colui che mi piacerà. Poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi
è dunque il pastore che può resistere davanti a me? [45]Per questo
ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Babilonia e le decisioni
che ha prese contro il paese dei Caldei. Certo, trascineranno via anche i più
piccoli del gregge e per loro sarà desolato il loro prato. [46]Al
fragore della presa di Babilonia trema la terra, ne risuonerà il clamore fra
le nazioni».
Capitolo 51
Il Signore contro Babilonia
[1]Così dice il Signore:
«Ecco susciterò contro Babilonia
e contro gli abitanti della Caldea
un vento distruttore;
[2]io invierò in Babilonia spulatori che la spuleranno
e devasteranno la sua regione,
poiché le piomberanno addosso da tutte le parti
nel giorno della tribolazione».
[3]Non deponga l'arciere l'arco
e non si spogli della corazza.
Non risparmiate i suoi giovani,
sterminate tutto il suo esercito.
[4]Cadano trafitti nel paese dei Caldei
e feriti nelle sue piazze,
[5b]perché la loro terra è piena di delitti
davanti al Santo di Israele.
[5a]Ma Israele e Giuda non sono vedove
del loro Dio, il Signore degli eserciti.
[6]Fuggite da Babilonia,
ognuno ponga in salvo la sua vita;
non vogliate perire per la sua iniquità,
poiché questo è il tempo della vendetta del Signore;
egli la ripaga per quanto ha meritato.
[7]Babilonia era una coppa d'oro in mano del Signore,
con la quale egli inebriava tutta la terra;
del suo vino hanno bevuto i popoli,
perciò sono divenuti pazzi.
[8]All'improvviso Babilonia è caduta, è stata infranta;
alzate lamenti su di essa;
prendete balsamo per il suo dolore,
forse potrà essere guarita.
[9]«Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita.
Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese;
poiché la sua punizione giunge fino al cielo
e si alza fino alle nubi.
[10]Il Signore ha fatto trionfare la nostra giusta
causa, venite, raccontiamo in Sion l'opera del Signore nostro Dio».
[11]Aguzzate le frecce,
riempite le faretre!
Il Signore suscita lo spirito del re di Media,
perché il suo piano riguardo a Babilonia
è di distruggerla;
perché questa è la vendetta del Signore,
la vendetta per il suo tempio.
[12]Alzate un vessillo contro il muro di Babilonia,
rafforzate le guardie,
collocate sentinelle,
preparate gli agguati,
poiché il Signore si era proposto un piano
e ormai compie quanto aveva detto
contro gli abitanti di Babilonia.
[13]Tu che abiti lungo acque abbondanti,
ricca di tesori,
è giunta la tua fine,
il momento del taglio.
[14]Il Signore degli eserciti lo ha giurato per se stesso:
«Ti ho gremito di uomini come cavallette,
che intoneranno su di te il canto di vittoria».
[15]Egli ha formato la terra con la sua potenza,
ha fissato il mondo con la sua sapienza,
con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
[16]Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel
cielo.
Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce lampi per la pioggia
e manda fuori il vento dalle sue riserve.
[17]Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orefice per i suoi idoli,
poiché è menzogna ciò che ha fuso
e non ha soffio vitale.
[18]Esse sono vanità, opere ridicole;
al tempo del loro castigo periranno.
[19]Non è tale l'eredità di Giacobbe,
perché egli ha formato ogni cosa.
Israele è la tribù della sua eredità,
Signore degli eserciti è il suo nome.
Il martello del Signore e il monte colossale
[20]«Un martello sei stata per me,
uno strumento di guerra;
con te martellavo i popoli,
con te annientavo i regni,
[21]con te martellavo cavallo e cavaliere,
con te martellavo carro e cocchiere,
[22]con te martellavo uomo e donna,
con te martellavo vecchio e ragazzo,
con te martellavo giovane e fanciulla,
[23]con te martellavo pastore e gregge,
con te martellavo l'aratore e il suo paio di buoi,
con te martellavo governatori e prefetti.
[24]Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti
della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi.
Oracolo del Signore.
[25]Eccomi a te, monte della distruzione,
che distruggi tutta la terra.
Io stenderò la mano contro di te,
ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata;
[26]da te non si prenderà più né pietra d'angolo,
né pietra da fondamenta,
perché diventerai un luogo desolato per sempre».
Oracolo del Signore.
Verso la fine
[27]Alzate un vessillo nel paese,
suonate la tromba fra le nazioni;
preparate le nazioni alla guerra contro di essa,
convocatele contro i regni
di Araràt, di Minnì e di Aschenàz.
Nominate contro di essa un comandante,
fate avanzare i cavalli come cavallette spinose.
[28]Preparate alla guerra contro di essa le nazioni, il
re della Media, i suoi governatori, tutti i suoi prefetti e tutta la terra in
suo dominio.
[29]Trema la terra e freme,
perché si avverano contro Babilonia
i progetti del Signore
di ridurre il paese di Babilonia
in luogo desolato, senza abitanti.
[30]Hanno cessato di combattere i prodi di Babilonia,
si sono ritirati nelle fortezze;
il loro valore è venuto meno,
sono diventati come donne.
Sono stati incendiati i suoi edifici,
sono spezzate le sue sbarre.
[31]Corriere corre incontro a corriere,
messaggero incontro a messaggero
per annunziare al re di Babilonia
che la sua città è presa da ogni lato;
[32]i guadi sono occupati, le fortezze bruciano,
i guerrieri sono sconvolti dal terrore.
[33]Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
«La figlia di Babilonia è come un'aia
al tempo in cui viene spianata;
ancora un poco e verrà per essa
il tempo della mietitura».
La vendetta del Signore
[34]«Mi ha divorata, mi ha consumata
Nabucodònosor, re di Babilonia,
mi ha ridotta come un vaso vuoto,
mi ha inghiottita come fa il coccodrillo,
ha riempito il suo ventre,
dai miei luoghi deliziosi, mi ha scacciata.
[35]Il mio strazio e la mia sventura ricadano su
Babilonia!»
dice la popolazione di Sion,
«il mio sangue sugli abitanti della Caldea!»
dice Gerusalemme.
[36]Perciò così parla il Signore:
«Ecco io difendo la tua causa,
compio la tua vendetta;
prosciugherò il suo mare,
disseccherò le sue sorgenti.
[37]Babilonia diventerà un cumulo di rovine,
un rifugio di sciacalli,
un oggetto di stupore e di scherno,
senza abitanti.
[38]Essi ruggiscono insieme come leoncelli,
rugghiano come cuccioli di una leonessa.
[39]Con veleno preparerò loro una bevanda,
li inebrierò perché si stordiscano
e si addormentino in un sonno perenne,nne,
per non svegliarsi mai più.
Parola del Signore.
[40]Li farò scendere al macello come agnelli,
come montoni insieme con i capri».
Elegia su Babilonia
[41]Sesac è stata presa e occupata,
l'orgoglio di tutta la terra.
Babilonia è diventata un oggetto di orrore
fra le nazioni!
[42]Il mare dilaga su Babilonia
essa è stata sommersa dalla massa delle onde.
[43]Sono diventate una desolazione le sue città,
un terreno riarso, una steppa.
Nessuno abita più in esse
non vi passa più nessun figlio d'uomo.
La visita del Signore agli idoli
[44]«Io punirò Bel in Babilonia,
gli estrarrò dalla gola quanto ha inghiottito.
Non andranno più a lui le nazioni».
Perfino le mura di Babilonia sono crollate,
[45]esci da essa, popolo mio,
ognuno salvi la vita dall'ira ardente del Signore.
[46]Non si
avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia diffusa nel paese; un
anno giunge una notizia e l'anno dopo un'altra. La violenza è nel paese, un
tiranno contro un tiranno. [47]Per questo ecco, verranno giorni nei
quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo paese sentirà
vergogna e tutti i suoi cadaveri le giaceranno in mezzo. [48]Esulteranno
su Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da settentrione
verranno i suoi devastatori. Parola del Signore. [49]Anche Babilonia
deve cadere per gli uccisi di Israele, come per Babilonia caddero gli uccisi
di tutta la terra. [50]Voi scampati dalla spada partite, non
fermatevi; da questa regione lontana ricordatevi del Signore e vi torni in
mente Gerusalemme. [51]«Sentiamo vergogna nell'udire l'insulto; la
confusione ha coperto i nostri volti, perché stranieri sono entrati nel
santuario del tempio del Signore». [52]«Perciò ecco, verranno giorni -
dice il Signore - nei quali punirò i suoi idoli e in tutta la sua regione
gemeranno i feriti.[53]Anche se Babilonia si innalzasse fino al cielo,
anche se rendesse inaccessibile la sua cittadella potente, da parte mia
verranno i suoi devastatori». Oracolo del Signore. [54]Udite! Un grido
da Babilonia, una rovina immensa dal paese dei Caldei. [55]E' il
Signore che devasta Babilonia e fa tacere il suo grande rumore. Mugghiano le
sue onde come acque possenti, risuona il frastuono della sua voce, [56]perché
piomba su Babilonia il devastatore, sono catturati i suoi prodi, si sono infranti
i loro archi. Dio è il Signore delle giuste ricompense, egli ricompensa con
precisione. [57]«Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi
governatori, i suoi magistrati e i suoi guerrieri; essi dormiranno un sonno
eterno e non potranno più svegliarsi» dice il re, il cui nome è Signore degli
eserciti.
L'abbattimento di Babilonia
[58]Così dice il Signore degli eserciti:
«Il largo muro di Babilonia sarà raso al suolo,
le sue alte porte saranno date alle fiamme.
Si affannano dunque invano i popoli,
le nazioni si affaticano per nulla».
L'oracolo gettato nell'Eufrate
[59]Ordine che il
profeta Geremia diede a Seraià figlio di Neria, figlio di Maasia, quando egli
andò con Sedecìa re di Giuda in Babilonia nell'anno quarto del suo regno.
Seraià era capo degli alloggiamenti. [60]Geremia scrisse su un rotolo
tutte le sventure che dovevano piombare su Babilonia. Tutte queste cose sono
state scritte contro Babilonia. [61]Geremia quindi disse a Seraià:
«Quando giungerai a Babilonia, abbi cura di leggere in pubblico tutte queste
parole [62]e dirai: Signore, tu hai dichiarato di distruggere questo
luogo così che non ci sia più chi lo abiti, né uomo né animale, ma sia
piuttosto una desolazione per sempre. [63]Ora, quando avrai finito di
leggere questo rotolo, vi legherai una pietra e lo getterai in mezzo
all'Eufrate [64]dicendo: Così affonderà Babilonia e non risorgerà più
dalla sventura che io le farò piombare addosso».
Fin qui le parole di Geremia.
Capitolo 52
VI.
APPENDICI
La catastrofe di Gerusalemme e il favore reso a
Ioiachin
[1]Sedecìa aveva
ventun'anni quando divenne re e regnò undici anni a Gerusalemme; sua madre si
chiamava Camitàl figlia di Geremia ed era di Libna. [2]Egli fece ciò
che dispiace al Signore, proprio come aveva fatto Ioiakìm. [3]Ma, a
causa dell'ira del Signore, in Gerusalemme e in Giuda le cose arrivarono a
tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedecìa si era
ribellato al re di Babilonia. [4]Allora nel decimo mese dell'anno nono
del suo regno, il dieci del mese, venne Nabucodònosor re di Babilonia con
tutto l'esercito contro Gerusalemme. Costoro si accamparono intorno ad essa e
costruirono attorno opere d'assedio. [5]La città rimase assediata fino
all'undecimo anno del re Sedecìa. [6]Nel quarto mese, il nove del
mese, mentre la fame dominava nella città e non c'era più pane per la
popolazione, [7]fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i
soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le
due mura, che era presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano intorno
alla città, presero la via dell'Araba. [8]Le truppe dei Caldei però
inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico; allora tutto
il suo esercito lo abbandonò e si disperse. [9]Il re fu catturato e
condotto a Ribla nel paese di Amat presso il re di Babilonia che pronunziò la
sentenza contro di lui. [10]Il re di Babilonia fece sgozzare i figli
di Sedecìa sotto i suoi occhi e fece sgozzare anche tutti i capi di Giuda in
Ribla; [11]cavò gli occhi a Sedecìa e lo fece legare con catene e
condurre a Babilonia, dove lo tenne in carcere fino alla sua morte. [12]Nel
quinto mese, il dieci del mese, essendo l'anno decimonono del regno di
Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava
servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme. [13]Egli
incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme,
diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. [14]Tutto l'esercito
dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì tutte le mura intorno a
Gerusalemme. [15]Il resto del popolo che era stato lasciato in città,
i disertori che erano passati al re di Babilonia e quanti eran rimasti degli
artigiani, Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò: [16]dei più
poveri del paese Nabuzaradàn, capo delle guardie ne lasciò una parte come
vignaioli e come campagnoli. [17]I Caldei fecero a pezzi le colonne di
bronzo che erano nel tempio, le basi a ruote e il mare di bronzo che era nel
tempio e ne portarono tutto il bronzo in Babilonia. [18]Essi presero
ancora le caldaie, le palette, i coltelli, i bacini per l'aspersione, le
coppe e tutti gli arredi di bronzo che servivano al culto. [19]Il capo
delle guardie prese ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, le caldaie, i
candelabri, le coppe e i calici, quanto era d'oro e d'argento. [20]Quanto
alle due colonne, all'unico mare, ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di
esso e alle basi a ruote, cose che aveva fatto il re Salomone per il tempio
del Signore, non si poteva calcolare quale fosse il peso del bronzo di tutti
questi arredi. [21]Delle colonne poi una sola era alta diciotto cubiti
e ci voleva un filo di dodici cùbiti per misurarne la circonferenza; il suo
spessore era di quattro dita, essendo vuota nell'interno. [22]Su di
essa c'era un capitello di bronzo e l'altezza di un capitello era di cinque
cùbiti; tutto intorno al capitello c'erano un reticolato per lato e
melagrane, il tutto di bronzo; così era anche l'altra colonna. [23]Le
melagrane erano novantasei; tutte le melagrane intorno al reticolato
ammontavano a cento. [24]Il capo delle guardie fece prigioniero
Seraià, sacerdote capo, e il secondo sacerdote Sofonia insieme con tre
custodi della soglia. [25]Dalla città egli fece prigionieri un
funzionario, che era a capo dei soldati, e sette uomini fra i più familiari
del re, i quali furono trovati in città, e l'aiutante del capo dell'esercito
che arruolava la gente del paese, e sessanta uomini della gente del paese,
che furono trovati nella città. [26]Nabuzaradàn, capo delle guardie,
li prese e li condusse presso il re di Babilonia, a Ribla. [27]Il re
di Babilonia li fece percuotere e uccidere a Ribla, nel paese di Amat. Così
fu deportato Giuda dal suo paese. [28]Questa è la gente che
Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo tremilaventitrè Giudei; [29]nell'anno
decimo ottavo di Nabucodònosor furono deportati da Gerusalemme
ottocentotrentadue persone; [30]nell'anno ventitreesimo di
Nabucodònosor, Nabuzaradàn capo delle guardie deportò
settecentoquarantacinque Giudei: in tutto quattromilaseicento persone. [31]Ora,
nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re di Giuda, nel
decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re di Babilonia,
nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn re di Giuda e lo
fece uscire dalla prigione. [32]Gli parlò con benevolenza e pose il
seggio di lui al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a
Babilonia. [33]Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò
sempre il cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita. [34]Il
suo sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito dal re di
Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il tempo
della sua vita. Torna a I Libri Profetici Torna a La Bibbia Torna a Utility |
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